Evento organizzato dal network "Ditelo sui tetti"
FIRENZE. Il network “Ditelo sui Tetti”, rete con più di 100 associazioni aderenti, ha organizzato in contemporanea in 9 Regioni italiane (Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia e Veneto), tra cui anche la Toscana: “THE CARE DAY. “Un centinaio di relatori, politici, giuristi, bioeticisti, vescovi e giornalisti hanno lanciato un messaggio di vita e di “”non abbandono” dei malati e dei fragili, la necessità della diffusione nel nostro paese delle cure palliative, affermando che “inguaribile” non significa “incurabile” e che tutti hanno il diritto “di non soffrire”, il diritto di essere accompagnati, il diritto di una risposta ai bisogni fisici, psichici, sociali, spirituali e relazionali.
A Firenze, a palazzo Pegaso, nell’auditorium Giovanni Spadolini, si è così svolto il 18 gennaio 2024 THE CARE DAY, ringraziamo il consigliere Francesco Torselli, per averci permesso di organizzare il seminario come network “Ditelo sui Tetti” nella sede del consiglio regionale.
Sono intervenuti alla presenza delle realtà palliativiste presenti nella nostra regione,(il direttore della scuola di Specializzazione in Cure Palliative dell’Università di Firenze Prof. Gianluca Villa, la responsabile di U.F. Cure Palliative e Hospice Prato e Pistoia Dott.ssa Sabrina Pientini, e la dott.ssa Silvia Leoni ,coordinatore di ANT Toscana), la dott.ssa Costanza Galli, Direttore UOC Cure Palliative Azienda Toscana Nord-ovest, che ha fatto emergere i bisogni, le richieste dei pazienti e nello stesso tempo i nodi cruciali da risolvere nella nostra regione, per dare piena attuazione al Piano Regionale per le Cure Palliative 2023-2026 (delibera regionale n. 960 del 07/08/2023), che si inserisce nel quadro normativo definito dalla legge 38/2010 e dei provvedimenti attuativi di riforma dell’assistenza sanitaria territoriale.
Il prof Francesco Farri, Prof. Associato di Diritto Finanziario Università degli Studi di Genova, membro del Centro Studi Rosario Livatino, ha svolto considerazioni sul piano giuridico rispetto alla proposta di legge regionale di iniziativa popolare “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per l’effetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 242/2019” presentata in diversi consigli regionali e non approvata nei giorni scorsi nel consiglio regionale del Veneto. Il prof. Farri ha sottolineato che la sentenza non istituisce un “diritto al suicidio” ma si limita a dichiarare la non punibilità dell’aiuto al suicidio in alcune condizioni. Ha inoltre evidenziato i profili di palese incostituzionalità, della stessa proposta di legge. Il suo intervento completo disponibile nel sito:(Note circa la proposta di legge regionale sul suicidio assistito (centrostudilivatino.it)
La Dott.ssa Giulia Bovassi, Bioeticista e ricercatore ha offerto un contributo prezioso sostenendo tra l’altro che: “La Palliazione -come diceva Cicely Saunders- subentra per «aggiungere più vita ai giorni non più giorni alla vita», sintetizzando i principi bioetici e biogiuridici di beneficialità (obbligo medico di perseguire il massimo bene possibile per i suoi pazienti) e non maleficenza (non nuocere; la morte nella palliazione non è cercata come preferibile all’alternativa della vita, né combattuta con ostinazione irragionevole, ma accettata come processo naturale ineluttabile). Sono il risultato di un’estrema lucidità nel bilanciamento tra sapienza e saggezza”.
La Dott.ssa Giuliana Ruggieri, presidente dell’Osservatorio di Bioetica di Siena e membro del Comitato Nazionale di Bioetica nelle conclusioni ha sottolineato che non è un problema di libertà di scelta, che rimane drammaticamente una possibilità personale ma occorre chiedersi quale è la direzione verso cui orientare “per legge” il servizio sanitario. THE CARE DAY in Toscana vuole essere l’inizio di work-progress, di un dialogo non ideologico, necessario per un confronto libero, in particolare con tutti i politici, i consiglieri regionali perché interessa tutti noi, ma soprattutto coinvolge le persone più fragili che una società degna di questo nome non può, mai e poi mai, abbandonare a sé stessi.