La riorganizzazione burocratica dell'ente potrebbe migliorare l'approccio urbanistico alla città
di Lexdc
SIENA. Dappertutto è stato un fiorire di prese di posizione contro l’abolizione delle Province decisa dal governo Monti col “decreto SalvaItalia”. Ma sembra inutilmente. Il Viminale sta preparando un testo di legge che cancellerà le giunte e trasformerà i consigli in organismi con 8-10 membri eletti tra sindaci o consiglieri comunali del territorio. Monti vuole agire velocemente: il decreto già prevede il commissariamento delle sette province che dovrebbero andare al voto in primavera. Divenendo enti di secondo livello, i rappresentanti non sarebbero più eletti dai cittadini e le ex-province suddivise in due gruppi: con otto membri di consiglio se inferiori a 700.000 abitanti, dieci se superiori. Deciso poi il sistema elettorale, si aprirà la partita delle funzioni che avranno questi nuovi enti di area vasta, che dovranno essere determinate da leggi nazionali e regionali.
Attraverso l’Upi (Unione delle Province Italiane) c’è stata proposta un’autoriduzione delle province che passerebbero dalle attuali 107 a 60 più 10 città metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari e Reggio Calabria) ed eliminando una serie di agenzie e di apparati statali e regionali. Con un risparmio dichiarato di 5 miliardi di euro, mentre la proposta del governo porterebbe a un risparmio di appena 65 milioni per la spesa pubblica. In ogni caso si speria che serva a snellire la burocrazia che tiene inchiodata l’Italia nelle posizioni di retroguardia mondiale sull’efficienza delle Pubbliche Amministrazioni.
Ma il denaro speso per costruire il nuovo palazzo della Provincia in Viale Sardegna non sarà recuperato. Il nuovo ente che nascerà avrà a disposizione nuovi uffici in un edificio moderno ma di nessun pregio, in una zona già ingolfata di traffico in cui non è prevista una nuova viabilità di area. Anzi, l’ulteriore congestione di traffico che ci si attende, renderà impossibile perfino l’accesso alle ambulanze dirette alle Scotte, dato che non c’è lo spazio per creare una corsia preferenziale.
Non si sta facendo nemmeno un buon servizio alle imprese che hanno realizzato, o sono in fase di realizzazione, le nuove aree insediative di seguito al nuovo palazzo della Provincia o alla lottizzazione ex-Socini: in certe ore si fa già la fila oggi per il traffico eccessivo. E i soldi per realizzare il nodo intermodale e la prosecuzione della strada fiume? Se è già disponibili, forse era buona pratica aver messo mano alle infrastrutture necessarie.
Corriamo il rischio di avere un altro mostro pluriennale, come è stato la costruzione dei palazzi e della viabilità fra Via Caduti di Vicobello e Viale Sclavo, con quello spigolo di edificio pericolosissimo, che ha caratterizzato la viabilità della zona per diversi anni.
Senza contare che il risultato è quantomeno discutibile. la viabilità non scorre mai bene, il tragitto per andare da un posto all’altro è artificialmente allungato, così da aumentare costi (o infrazioni al codice della strada). Per non parlare dell’acquedotto medievale, sul cui percorso insistono le fondamenta dei nuovi palazzi. Sarebbe interessante sapere quali e quanti danni sono stati creati a un monumento principe della storia senese…