SIENA. Dal cuore al rene alla scoperta di nuove correlazioni mediche, questo è l’argomento che sarà trattato al convegno internazionale "La sindrome cardio-renale: attualità e prospettive”, che si terrà giovedì 3 e venerdì 4 settembre presso la sala convegni del complesso museale Santa Maria della Scala.
“Per la prima volta in Toscana – spiega il professor Ranuccio Nuti, direttore del dipartimento di Medicina Clinica a indirizzo specialistico – noti esperti nel campo delle malattie cardiovascolari e delle patologie renali, si confronteranno sulla stretta interazione tra insufficienza cardiaca e insufficienza renale”.
I dati epidemiologici indicano che la metà dei pazienti cardiopatici è affetta da scompenso cardiaco e che di questi il 40% presenta un’alterazione dei parametri di funzionalità renale. “Tale dato – spiega il dottor Alberto Palazzuoli, responsabile dell’ambulatorio di Cardiologia del dipartimento di Medicina Clinica a indirizzo specialistico – nonostante costituisca uno degli aspetti emergenti delle discussioni scientifiche, è ancora scarsamente riportato negli studi multicentrici internazionali. Il nostro obiettivo – aggiunge Palazzuoli – è quello di valutare e approfondire i complessi meccanismi fisiopatologici che scaturiscono dall’interazione cuore-rene, individuare le migliori strategie diagnostiche e terapeutiche e gettare le basi per l’individuazione di linee guida”.
Dibattere scientificamente e in modo strutturato, processi come l’ipoperfusione renale, ossia la minor affluenza di sangue nel rene, la riduzione della funzione cardiaca e renale o l’attivazione neuro-ormonale, potrebbe aprire la strada a importanti conquiste mediche dai risvolti pratici positivi, per tutti i pazienti cardiopatici con un’insufficienza renale associata.
“Il convegno – conclude il professor Nuti – rappresenta non solo un ottimo strumento di promozione e divulgazione di autorevoli studi scientifici, ma anche un'importante occasione di confronto sul nuovo modo di trattare il paziente cardiopatico, considerando le più frequenti patologie associate quali l’insufficienza renale, l’anemia,
e gli squilibri metabolici”.
“Per la prima volta in Toscana – spiega il professor Ranuccio Nuti, direttore del dipartimento di Medicina Clinica a indirizzo specialistico – noti esperti nel campo delle malattie cardiovascolari e delle patologie renali, si confronteranno sulla stretta interazione tra insufficienza cardiaca e insufficienza renale”.
I dati epidemiologici indicano che la metà dei pazienti cardiopatici è affetta da scompenso cardiaco e che di questi il 40% presenta un’alterazione dei parametri di funzionalità renale. “Tale dato – spiega il dottor Alberto Palazzuoli, responsabile dell’ambulatorio di Cardiologia del dipartimento di Medicina Clinica a indirizzo specialistico – nonostante costituisca uno degli aspetti emergenti delle discussioni scientifiche, è ancora scarsamente riportato negli studi multicentrici internazionali. Il nostro obiettivo – aggiunge Palazzuoli – è quello di valutare e approfondire i complessi meccanismi fisiopatologici che scaturiscono dall’interazione cuore-rene, individuare le migliori strategie diagnostiche e terapeutiche e gettare le basi per l’individuazione di linee guida”.
Dibattere scientificamente e in modo strutturato, processi come l’ipoperfusione renale, ossia la minor affluenza di sangue nel rene, la riduzione della funzione cardiaca e renale o l’attivazione neuro-ormonale, potrebbe aprire la strada a importanti conquiste mediche dai risvolti pratici positivi, per tutti i pazienti cardiopatici con un’insufficienza renale associata.
“Il convegno – conclude il professor Nuti – rappresenta non solo un ottimo strumento di promozione e divulgazione di autorevoli studi scientifici, ma anche un'importante occasione di confronto sul nuovo modo di trattare il paziente cardiopatico, considerando le più frequenti patologie associate quali l’insufficienza renale, l’anemia,
e gli squilibri metabolici”.