FIRENZE. “Integrare gli interventi di contrasto al tabagismo nelle politiche regionali di tutela della salute”: questo il titolo del convegno in programma oggi presso l’Auditorium del Nuovo Ingresso Careggi dalle 8.45 alle 14. Ad organizzare l’evento, l’Azienda USL 7 Siena, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi e l’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologia ISPO. Nel corso del convegno saranno presentati i contenuti dell’aggiornamento delle “Linee Guida sul tabagismo” della Regione Toscana. Un’occasione di aggiornamento importante per medici e operatori sanitari, che ogni giorno si trovano a fronteggiare i danni provocati sui pazienti toscani dal fumo, una dipendenza che riguarda, solo nella nostra regione, 700mila persone. La disassuefazione da fumo, a qualsiasi età la si metta in atto, comporta vantaggi noti ormai da tempo. Chiudere con la sigaretta migliora lo stato di salute a breve e a lungo termine. Infatti se un uomo di 45 anni che fuma un pacchetto di sigarette il giorno riesce a smettere, guadagna 7 anni di vita e riduce di oltre il 50% il rischio di morire nei prossimi 10 anni di tumore del polmone, infarto del miocardio, ictus cerebrale, bronchite cronica ed enfisema polmonare. Non mancano i benefici anche sotto il profilo economico: infatti, considerando che il costo di un pacchetto è di circa 5 euro, può risparmiare circa 20mila euro nell’arco di dieci anni.
Le linee guida toscane sul tabagismo forniscono raccomandazioni circa quello che si può fare per limitare l’epidemia da tabacco in Toscana. Sono forniti anche suggerimenti agli operatori sanitari toscani su come affrontare il tema della sigaretta elettronica con i fumatori che già la usano o che sono in procinto di usarla. Il convegno sarà l’occasione per fare un punto su come inserire gli interventi di contrasto al tabagismo sviluppati in Toscana negli ultimi anni all’interno dei percorsi di cura delle strutture sanitarie toscane, in modo da trasformare questi progetti in veri e propri processi routinari all’interno delle politiche regionali di tutela della salute.
Giuseppe Gorini, epidemiologo ISPO, della segreteria scientifica del convegno, inquadra così il problema: “Ogni anno in Toscana muoiono circa 5.500 persone per patologie fumo-correlate. E’ come se ogni mese si schiantasse sul Monte Morello o sul Monte Serra un Boeing 747 da 500 posti. Purtroppo però il fumo non fa notizia. I fumatori nella nostra regione sono circa 700.000, di cui 300.000 tra i 40 e i 60 anni, quelli che nei prossimi anni si ammaleranno più frequentemente di malattie fumo-correlate. Quindi è proprio su di loro che si dovrebbe focalizzare l’attenzione. In Toscana purtroppo spesso i fumatori smettono dopo i 60 anni, ormai quando le patologie fumo-correlate sono già insorte. Ecco perchè questa integrazione delle Linee Guida sul tabagismo è incentrata appunto sugli interventi per smettere di fumare in 10 anni”. Cosa si può fare? “Medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari in genere dovrebbero consigliare proprio a tutti i fumatori di smettere, anche se sono essi stessi fumatori – continua Gorini – Ovviamente non si obbliga nessuno a smettere, ma sempre di più diventa uno dei compiti irrinunciabili delle professioni sanitarie quello di consigliare stili di vita sani. Inoltre la Regione Toscana potrebbe sviluppare una linea telefonica gratuita dedicata ai fumatori toscani, definita “Quitline”, per aiutarli a smettere seguendoli passo passo nel processo di disassuefazione. Affiancato alla Quitline, la Regione potrebbe sviluppare un sito web dedicato alla disassuefazione. Tutto questo in modo da incoraggiare il più possibile i fumatori toscani a smettere.”
“I ricercatori di Ispo – spiega Gianni Amunni, direttore generale dell’Istituto – sono impegnati da tempo nell’individuazione delle strategie più idonee per eliminare i principali fattori di rischio sul fronte delle patologie oncologiche. In questa direzione va anche lo studio Sprint, un progetto che ha previsto un’attività di counseling sullo smettere di fumare da parte delle operatrici impegnate nell’esecuzione dei test di screening per il tumore della cervice uterina”.