Avviata la fase di ascolto dei territori
FIRENZE. La ridefinizione delle zone distretto è l’ultimo passo della profonda riforma della sanità toscana. La commissione Sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd), ha avviato l’iter di approvazione della proposta di legge per la revisione dei distretti socio-sanitari. Dopo l’illustrazione della proposta di legge della seduta scorsa, si sono tenute ieri le consultazioni, un intenso confronto con sindaci e assessori, direttori e presidenti di Società della Salute. Nel primo pomeriggio, audizioni di rappresentanze sindacali e associazioni di volontariato. L’obiettivo è di raccogliere proposte concrete in merito alla definizione degli ambiti territoriali delle zone distretto. Sono stati sentiti presidenti e rappresentanti delle Società della salute di Firenze Nord-Ovest, Enrico Panzi; Mugello, Roberto Izzo; Valdichiana senese, Andrea Rossi; zona pisana, Sandra Capuzzi; Valdinievole, Pierluigi Galligani; Prato, Michele Mezzacapa. I sindaci, quello di Volterra, Marco Buselli, l’assessore di Arezzo, Lucia Tanti; i sindaci di Bibbiena, Daniele Bernardini; Sansepolcro, Mauro Cornioli; Cecina, Samuele Lippi; l’assessore di Siena, Anna Ferretti. Sentito anche Paolo Francesconi, per l’Agenzia regionale di sanità. Nelle audizioni del pomeriggio, sentito il segretario della Cgil Toscana, Mauro Fuso, a nome anche di Cisl e Uil; Alessandro Del Carlo, presidente regionale dell’associazione pensionati della Confederazione italiana agricoltori; Francesca Gori, coordinamento toscano gruppi di Aiuto Aiuto; l’associazione italiana mediatori familiari.
La definizione territoriale delle nuove zone distretto, ma anche l’aspetto normativo che regola la fase in cui si arriva alla definizione, le scelte, gli incentivi, le metodologie adottate dai Comuni, i tempi di decorrenza della nuova zonizzazione. Questi gli argomenti sul tavolo, con richieste di un ripensamento delle aree disegnate dalla riorganizzazione, richieste avanzate in particolare dalle aree periferiche; di attenzione nella definizione degli equilibri, con la necessità di attribuire un ruolo centrale alle società della salute; di definizione certa dei tempi di attuazione della riforma; fino all’attenzione richiamata sugli aspetti gestionali e operativi.
“La parte temporale delle norme transitorie è tutta da riscrivere – ha spiegato Scaramelli -. Contiamo di completare il lavoro della commissione nel mese di febbraio, l’iter di approvazione del Consiglio regionale dovrebbe concludersi nel mese di marzo. Poi si prospettano due fasi distinte: un periodo certo entro il quale i sindaci decideranno la metodologia per l’erogazione dei servizi, poi si dovrà decidere la data nella quale partiranno le nuove zonizzazioni, le nuove Società della salute, i nuovi servizi. La prima data possibile per questo approdo è il primo luglio o, in alternativa, il primo gennaio 2018. Sarà utile recepire dai territori le tempistiche più adeguate. Si troveranno di fronte ad adempimenti formali molto delicati”.
Con la riforma, gli ambiti territoriali vengono ridotti da 34 a 26, sulla base di alcuni criteri: le nuove zone distretto non possono comprendere più di 25 Comuni, né popolazione inferiore a 50mila abitanti. Non possono esserci zone distretto i cui Comuni afferiscano a due Asl differenti. La revisione si basa sulle stime, secondo le quali il 90 per cento dei bisogni socio-sanitari dei cittadini si riferisce alla zona distretto di appartenenza. Vengono accorpate le zone Alta Val di Cecina e Val d’Era; Bassa Val di Cecina e Val di Cornia; Empolese e Valdarno inferiore; Amiata senese, Val d’Orcia e Val di Chiana senese; Aretino, Casentinese e Valtiberina; Amiata grossetano, Colline metallifere e Grossetano. La proposta di legge detta una disciplina transitoria per garantire continuità nel passaggio dalle vecchie alle nuove zone distretto, prevedendo, tra le altre cose, il processo di fusione per incorporazione, nell’ipotesi in cui nella stessa zona distretto esistano più Società della salute. Sono inoltre previsti incentivi per le zone distretto accorpate: 100mila euro all’anno, nel periodo 2017-2021, per ciascuna zona oggetto di accorpamento.