SIENA. Domani, 10 febbraio, si celebra il “Giorno del ricordo”, istituito dalla legge 30 marzo 2004, n. 92, per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dei cittadini italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia e della più complessa vicenda del confine orientale.
Anche in occasione di tale importante appuntamento, le misure di contenimento alla diffusione del Covid-19 impediscono di organizzare eventi pubblici di incontro e riflessione sulla quella buia pagina della storia italiana ed europea.
“E’ fondamentale continuare a coltivare il ricordo di un’immane tragedia, per troppo tempo ignorata – ha detto il Prefetto Forte – che ha visto la persecuzione di moltissimi nostri connazionali, morti atrocemente nelle Foibe. Quella drammatica realtà è un’ulteriore, lacerante testimonianza dei crimini e dei soprusi che il cieco fanatismo ideologico inevitabilmente determina; e di come l’odio, da un lato, e l’indifferenza, dall’altro, siano i pericolosi combustibili che alimentano le peggiori crudeltà di cui l’essere umano può macchiarsi. A fronte del rischio, sempre attuale, che certe tragedie tornino a ripetersi, ad ognuno di noi è affidato il compito di ricordare e di ispirarsi sempre ai valori del dialogo, della pace e del rispetto reciproco”.
Le persecuzioni nei confronti dei cittadini italiani di Istria, Fiume e della Dalmazia ebbero luogo nel periodo compreso fra l’8 settembre 1943, data dell’Armistizio di Cassibile, e la firma dei Trattati di Pace di Parigi, avvenuta il 10 febbraio 1947.