di Jolanta Burzynska*
SIENA. Si è conclusa ieri (26 ottobre) a Firenze la terza edizione del Festival della Creatività, una manifestazione che ospita le più svariate espressioni del pensiero creativo, che spaziano dalla pittura alla fotografia, alla danza (classica, moderna, etnica brasiliana e orientale), alla musica della generazione hip hop di Tricky o quella classica di tutti i tempi, agli spettacoli teatrali alla creatività multimediale, all'arte culinaria e pasticcera e ovviamente alla moda che esprime la sua fantasia tutta italiana. L'affluenza non ha certo deluso le aspettative degli organizzatori, perchè già nella giornata d'inaugurazione il numero dei visitatori ha superato quota 90mila.
La manifestazione fiorentina dimostra che la creatività esercita un grande fascino sul pubblico ma non dimentichiamo che essa, da tempo, attira l'interesse della scienza ispirando numerose ricerche di neurofisiologia, psicologia, sociologia, pedagogia e filosofia.
Che cosa è la creatività e da dove nasce? Viene spesso considerata equivalente ad un talento artistico, ma non è soltanto un dono riservato a pochi. E' un tratto rilevante del comportamento umano, un modo particolare di pensare che implica originalità e fluidità, che rompe con i modelli esistenti introducendo qualcosa di nuovo.
Chi sa disegnare o suonare uno strumento è senz'altro una persona creativa, ma lo è anche chi sa destreggiarsi fra i problemi di tutti i giorni, come lo studio e il lavoro, trovando soluzioni nuove ed originali. La si può definire perciò come la capacità di coniugare conoscenza ed immaginazione. E' una caratteristica che dipende, in parte, dalle attitudini individuali in quanto utilizza un'intelligenza non logica ma intuitiva, collegata ad una predominanza della parte destra del cervello.
Le ricerche di Roger Sperry, premio Nobel per la medicina nel 1981, hanno chiaramente dimostrato che il cervello è diviso in due emisferi, specializzati ciascuno in uno proprio stile di pensiero ed in possesso di capacità diverse. La parte sinistra è responsabile del pensiero logico-razionale, sequenziale, analitico, deduttivo. Ci permette di ricordare i nomi delle persone, i numeri, di classificare gli oggetti, di comprendere un discorso o uno scritto, di fare conti, di scrivere, di cogliere i dettagli, di eseguire istruzioni un passo alla volta. E' indispensabile, per esempio, per fare un bilancio o per scrivere un progetto.
La parte destra processa le informazioni con maggiore velocità, in maniera non lineare, individuando le connessioni spaziali fra vari elementi in modo da produrre una visione globale. E' responsabile delle intuizioni, del pensiero sintetico, induttivo, permette di ricordare le facce delle persone. Entra in funzione quando dobbiamo affrontare le situazioni complesse, ambigue, poco chiare o confuse, o quando la quantità di stimoli è tale che non possiamo soffermarci a contemplare i dettagli, come quando siamo alla guida in mezzo al caos del traffico all'ora di punta.
L'emisfero destro viene considerato il maggior responsabile del pensiero creativo. Comunque i soggetti ai quali sono state interrotte le connessioni fra i due emisferi cerebrali, per curare un'epilessia refrattaria, si mostrano meno fantasiosi e creativi. Da ciò si può dedurre che per esprimere la creatività occorre una comunicazione efficace tra le due metà di cervello.
Gli studiosi cercano da anni di individuare i fattori predisponenti e le catteristiche di personalità degli individui considerati particolarmente creativi. Secondo una creativa per eccellenza, la pubblicitaria Annamaria Testi, "per determinare il successo creativo di un individuo contano due tipi di fattori: le caratteristiche di ciascuno, cioè l'intelligenza, la personalità, il temperamento, e l'ambiente. Cioè il contesto economico, storico, culturale e sociale in cui ciascuno cresce, apprende e, poi, si trova ad agire". L'intelligenza, afferma Guilford, è una qualità multifattoriale e comprende il pensiero divergente che si esprime quando la soluzione di un problema è aperta e sono possibili varie risposte. Il pensiero divergente ha un ruolo importante nell'atto creativo perchè permette di valutare diverse possibilità prima di decidere per una soluzione che sembra la migliore. Più ampia è la gamma di possibilità che l'individuo riesce ad elaborare, maggiore la probabilità che l'opzione scelta sia originale e innovativa.
La manifestazione fiorentina dimostra che la creatività esercita un grande fascino sul pubblico ma non dimentichiamo che essa, da tempo, attira l'interesse della scienza ispirando numerose ricerche di neurofisiologia, psicologia, sociologia, pedagogia e filosofia.
Che cosa è la creatività e da dove nasce? Viene spesso considerata equivalente ad un talento artistico, ma non è soltanto un dono riservato a pochi. E' un tratto rilevante del comportamento umano, un modo particolare di pensare che implica originalità e fluidità, che rompe con i modelli esistenti introducendo qualcosa di nuovo.
Chi sa disegnare o suonare uno strumento è senz'altro una persona creativa, ma lo è anche chi sa destreggiarsi fra i problemi di tutti i giorni, come lo studio e il lavoro, trovando soluzioni nuove ed originali. La si può definire perciò come la capacità di coniugare conoscenza ed immaginazione. E' una caratteristica che dipende, in parte, dalle attitudini individuali in quanto utilizza un'intelligenza non logica ma intuitiva, collegata ad una predominanza della parte destra del cervello.
Le ricerche di Roger Sperry, premio Nobel per la medicina nel 1981, hanno chiaramente dimostrato che il cervello è diviso in due emisferi, specializzati ciascuno in uno proprio stile di pensiero ed in possesso di capacità diverse. La parte sinistra è responsabile del pensiero logico-razionale, sequenziale, analitico, deduttivo. Ci permette di ricordare i nomi delle persone, i numeri, di classificare gli oggetti, di comprendere un discorso o uno scritto, di fare conti, di scrivere, di cogliere i dettagli, di eseguire istruzioni un passo alla volta. E' indispensabile, per esempio, per fare un bilancio o per scrivere un progetto.
La parte destra processa le informazioni con maggiore velocità, in maniera non lineare, individuando le connessioni spaziali fra vari elementi in modo da produrre una visione globale. E' responsabile delle intuizioni, del pensiero sintetico, induttivo, permette di ricordare le facce delle persone. Entra in funzione quando dobbiamo affrontare le situazioni complesse, ambigue, poco chiare o confuse, o quando la quantità di stimoli è tale che non possiamo soffermarci a contemplare i dettagli, come quando siamo alla guida in mezzo al caos del traffico all'ora di punta.
L'emisfero destro viene considerato il maggior responsabile del pensiero creativo. Comunque i soggetti ai quali sono state interrotte le connessioni fra i due emisferi cerebrali, per curare un'epilessia refrattaria, si mostrano meno fantasiosi e creativi. Da ciò si può dedurre che per esprimere la creatività occorre una comunicazione efficace tra le due metà di cervello.
Gli studiosi cercano da anni di individuare i fattori predisponenti e le catteristiche di personalità degli individui considerati particolarmente creativi. Secondo una creativa per eccellenza, la pubblicitaria Annamaria Testi, "per determinare il successo creativo di un individuo contano due tipi di fattori: le caratteristiche di ciascuno, cioè l'intelligenza, la personalità, il temperamento, e l'ambiente. Cioè il contesto economico, storico, culturale e sociale in cui ciascuno cresce, apprende e, poi, si trova ad agire". L'intelligenza, afferma Guilford, è una qualità multifattoriale e comprende il pensiero divergente che si esprime quando la soluzione di un problema è aperta e sono possibili varie risposte. Il pensiero divergente ha un ruolo importante nell'atto creativo perchè permette di valutare diverse possibilità prima di decidere per una soluzione che sembra la migliore. Più ampia è la gamma di possibilità che l'individuo riesce ad elaborare, maggiore la probabilità che l'opzione scelta sia originale e innovativa.
Oltre che per la flessibilità del pensiero, "gli individui particolarmente creativi in un particolare ambito sono caratterizzati," secondo lo psicologo statunitense Howard Gardner, "da certi tratti della personalità, come la forza dell'Io e la volontà di sfidare la tradizione". Ci vogliono: la tenacia, la perseveranza e la determinazione, ma
occorre anche una solida competenza specifica sul campo perchè, come dice l'inventore Thomas Edison: "il genio è per l'uno per cento l'ispirazione e per il novantanove per cento sudore". Il processo creativo si svolge in diverse tappe, comincia dalla individuazione e definizione del problema, per poi passare attraverso la preparazione che consiste nella raccolta di elementi che, messi insieme, portano alla formulazione delle ipotesi. L'elaborazione delle varie ipotesi, o incubazione, può richiedere un tempo più o meno lungo prima che si presenti una soluzione che dovrà superare le successive verifiche. Lo psichiatra Silvano Arieti ha indivuduato alcune condizioni che favoriscono il processo creativo: l'isolamento dagli stimoli esterni in uno stato di quiete, l'ascolto del proprio mondo interiore, il libero sfogo delle proprie fantasie…
Non mancano però conferme che un'idea creativa possa balenare anche in un momento di grande confusione, in presenza di tanti stimoli… Come si possono conciliare queste osservazioni apparentemente contrapposte? Ci provano recenti studi di neuroscienze che tentano di chiarire le basi biologiche della creatività e di individuare le caratteristiche strutturali e funzionali di un cervello più creativo.
Ne parleremo la prossima volta!
Non mancano però conferme che un'idea creativa possa balenare anche in un momento di grande confusione, in presenza di tanti stimoli… Come si possono conciliare queste osservazioni apparentemente contrapposte? Ci provano recenti studi di neuroscienze che tentano di chiarire le basi biologiche della creatività e di individuare le caratteristiche strutturali e funzionali di un cervello più creativo.
Ne parleremo la prossima volta!
*medico psicoterapeuta