SIENA. Eseguito alle Scotte, circa due mesi fa, un intervento innovativo nel suo genere, su un giovane paziente affetto da una grave forma di epilessia post-traumatica. Al termine del processo di ripresa e normalizzazione del caso, è stata data notizia dell’operazione, la quale è stata resa possibile grazie alla stretta collaborazione tra i medici del policlinico Santa Maria alle Scotte e quelli dell’ospedale pediatrico Meyer.
In particolare l’intervento è stato eseguito dal neurochirurgo Flavio Giordano, con l’ausilio del neurochirurgo Federico Mussa, coordinati dal neurochirurgo pediatrico Lorenzo Genitori, in collaborazione, per quanto concerne l’inquadramento diagnostico e l’approccio terapeutico medico, con i dottori Raffaele Rocchi e Gianpaolo Vatti dell’U.O.C Neurologia, con il professor Alessandro Rossi, direttore dell’U.O.C. Neurofisiologia Clinica e con la dottoressa Antonella Buscalferri dell’U.O.C. Anestesia e
Terapia Intensiva Neurochirurgica.
Al paziente, un giovane di 23 anni di Parma, che soffriva di epilessia da molti anni, è stato impiantato un device simile a un pacemaker, un particolare stimolatore del nervo vago che, mandando impulsi al cervello, ne controlla l’attività elettrica, regolandola e normalizzandola.
“Questa tecnica adottata – spiega Genitori – è già in uso presso il policlinico, ma per altre tipologie di epilessia e depressione, infatti l’aspetto innovativo di questo intervento deriva dall’evere applicato la stimolazione vagale a un caso di epilessia post-traumatica. Il paziente aveva appunto manifestato una totale resistenza alla terapia farmacologica convenzionale e non sarebbe stato possibile il solo intervento neurochirurgico di interruzione degli impulsi elettrici anomali”.
Fondamentale, per il raggiungimento dell’eccellente risultato ottenuto, è stato l’inquadramento neurofisiologico, grazie al quale si è potuto identificare con elevata precisione le aree cerebrali interessate dal trauma causa dell’epilessia.
“Siamo molto soddisfatti – afferma il direttore generale Paolo Morello Marchese – del risultato raggiunto, frutto di un approccio multidisciplinare che l’Azienda si impegna a sostenere e a sviluppare ulteriormente con l’obiettivo di costruire un centro a valenza nazionale per la diagnosi e la cura dell’epilessia, con particolare attenzione per le forme farmacoresistenti”. Si è trattato infatti di un’operazione rara, effettuata in pochi centri in Italia e nel mondo. “Il risultato clinico – conclude il dottor Rocchi – è di grande soddisfazione in quanto siamo riusciti a ridurre drasticamente le crisi epilettiche del ragazzo, passate da una trentina al giorno a un paio ogni due settimane. Il giovane paziente è stato dimesso ed è tornato alla normalità quotidiana”.
In particolare l’intervento è stato eseguito dal neurochirurgo Flavio Giordano, con l’ausilio del neurochirurgo Federico Mussa, coordinati dal neurochirurgo pediatrico Lorenzo Genitori, in collaborazione, per quanto concerne l’inquadramento diagnostico e l’approccio terapeutico medico, con i dottori Raffaele Rocchi e Gianpaolo Vatti dell’U.O.C Neurologia, con il professor Alessandro Rossi, direttore dell’U.O.C. Neurofisiologia Clinica e con la dottoressa Antonella Buscalferri dell’U.O.C. Anestesia e
Terapia Intensiva Neurochirurgica.
Al paziente, un giovane di 23 anni di Parma, che soffriva di epilessia da molti anni, è stato impiantato un device simile a un pacemaker, un particolare stimolatore del nervo vago che, mandando impulsi al cervello, ne controlla l’attività elettrica, regolandola e normalizzandola.
“Questa tecnica adottata – spiega Genitori – è già in uso presso il policlinico, ma per altre tipologie di epilessia e depressione, infatti l’aspetto innovativo di questo intervento deriva dall’evere applicato la stimolazione vagale a un caso di epilessia post-traumatica. Il paziente aveva appunto manifestato una totale resistenza alla terapia farmacologica convenzionale e non sarebbe stato possibile il solo intervento neurochirurgico di interruzione degli impulsi elettrici anomali”.
Fondamentale, per il raggiungimento dell’eccellente risultato ottenuto, è stato l’inquadramento neurofisiologico, grazie al quale si è potuto identificare con elevata precisione le aree cerebrali interessate dal trauma causa dell’epilessia.
“Siamo molto soddisfatti – afferma il direttore generale Paolo Morello Marchese – del risultato raggiunto, frutto di un approccio multidisciplinare che l’Azienda si impegna a sostenere e a sviluppare ulteriormente con l’obiettivo di costruire un centro a valenza nazionale per la diagnosi e la cura dell’epilessia, con particolare attenzione per le forme farmacoresistenti”. Si è trattato infatti di un’operazione rara, effettuata in pochi centri in Italia e nel mondo. “Il risultato clinico – conclude il dottor Rocchi – è di grande soddisfazione in quanto siamo riusciti a ridurre drasticamente le crisi epilettiche del ragazzo, passate da una trentina al giorno a un paio ogni due settimane. Il giovane paziente è stato dimesso ed è tornato alla normalità quotidiana”.