L'accordo firmato dall'azienda, dalla Rsu e dal sindacato

di Augusto Mattioli
SIENA. Un altro nodo della lunga crisi senese arriva al pettine. Dal prossimo 31 agosto dieci persone se ne andranno dalla Siena Biotech, l’azienda strumentale della Fondazione Mps, in cui l’ente – negli anni grassi – aveva investito molto, realizzando una nuova sede e assumendo personale Forse più di quanto fosse necessario. La stessa cosa accadde molti anni fa alla Sclavo, che entrò in crisi dopo una gestione che aveva gonfiato gli organici, e fu venduta a pezzi dalla famiglia Marcucci.
Nel marzo di quest’anno alla Siena Biotech era stata aperta una procedura di licenziamento collettivo riguardante 36 dipendenti sui 72 allora in organico. Il numero si è ridotto a 17 e tra queste ci sono le dieci persone che lasceranno il lavoro. Racconta una fonte che alcune di queste dieci persone sono state in cassa integrazione in deroga a zero ore dal 26 aprile del 2012 fino ad oggi, escludendo il periodo tra l’ottobre del 2013 e il marzo 2014 quando la cassa integrazione era di un giorno alla settimana.
“In tutto questo tempo la Siena Biotech – spiega la fonte- non ha mai avuto un minimo di solidarietà per le persone che erano a zero ore e non ha mai accettato di fare la minima rotazione fra le persone in cassa e quelle che erano rimaste dentro, anche se il carico di lavoro non era tale da giustificare delle differenze nel trattamento delle persone e soprattutto non c’era un piano industriale che indicasse una nuova pianificazione lavorativa e tantomeno organizzativa”.
Lo scorso 9 luglio l’azienda, il sindacato e la Rsu – presenti anche Confindustria Siena e il sindacalista Marco Goracci della Cgil chimici – è stato firmato un accordo di conciliazione per l’incentivo all’esodo di chi ha ricevuto la lettera di licenziamento firmata dal direttore generale dell’azienda Russel Thomas. In essa si fanno presenti le cause che hanno portato alla riduzione di personale. ”Dovute – vi si legge – a fattori esterni all’azienda e alle mutate condizioni economiche e finanziarie dell’azionista unico (la Fondazione Mps -ndr), che non consentono alla Siena Biotech di sviluppare la propria attività di ricerca scientifica ad alto rischio e il ritorno economico dall’esito molto incerto se non modificando il proprio modello di business”. Considerazioni alle quali seguono le comunicazioni del licenziamento.
L’accordo di conciliazione prevede che per mitigare le conseguenze economiche della perdita del lavoro venga corrisposta un’integrazione equivalente ad otto mesi di stipendio mentre è prevista anche “un’ulteriore cifra lorda a titolo di integrazione”. Inoltre un’azienda specializzata si occuperà di cercare un’occupazione adeguata per i licenziati “in tempi i più rapidi possibili”.