"Le politiche perseguite dai vari governi e dalle istituzioni hanno un obiettivo chiaro: vendere la nostra salute privatizzandola"
SIENA. Quello a cui stiamo assistendo in ambito sanitario è un qualcosa di diabolico e perverso. Che per il capitale, la medicina e la salute dei cittadini stia diventando sempre di più uno strumento di profitto è ormai palese ed evidente. Ogni cittadino deve perciò avere la consapevolezza che il profitto quindi sarà di conseguenza prioritario rispetto a quello dell’utenza.
I tagli effettuati in questi anni con i vari provvedimenti governativi e attraverso la conferma del blocco delle assunzioni stanno facendo pagare i costi della crisi sempre di più alle fasce più deboli della popolazione e ai lavoratori. Le politiche perseguite dai vari governi e dalle istituzioni hanno un obiettivo chiaro: vendere la nostra salute privatizzandola. Per questo motivo il servizio pubblico si riduce in maniera sempre più drastica togliendo risorse umane e finanziamenti necessari per il suo buon funzionamento. I lavoratori e le lavoratrici della sanità si trovano coinvolti in un processo di destrutturazione del sistema sanitario che lasciandoli gli unici protagonisti della necessità di adeguare la risposta sanitaria alle necessità del Paese. Un processo lungo di graduale privatizzazione del sistema sanitario nazionale verso la creazione di un sistema pubblico residuale e di un più generale progressivo arretramento. Un processo degenerato nel corso del tempo e che oggi si palesa in tutta la sua mostruosità: la conversione della salute in merce. una salute merce, una sanità profitto, una prevenzione azzerata, una qualità assistenziale inesistente perché basata su carichi di lavoro insopportabili e su una precarizzazione totale di ogni diritto dei lavoratori. La concessione ai privati dell’intera gestione degli ospedali è un qualcosa di diabolico. Ogni giorno piccoli ospedali e servizi territoriali vengono chiusi, le lista d’attesa per visite e esami si allungano costringendo i cittadini a migrare nel territorio per ricevere adeguate prestazioni; l’accesso a servizi di qualità per tutti non è più garantito.