SIENA. Il 13 settembre è il World Sepsis Day, la giornata mondiale della sepsi, patologia che viene descritta come una risposta incontrollata da parte del sistema immunitario di una persona, che presenta un’infezione che può danneggiare progressivamente organi e tessuti e che può portare a shock e morte. Si tratta un’iniziativa globale che ha l’obiettivo di far crescere la consapevolezza su una malattia che ogni anno si stima colpisca a livello mondiale 47-50 milioni di persone e provochi almeno 11 milioni di decessi (1 morto ogni 2,8 secondi).
Il tema sarà affrontato con partecipazione di esperti e professionisti del settore a Siena, venerdì 13 settembre, dalle ore 9 alle 17.30, nella Sala Italo Calvino del Santa Maria della Scala (Piazza Duomo, 1). È qui che si tiene il convegno “World Sepsis Day della Toscana – Tra continuità ed innovazione”, organizzato da ARS (Agenzia Regionale di Sanità della Regione Toscana) e dal GRC (Centro regionale gestione rischio clinico), nell’ambito delle attività del Gruppo tecnico regionale di lotta alla sepsi. Responsabili scientifici dell’evento sono i professori Mario Tumbarello, direttore Malattie infettive e tropicali dell’Aou Senese, e Sabino Scolletta, direttore del dipartimento Emergenza-Urgenza e della UOC Anestesia e rianimazione DEA, traumi e insufficienze d’organo. In particolare, il professor Scolletta inaugurerà il convegno con la lectio magistralis “La catena di sopravvivenza per la sepsi”, subito dopo i saluti istituzionali. Tanti poi i temi al centro della giornata con focus specifici su vari ambiti di prevenzione della sepsi: dalla medicina d’urgenza alla terapia intensiva, dalla microbiologia all’infettivologia, ecc.. Spazio poi alla rilettura dell’epidemiologia della sepsi in Toscana e alle nuove frontiere in termini di nuovi antibiotici per i batteri multiresistenti. Uno spazio specifico sarà dedicato agli specialisti in formazione sulla sepsi correlata all’assistenza e sulla sepsi in comunità. Prevista anche una sessione finale sugli indicatori di performance nel percorso sepsi, sul paziente settico immunocompromesso, sulla sepsi nel bambino, sul post-sepsi e sugli aspetti etici della sepsi nel fine-vita.
«La sepsi è assimilata alle altre patologie tempo-dipendenti, come l’infarto miocardico acuto e l’ictus o il trauma – commenta il professor Mario Tumbarello -. Infatti, come queste patologie più note, anche la sepsi necessita di essere riconosciuta, diagnosticata e trattata in poco tempo, con il coinvolgimento di varie figure professionali lungo differenti setting di cura, dalla medicina di base, all’emergenza fino al reparto di degenza e l’area critica. Queste giornate di lavoro – conclude Tumbarello – aiutano nel condividere il corretto approccio per questa patologia, cercando di aumentare la sensibilità nella diagnosi e la necessità di trattarla in modo rapido e coordinato, svolgendo un numero elevato di azioni».