Apre a Siena il primo centro italiano di intervento sanitario e forense
SIENA. Il Centro Studi, prevenzione e supporto allo stupro ed a reati predatori su adulti e minori di cui è responsabile Antonella Marchi, nasce a Siena con la partnership di Luciano Garofano, presidente dell’Accademia Italiana Scienze Forensi, e DID-Diritto all’Indagine Difensiva. La presentazione domani (25 giugno) alle 11,30 presso Agi Medica di viale Toselli.
L’approccio scientifico “rigoroso” alla ricerca di materiale biologico e tracce di vario tipo, come indicano i casi alla ribalta della cronaca, divengono fondamentali per profilare ed individuare l’autore del reato (sex-offender).
La novità, prima ed unica nel nostro Paese in seguito alla riforma dell’art. 111 della Costituzione e l’art. 327 bis c.p.p. e seguenti, è la possibilità per la persona offesa di scegliere fin dal momento in cui si è consumato l’atto predatorio e violento, di avere un difensore che può svolgere investigazioni per ricercare ed individuare elementi di prova a favore del proprio assistito, avvalendosi di una propria consulente tecnica con specifiche competenze; quindi di recarsi nel Centro ed in modo “riservato” essere supportata/o e raccogliere le “tracce” della violenza. La dottoressa Marchi porta in Italia due Sex-Kit (per adulti e bambini) ad oggi presenti solo all’estero e la possibilità di effettuare il test di parentela del DNA. La raccolta di DNA sulla scenda del crimine e comunque della prova scientifica è uno dei primi e più importanti passi nel processo che può stabilire una relazione tra la scena ed il sospetto; la conservazione delle prove e la repertazione è fondamentale per le indagini così come la catena di custodia. Tramite il suo sito, darà indicazioni semplici alla popolazione ed alle vittime di reati a sfondo sessuale per la salvaguardia e la custodia dei mezzi di prova, che ha inizio proprio dalla telefonata che la vittima farà al Centro.
Altro importante aspetto innovativo, è la possibilità del recupero del sex offender di cui fino ad oggi si è poco parlato; quindi supporto alla vittima ma anche a chi commette il reato mediante un intervento psicologico cognitivo comportamentale. L’approccio alla scena del crimine che effettueremo, che nel nostro caso sarà sia la persona che il luogo dove questo si è consumato, sarà estremamente severo utilizzando linee guida e protocolli e grande attenzione a non contaminare. Il primo fattore di successo nell’ambito forense nella ricerca della prova, è sicuramente la collaborazione con altri tecnici e l’umiltà, affrontando in modo globale ogni caso anche ricercando la collaborazione dei colleghi all’estero.
“A partire dall’autunno – sottolinea Marchi – sarà presente sul sito internet, un calendario di eventi formativi progettati in collaborazione con i nostri partner, in merito alla scena del crimine che sappiamo essere apportatrice di elementi risolutivi, ma dobbiamo pretendere metodo, ordine, sistematicità e non caos, come talvolta avviene durante gli interventi dei sanitari o del first responder che si muovono senza seguire una check list, non considerando il probabile effetto di distruggere le tracce”.
http://www.ostetricalegaleforense.it/
L’approccio scientifico “rigoroso” alla ricerca di materiale biologico e tracce di vario tipo, come indicano i casi alla ribalta della cronaca, divengono fondamentali per profilare ed individuare l’autore del reato (sex-offender).
La novità, prima ed unica nel nostro Paese in seguito alla riforma dell’art. 111 della Costituzione e l’art. 327 bis c.p.p. e seguenti, è la possibilità per la persona offesa di scegliere fin dal momento in cui si è consumato l’atto predatorio e violento, di avere un difensore che può svolgere investigazioni per ricercare ed individuare elementi di prova a favore del proprio assistito, avvalendosi di una propria consulente tecnica con specifiche competenze; quindi di recarsi nel Centro ed in modo “riservato” essere supportata/o e raccogliere le “tracce” della violenza. La dottoressa Marchi porta in Italia due Sex-Kit (per adulti e bambini) ad oggi presenti solo all’estero e la possibilità di effettuare il test di parentela del DNA. La raccolta di DNA sulla scenda del crimine e comunque della prova scientifica è uno dei primi e più importanti passi nel processo che può stabilire una relazione tra la scena ed il sospetto; la conservazione delle prove e la repertazione è fondamentale per le indagini così come la catena di custodia. Tramite il suo sito, darà indicazioni semplici alla popolazione ed alle vittime di reati a sfondo sessuale per la salvaguardia e la custodia dei mezzi di prova, che ha inizio proprio dalla telefonata che la vittima farà al Centro.
Altro importante aspetto innovativo, è la possibilità del recupero del sex offender di cui fino ad oggi si è poco parlato; quindi supporto alla vittima ma anche a chi commette il reato mediante un intervento psicologico cognitivo comportamentale. L’approccio alla scena del crimine che effettueremo, che nel nostro caso sarà sia la persona che il luogo dove questo si è consumato, sarà estremamente severo utilizzando linee guida e protocolli e grande attenzione a non contaminare. Il primo fattore di successo nell’ambito forense nella ricerca della prova, è sicuramente la collaborazione con altri tecnici e l’umiltà, affrontando in modo globale ogni caso anche ricercando la collaborazione dei colleghi all’estero.
“A partire dall’autunno – sottolinea Marchi – sarà presente sul sito internet, un calendario di eventi formativi progettati in collaborazione con i nostri partner, in merito alla scena del crimine che sappiamo essere apportatrice di elementi risolutivi, ma dobbiamo pretendere metodo, ordine, sistematicità e non caos, come talvolta avviene durante gli interventi dei sanitari o del first responder che si muovono senza seguire una check list, non considerando il probabile effetto di distruggere le tracce”.
http://www.ostetricalegaleforense.it/