SIENA. Lo stato vegetativo permanente sarà il tema del dibattito pubblico che si terrà domani (13 maggio), nell'aula Magna storica del Rettorato dell'Università di Siena, a partire dalle ore 16.
Il dibattito, che è stato organizzato dal dipartimento di Filosofia e scienze sociali dell'Ateneo senese, diretto da Michela Pereira, cercherà di fornire un contributo razionale, critico e costruttivo alla discussione che si è recentemente sviluppata in Italia.
"Il nostro obiettivo – dice Christoph Lumer, docente di filosofia morale, promotore dell'incontro – è far sì che la discussione non si trinceri dietro norme legali in presunto favore di una determinata posizione, ma che si inoltri fino ai fondamenti valutativi. Negli ultimi mesi siamo stati testimoni di un confronto politico di ampie dimensioni su come trattare pazienti in stato vegetativo permanente, un confronto indotto dal caso Eluana Englaro e poi dalla discussione sul progetto di legge sul testamento biologico. Il confronto è stato bipolare, spesso polemico, talvolta anche diffamatorio, e raramente è stato trasformato in una discussione seria, che cerca di giustificare la propria posizione tramite argomenti approfonditi che vanno fino in fondo alla base scientifica-medica ed etica, permettendo così una valutazione critica del peso razionale delle varie posizioni".
Il primo intervento, di Antonio Federico, ordinario di neurologia dell'Università di Siena, fornirà le informazioni scientifiche-mediche sullo stato vegetativo permanente, sulla situazione neuronale di questo stato, l'esperienza (o non-esperienza) soggettiva
del paziente, l'andamento della questa patologia, le prospettive di guarigione. Christoph Lumer presenterà quindi una difesa di una posizione liberale, che si basa, fra l'altro, sulla valutazione della rispettiva qualità della vita e una determinazione dei diritti degli esseri in dipendenza del loro stato ontologico, sull'autonomia dei soggetti, nonché su considerazioni di giustizia distributiva. Patrizia Funghi, studiosa di bioetica presso il centro interdipartimentale di Bioetica e biodiritto dell'Università di Siena, articolerà il suo intervento a partire dal codice deontologico dei medici, e presenterà il concetto della sacralità della vita, sostenuto tra l'altro da molti di coloro che partono da posizioni vicine al cattolicesimo. La successiva discussione, aperta al pubblico, sarà moderata da Francesco Allegri, docente di Bioetica presso il dipartimento di Filosofica e scienze Sociali dell'Università di Siena.
Il dibattito, che è stato organizzato dal dipartimento di Filosofia e scienze sociali dell'Ateneo senese, diretto da Michela Pereira, cercherà di fornire un contributo razionale, critico e costruttivo alla discussione che si è recentemente sviluppata in Italia.
"Il nostro obiettivo – dice Christoph Lumer, docente di filosofia morale, promotore dell'incontro – è far sì che la discussione non si trinceri dietro norme legali in presunto favore di una determinata posizione, ma che si inoltri fino ai fondamenti valutativi. Negli ultimi mesi siamo stati testimoni di un confronto politico di ampie dimensioni su come trattare pazienti in stato vegetativo permanente, un confronto indotto dal caso Eluana Englaro e poi dalla discussione sul progetto di legge sul testamento biologico. Il confronto è stato bipolare, spesso polemico, talvolta anche diffamatorio, e raramente è stato trasformato in una discussione seria, che cerca di giustificare la propria posizione tramite argomenti approfonditi che vanno fino in fondo alla base scientifica-medica ed etica, permettendo così una valutazione critica del peso razionale delle varie posizioni".
Il primo intervento, di Antonio Federico, ordinario di neurologia dell'Università di Siena, fornirà le informazioni scientifiche-mediche sullo stato vegetativo permanente, sulla situazione neuronale di questo stato, l'esperienza (o non-esperienza) soggettiva
del paziente, l'andamento della questa patologia, le prospettive di guarigione. Christoph Lumer presenterà quindi una difesa di una posizione liberale, che si basa, fra l'altro, sulla valutazione della rispettiva qualità della vita e una determinazione dei diritti degli esseri in dipendenza del loro stato ontologico, sull'autonomia dei soggetti, nonché su considerazioni di giustizia distributiva. Patrizia Funghi, studiosa di bioetica presso il centro interdipartimentale di Bioetica e biodiritto dell'Università di Siena, articolerà il suo intervento a partire dal codice deontologico dei medici, e presenterà il concetto della sacralità della vita, sostenuto tra l'altro da molti di coloro che partono da posizioni vicine al cattolicesimo. La successiva discussione, aperta al pubblico, sarà moderata da Francesco Allegri, docente di Bioetica presso il dipartimento di Filosofica e scienze Sociali dell'Università di Siena.