FIRENZE. «Hanno convocato la Commissione sanità in fretta e furia per fare cosa? Per prorogare la scadenza per l’accreditamento delle aziende sanitarie, già in proroga di due anni, solo perché malgrado le procedure facilitate richieste le tre aziende ospedaliero-universitarie di Careggi a Firenze, Le Scotte a Siena e Cisanello a Pisa, nonché le Asl 1 di Massa Carrara e 6 di Livorno, per rinnovata esplicita ammissione della giunta stamani in Commissione, non sono ancora riuscite, a pochi giorni dal termine, a mettersi in regola. Pazzesco: qui si fanno le norme distinguendo tra figli e figliastri, dal momento con i privati non si è certo così flessibili»: a dar fuoco alle polveri della polemica è il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI), che già nei giorni scorsi aveva denunciato la posizione di irregolarità in cui opera una fetta più che consistente della sanità toscana.
«La scadenza naturale – ricorda Mugnai – sarebbe stata al 2012. Su di essa, era intervenuta la Regione concedendo un biennio di proroga. Ora, con la fine dell’anno, la scadenza si andava avvicinando inesorabile. Dal primo di gennaio, i tre ospedali universitari e ben due aziende sanitarie si sarebbero trovati a operare senza le indispensabili garanzie circa il possesso di una pluralità di requisiti di sicurezza e di efficienza nei servizi. I privati, naturalmente, i termini li hanno rispettati, spesso facendosi carico di costi non indifferenti. La Asl 10 di Firenze ha provveduto solo pochi giorni fa, proprio in zona cesarini. Restano fuori due grosse Asl e, cosa gravissima, i tre maggiori ospedali della Toscana. Ma evidentemente, dato che la Regione ci ha convocati tutti a spron battuto per prorogare la proroga, si vede hanno fatto bene loro. Certo che così è facile: la giunta regionale fa le norme e se le aziende ‘dipendenti’ dalla giunta stessa non le rispettano, allora la giunta cambia le norme!»