SIENA. “Un'indagine esplorativa sul fenomeno del bullismo: risultati e proposte” è il titolo di un incontro organizzato per questa sera (12 novembre) alle ore 17.00 presso la Scuola secondaria di I grado “Cecco Angiolieri” in Via Avignone.
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Le conclusioni sottolineate dalle recenti ricerche in Italia (Fonzi A. "Il bullismo in Italia") sul fenomeno delle prepotenze (bullismo) tra i ragazzi nelle scuole pongono in netta evidenza la necessità e l'urgenza di calibrare nuovi incisivi interventi rispetto alle caratteristiche del fenomeno. Il bullismo, inteso come azione persistente che mira deliberatamente a far del male o danneggiare, implica sempre uno squilibrio in termini di forze (Sharp e Smith, 1994). Intenzionalità, persistenza, disequilibrio sono caratteristiche indispensabili per poter parlare di bullismo, che si sta diffondendo sempre più anche nel nostro territorio, in centri sia piccoli sia grandi, e trova spesso nelle scuole l'ambito di espressione; il fenomeno coinvolge sia i maschi che le femmine e soprattutto non risparmia il cosiddetto "ceto medio", segno questo di un “malessere del benessere” che stravolge il modello tradizionale secondo cui il ragazzo "disadattato" si trova solo nei quartieri a rischio, ha una bassa scolarizzazione e una famiglia disgregata. Gli interventi sul campo (Sharp e Smith, 1994; Menesini e Smorti 1997) tendono pertanto sempre più a coinvolgere in prima persona i docenti, non soltanto allo scopo di sensibilizzarli verso la tematica del bullismo o per consentire loro di apprendere determinate tecniche di approccio al problema, ma soprattutto per modificare la loro rappresentazione del fenomeno, precondizione necessaria, questa, per un modo diverso ed alternativo di instaurare le relazioni all’interno della scuola.
Obiettivi della ricerca: la ricerca si propone di indagare da un punto di vista descrittivo-esplorativo la percezione del fenomeno del bullismo da parte degli insegnanti di alcune scuole secondarie di I° grado della provincia di Siena. In particolare abbiamo voluto osservare come i docenti valutano il fenomeno, gli atteggiamenti, le cause e le conseguenze ed evidenziare le strategie utilizzate per fronteggiarlo. Abbiamo inoltre voluto rilevare eventuali differenze nella percezione di tale fenomeno tra le scuole del comune di Siena e quelle della provincia. Lo scopo è favorire un dibattito costruttivo al fine di poter realizzare un progetto di ampio respiro che sia multidisciplinare, mirato alla promozione del benessere.
La ricerca è stata svolta con la preziosa collaborazione di 15 docenti di 5 scuole secondarie di I° grado (Istituto Comprensivo Statale Cecco Angiolieri, Scuola secondaria di I grado, Siena, Istituto Scolastico Comprensivo Pier Andrea Mattioli, Scuola secondaria di I grado, Siena, Istituto Comprensivo Dante Alighieri, Scuola secondaria di I grado, Monteriggioni (SI), Istituto comprensivo Statale Ambrogio Lorenzetti, Scuola secondaria di I grado, Rosia (SI), Scuola secondaria di I grado Leonardo da Vinci, Poggibonsi, (SI)), cui è stato somministrato il “questionario sulla percezione del fenomeno del bullismo da parte degli insegnanti” (QPFBI). In seguito i dati ottenuti sono stati elaborati attraverso il programma statistico SPSS.
Risultati: i risultati della ricerca forniscono elementi di comprensione sul fenomeno del bullismo, così come è percepito dagli insegnanti, utili ad un dibattito e ad una dialettica fra tutti gli enti preposti allo sviluppo e alla crescita dei ragazzi. Ciò che si evidenzia è la percezione dell’esistenza di questo fenomeno all’interno delle classi, delle scuole, di come gli insegnanti lo vivano emotivamente e cerchino di dare risposte e suggerimenti volti a prendere in carico un disagio che è innanzitutto di sistema. I docenti avvertono e denunciano un senso di solitudine che sembra essere contemporaneamente una richiesta di aiuto e una proposta di lavoro per tutti coloro che si occupano di educazione. Le proposte che emergono dalla ricerca sembrano suggerire azioni che siano efficaci nel gruppo dei pari al fine di decristallizzare i ruoli di bullo e vittima e favorire un cambiamento stabile.
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Le conclusioni sottolineate dalle recenti ricerche in Italia (Fonzi A. "Il bullismo in Italia") sul fenomeno delle prepotenze (bullismo) tra i ragazzi nelle scuole pongono in netta evidenza la necessità e l'urgenza di calibrare nuovi incisivi interventi rispetto alle caratteristiche del fenomeno. Il bullismo, inteso come azione persistente che mira deliberatamente a far del male o danneggiare, implica sempre uno squilibrio in termini di forze (Sharp e Smith, 1994). Intenzionalità, persistenza, disequilibrio sono caratteristiche indispensabili per poter parlare di bullismo, che si sta diffondendo sempre più anche nel nostro territorio, in centri sia piccoli sia grandi, e trova spesso nelle scuole l'ambito di espressione; il fenomeno coinvolge sia i maschi che le femmine e soprattutto non risparmia il cosiddetto "ceto medio", segno questo di un “malessere del benessere” che stravolge il modello tradizionale secondo cui il ragazzo "disadattato" si trova solo nei quartieri a rischio, ha una bassa scolarizzazione e una famiglia disgregata. Gli interventi sul campo (Sharp e Smith, 1994; Menesini e Smorti 1997) tendono pertanto sempre più a coinvolgere in prima persona i docenti, non soltanto allo scopo di sensibilizzarli verso la tematica del bullismo o per consentire loro di apprendere determinate tecniche di approccio al problema, ma soprattutto per modificare la loro rappresentazione del fenomeno, precondizione necessaria, questa, per un modo diverso ed alternativo di instaurare le relazioni all’interno della scuola.
Obiettivi della ricerca: la ricerca si propone di indagare da un punto di vista descrittivo-esplorativo la percezione del fenomeno del bullismo da parte degli insegnanti di alcune scuole secondarie di I° grado della provincia di Siena. In particolare abbiamo voluto osservare come i docenti valutano il fenomeno, gli atteggiamenti, le cause e le conseguenze ed evidenziare le strategie utilizzate per fronteggiarlo. Abbiamo inoltre voluto rilevare eventuali differenze nella percezione di tale fenomeno tra le scuole del comune di Siena e quelle della provincia. Lo scopo è favorire un dibattito costruttivo al fine di poter realizzare un progetto di ampio respiro che sia multidisciplinare, mirato alla promozione del benessere.
La ricerca è stata svolta con la preziosa collaborazione di 15 docenti di 5 scuole secondarie di I° grado (Istituto Comprensivo Statale Cecco Angiolieri, Scuola secondaria di I grado, Siena, Istituto Scolastico Comprensivo Pier Andrea Mattioli, Scuola secondaria di I grado, Siena, Istituto Comprensivo Dante Alighieri, Scuola secondaria di I grado, Monteriggioni (SI), Istituto comprensivo Statale Ambrogio Lorenzetti, Scuola secondaria di I grado, Rosia (SI), Scuola secondaria di I grado Leonardo da Vinci, Poggibonsi, (SI)), cui è stato somministrato il “questionario sulla percezione del fenomeno del bullismo da parte degli insegnanti” (QPFBI). In seguito i dati ottenuti sono stati elaborati attraverso il programma statistico SPSS.
Risultati: i risultati della ricerca forniscono elementi di comprensione sul fenomeno del bullismo, così come è percepito dagli insegnanti, utili ad un dibattito e ad una dialettica fra tutti gli enti preposti allo sviluppo e alla crescita dei ragazzi. Ciò che si evidenzia è la percezione dell’esistenza di questo fenomeno all’interno delle classi, delle scuole, di come gli insegnanti lo vivano emotivamente e cerchino di dare risposte e suggerimenti volti a prendere in carico un disagio che è innanzitutto di sistema. I docenti avvertono e denunciano un senso di solitudine che sembra essere contemporaneamente una richiesta di aiuto e una proposta di lavoro per tutti coloro che si occupano di educazione. Le proposte che emergono dalla ricerca sembrano suggerire azioni che siano efficaci nel gruppo dei pari al fine di decristallizzare i ruoli di bullo e vittima e favorire un cambiamento stabile.