Il primo step alle Scotte di Siena
SIENA. Il piano di intervento definito nello scorso dicembre da Regione Toscana per la “Sorveglianza del rischio di insorgenza del linfoma anaplastico a grandi cellule in associazione con impianti protesici mammari (BIA- ACLC)”, ha permesso di diagnosticare precocemente l’insorgenza di questa rara forma tumorale in una paziente.
Dopo la presa in carico da parte di un centro senologico del servizio sanitario regionale (Ispro, Istituto per lo studio la prevenzione e la rete oncologica) per la comparsa di un quadro clinico sospetto, la paziente è stata sottoposta, in tempi strettissimi, agli accertamenti previsti, tra cui anche l’esame citologico. Il primo completamento diagnostico (all’Aou Le Scotte di Siena, individuata come struttura di riferimento per questo percorso) è stato possibile entro una settimana, con una successiva fase di ulteriore approfondimento avvenuta in meno di dieci giorni. Tutto grazie ad una sinergia tra centri altamente specializzati del SSR e che ha permesso alla paziente di essere indirizzata alle successive fasi di diagnosi e terapia (all’Aou Careggi).
Si tratta di uno dei primi e più significativi risultati ottenuti dal piano straordinario regionale, che si aggiunge agli altri casi precocemente intercettati dal sistema di rete, ma per i quali le indagini diagnostiche non hanno confermato il sospetto clinico.
Nel dicembre 2018 la multinazionale Allergan aveva sospeso in tutta l’Unione Europea la vendita di alcuni tipi di protesi al seno, a causa di un possibile legame con l’insorgenza di un tumore raro. Immediatamente la Regione Toscana aveva sospeso tutti gli interventi programmati e dal giorno successivo usato protesi di un’altra ditta; e aveva costituito un gruppo tecnico con funzioni di supporto scientifico, per definire e mettere in atto le seguenti azioni: sospensione di tutti gli impianti di protesi Allergan; sorveglianza attiva sulle donne che hanno queste protesi; informazione dei professionisti; diffusione di linee di indirizzo per la gestione delle pazienti; un numero dedicato (800556060); una puntuale comunicazione ai cittadini.
Il sistema pianificato dalla Regione, unico nel suo genere nel panorama nazionale, ha come obiettivo la presa in carico precoce delle pazienti che presentano sintomi potenzialmente correlati all’insorgenza di linfoma anaplastico a grandi cellule. Si tratta di un piano di sorveglianza straordinario, creato da una task force di professionisti coordinati da RT e provenienti dalle aziende sanitarie e che vede coinvolte, in particolare, le breast unit presenti sul territorio. L’impianto ha previsto una capillare campagna di informazioni degli operatori potenzialmente coinvolti in tutte le fasi di assistenza delle pazienti con protesi mammarie, compreso anche il follow-up.
In caso di sintomi sospetti, le donne possono accedere ad un percorso di diagnosi agevolato, rivolgendosi al proprio medico di famiglia o allo specialista che le ha in cura, oppure al numero del centro di ascolto regionale dedicato messo a disposizione da Regione Toscana.
Nel caso di sospetto confermato, la paziente è indirizzata alla Breast Unit di riferimento, che procederà in tempi molto brevi ad approfondire il quadro clinico tramite anche, dove opportuno, gli esami citologici e istologici. Per la loro specificità, e per la rarità dei casi, questi sono concentrati nei centri di riferimento regionali, operanti in stretta sinergia e in accordo con le più recenti linee guide in materia.
Il percorso che viene offerto dal servizio sanitario regionale è gratuito e assicura la presa in carico dei casi sospetti relativi all’impianto di protesi mammarie eseguiti in qualsiasi struttura pubblica o privata. Si tratta di un sistema di rete unico nel suo genere, che mira a garantire una precoce presa in carico delle donne con sospetto clinico di qualsiasi tipo. Un sistema reso possibile grazie all’ormai consolidata rete senologica regionale, in grado di offrire elevati standard di qualità e mantenere un elevata attenzione sul tema.
Seppur creato per questa specifica criticità (possibile associazione tra tumore e protesi mammarie), il percorso intende rafforzare ulteriormente l’attenzione su tutte le fasi di assistenza a questa categoria di pazienti, garantendo una precoce presa in carico in caso di problematiche, l’aderenza ai piani di follow-up e, ove necessario, il supporto psicologico.
Le manifestazioni associate a questa patologia comprendono la comparsa di un rigonfiamento sieroso o la presenza di anomalie in corrispondenza della protesi, con insorgenza oltre i sei mesi dall’intervento. In questi casi è raccomandato rivolgersi al proprio medico curante o alla Breast Unit di riferimento. In caso di informazioni è inoltre disponibile il Centro di ascolto regionale al numero verde 800 556060, dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 15.00.
Ad oggi non sono identificati rischi di salute immediati per le pazienti che hanno ricevuto gli impianti e la prognosi dell’ACLC è del tutto favorevole quando la diagnosi è precoce, con un tasso di guarigione prossima al 100%.