Da marzo il test sarà eseguito nella fascia d'età 34-64 anni
SIENA. Per la prevenzione del tumore alla cervice uterina ci sono delle interessanti novità. Dal prossimo mese di marzo prende il via lo screening del carcinoma cervicale attraverso il test dell’HPV per le donne nella fascia d’età 34-64 anni. Il classico Pap test, fino ad oggi realizzato per gli screening, gradatamente sarà sostituito dal test per la ricerca del Papilloma virus umano (test HPV). Il Pap test non scomparirà ma avrà la funzione di selezionare fra le donne risultate positive quelle da inviare all’approfondimento di secondo livello (test di triage).
Le prime tra le donne che saranno invitate sono quelle arrivate alla scadenza triennale prevista dall’ultimo pap test di screening eseguito.
Questo cambiamento diagnostico è supportato dai risultati della ricerca scientifica che si è avvalsa di numerosi trial randomizzati. La Toscana ha partecipato ad uno dei più importanti di questi studi, attraverso il coordinamento dell’Istituto per lo Studio e la Prevenzione oncologica (ISPO). Le evidenze sull’efficacia del Test HPV come test di screening primario sono riportate in un documento tecnico di sintesi delle evidenze pubblicato nei quaderni di Epidemiologia e Prevenzione.
In sintesi, i principi fondamentali da seguire affinché un programma con test HPV sia efficace sono: utilizzare un test HPV validato per lo screening; effettuare il test HPV solo nell’ambito di un programma di screening organizzato e monitorat; seguire protocolli appropriati di gestione delle donne risultate positive al test.
Il nuovo protocollo dello screening basato sul test HPV prevede che la donna effettui un doppio prelievo, uno per il test HPV e uno per il Pap test, che sarà letto però solo se il test HPV risulterà positivo. Le donne risultate negative al test saranno invitate a ripetere il test dopo 5 anni. Tale intervallo è stato dimostrato essere sicuro. Infatti, il numero di lesioni identificabili dopo 5 anni di intervallo da un test HPV negativo sono minori di quelle identificabili dopo un intervallo 3 anni da un Pap test negativo. Le donne risultate positive al test HPV ma con un Pap test negativo saranno invitate a ripetere il test HPV dopo 1 anno, mentre le donne con citologia anormale saranno invitate a fare una colposcopia.
Nel programma sono stati coinvolti anche i medici di medicina generale che, in qualità di medici di famiglia, hanno un ruolo fondamentale per garantire alle donne corretta informazione e favorire una loro partecipazione consapevole e informata ed aiutarle a meglio comprendere le peculiarità di questo screening.
“Il nostro consiglio in questo caso – spiega Simona Dei direttore sanitario della Usl Toscana Sud Est – come per gli atri screening del programma regionale, è di rispondere all’invito e fare l’esame, che con questa nuova modalità è ancora più efficace. Sono pochi minuti del proprio tempo, che possono fare la differenza. Il tumore del collo dell’utero, infatti, se preso in tempo ha elevate possibilità di completa guarigione, senza ricorrere ad interventi demolitivi”.