Nella Giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Scaramelli chiede di ascoltare i minori
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SIENA. La Cappella di Piazza del Campo, questa sera (20 novembre, si illuminerà di verde in occasione della Giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. E’ quanto deciso dalla Giunta, riunitasi ieri. Un gesto, semplice quanto forte, per non spegnere i riflettori su un tema di forte rilevanza.
“Un’iniziativa – ha ricordato l’assessore alle politiche giovanili Clio Biondi Santi e l’assessore al Sociale Francesca Appolloni – nata per diffondere e far conoscere i valori e il significato delle diverse tutele che interessano i minori all’interno delle società contemporanee”.
Partecipare a questo appuntamento, la cui richiesta è pervenuta al Comune da parte dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, come hanno evidenziato i due assessori “significa supportare e condividere campagne informative tese a garantire un futuro migliore per tutti i bambini e gli adolescenti”.
L’appello di Scaramelli
“A trent’anni dalla ratifica della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è quanto mai attuale la centralità dell’educazione, della formazione, quale pilastro dei diritti fondamentali che i singoli Stati si devono impegnare a garantire”. A dirlo Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, che in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza torna a parlare di scuola e del bisogno dei bambini e in particolare degli adolescenti ad andare a scuola.
“La pandemia ha messo in evidenza – continua Scaramelli – quanta strada ci sia ancora da fare nell’ascolto dei minori. Sono emerse profonde disuguaglianze anche in territori che alcuni pensavano immuni da profondi deficit. Bambini e adolescenti molto più a rischio di altri, anche nel nostro territorio. Le diseguaglianze possono ampliarsi e diventare insostenibili se la scuola non riaprirà quanto prima. Assistenza sanitaria e istruzione sono gli strumenti essenziali per colmare e talvolta eliminare gap altrimenti incolmabili. Troppo poco in questi mesi ho sentito parlare dei costi della pandemia sui minori. Costi che, se non vengono considerati e analizzati, dovranno essere pagati per tutta la vita dai bambini e dagli adolescenti di oggi. Costi elevati non solo dal punto di vista strettamente economico ma anche sociale, relazionale, psicologico”.
La Convenzione, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia nel 1991, prevede il dovere, per gli Stati che l’hanno recepita, di adottare misure per la non discriminazione, il superiore interesse dei bambini, il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, l’ascolto delle opinioni dei minori, la promozione della diminuzione del tasso di abbandono della scuola, la regolarità della frequenza. In questi trent’anni i princìpi della Convenzione sono riusciti a influenzare in tutto il mondo Costituzioni e leggi nazionali, politiche sociali e pratiche proattive.