Bocciate dalla Corte dei Conti, abolite da quella Costituzionale, buone per la regione Toscana
di Lexdc
SIENA. Il contenimento delle spese della sanità, che costituiscono la principale voce del bilancio delle regioni, è ritenuto un caposaldo condiviso dai cittadini e dai politici. Specialmente il taglio degli sprechi è un dovere delle Amministrazioni, per evitare ricadute negative sull’assistenza medica e sulle urgenze, che come si è visto nel recupero dei naufraghi della Costa Concordia, non mancano mai. Ora la Regione Toscana difende a spada tratta una sua creatura, la Società della Salute, soppressa dalla Finanziaria 2009, con conseguente rigetto a Roma del ricorso proveniente da Firenze. Chiaramente non obiettando allo Stato l’eventuale utilità della struttura burocratica, ma aggrappandosi ai cavilli e ai vuoti normativi che nelle leggi italiane non mancano mai.
In regione sono state costituite molte più SdS di quante sono le Usl, ciascuna con un direttore generale da 110.000,00 euro di stipendio annuale, a cui vanno aggiunti 5.164,57 euro di integrazione per formazione e 22.000,00 euro di compenso per risultati raggiunti: nonostante la trasparenza dichiarata, non ci è spiegato se i guadagni sono netti o lordi, differenza non da poco. Per far cosa? Senza andare troppo a indagare, abbiamo visto che la Società della Salute Altavaldelsa è un doppione della Fondazione Territori sociali Altavaldelsa che ha ricevuto dalla Fondazione MPS nel 2011 500.000,00 euro per la sua attività. Peraltro i bilanci di come sono spesi i soldi, benché la Fondazione FTSA sia pubblica, non sono stati pubblicati: con la scusa della gestione dei servizi sociali siamo in presenza dell’ennesimo carrozzone elettoralistico?
Le Società della Salute in Toscana sono 33 (se non abbiamo contato male) e temiamo che altre inutili sovrapposizioni esistano. Il presidente Rossi e la giunta dovrebbero, ad avviso di tanti, verificare velocemente la situazione e tagliare questi costi inutili immediatamente: perché le tasse che impongono ai cittadini sono immediate e tanti tergiversamenti sanno proprio da “casta”. Che siano inutili lo ha certificato la Corte dei Conti e la Giunta Regionale ne ha preso atto con la delibera n. 243 dell’aprile 2011, sic et simpliciter. Per aumentare la confusione, vi informiamo che le quattro Società della Salute presenti in provincia di Siena (Altavaldelsa, Senese, Valdichiana senese, Amiata Valdorcia) non hanno ancora deliberato nulla per l’anno 2012 e si presume che agiscano in regime di proroga.
Ecco il giudizio lapidario espresso della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti della Regione Toscana, contenuta all’interno della relazione sulle politiche sanitarie toscane negli anni 2007 e 2008, sulla sperimentazione del consorzio tra Comuni ed aziende USL per la gestione dei servizi territoriali ad integrazione socio sanitaria (area materno infantile, disabili, anziani, dipendenze, patologie psichiatriche, malati terminali) che, secondo la magistratura contabile, non sembra aver ridotto l’accesso improprio alle strutture ospedaliere da parte dei pazienti con le patologie sopra indicate, con particolare riferimento alla popolazione anziana: “Le Società della Salute non sembrano aver avuto un significativo impatto sulla programmazione socio sanitaria regionale e sulla relativa distribuzione delle risorse, confermando i dubbi sulla funzionalità di queste strutture”. Come avrebbe detto Bartali “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!”