SIENA. SIENA. Mantenere dei contatti affettivi diretti anche durante la malattia e il ricovero, specialmente in Terapia Intensiva, è di estrema importanza sia per il paziente che per i suoi familiari e amici, perchè permette loro di affrontare meglio queste situazioni estremamente stressanti.
Per questo motivo, dallo scorso 4 novembre, presso l’U.O.C. Terapia Intensiva Postoperatoria del policlinico Santa Maria alle Scotte, diretta da Roberto Rosi, è stata attivata la Rianimazione Aperta. Questa espressione indica la possibilità di far visita a un familiare o a un amico ricoverato, per un periodo di tempo maggiore rispetto al passato. Infatti l’orario di visita si è esteso dalle 12 alle 14 e dalle 17 fino alle 21, periodo nel quale è consentito l’accesso a due persone contemporaneamente, con la possibilità di effettuare dei cambi. Restano invariati l’accesso e la permanenza nell’arco delle 24 ore ai genitori dei pazienti da zero a 14 anni e l’orario dei colloqui con i medici, dalle13 alle 14. Questo progetto è stato realizzato in base a una direttiva della Regione Toscana che ha fortemente sostenuto, insieme al Comitato etico, la realizzazione del servizio.
“La presenza di un parente o di un amico – afferma il professor Rosi – può essere fondamentale per ridurre il senso di estraneità all’ambiente ospedaliero, in un momento così delicato e per sostenere con l’affetto dei cari la degenza del malato. Rianimazione Aperta però non significa senza regole: la Terapia Intensiva è un ambiente complesso e delicato, sia per il quadro clinico dei degenti, sia per le apparecchiature presenti, ma rispettando alcuni semplici comportamenti, dettati sostanzialmente dal buon senso, si può ottenere un miglior funzionamento di tutta la struttura assistenziale e soprattutto un miglior trattamento del paziente”.
Alcune di queste comuni regole sono indossare dei soprascarpe e lavarsi accuratamente le mani ogni volta che si accede al reparto, in casi particolari invece, le indicazioni da seguire verranno comunicate direttamente dal personale, al momento della visita.
“Il contatto con i familiari – conclude Rosi – è ovviamente fondamentale per il paziente ricoverato, ma altrettanto per i suoi cari, i quali in alcune occasioni particolarmente complesse, possono sentire il bisogno di un sostegno psicologico. Per questo abbiamo previsto un servizio di consulenza a disposizione dei familiari, garantito dagli psicologi del policlinico”.
Per questo motivo, dallo scorso 4 novembre, presso l’U.O.C. Terapia Intensiva Postoperatoria del policlinico Santa Maria alle Scotte, diretta da Roberto Rosi, è stata attivata la Rianimazione Aperta. Questa espressione indica la possibilità di far visita a un familiare o a un amico ricoverato, per un periodo di tempo maggiore rispetto al passato. Infatti l’orario di visita si è esteso dalle 12 alle 14 e dalle 17 fino alle 21, periodo nel quale è consentito l’accesso a due persone contemporaneamente, con la possibilità di effettuare dei cambi. Restano invariati l’accesso e la permanenza nell’arco delle 24 ore ai genitori dei pazienti da zero a 14 anni e l’orario dei colloqui con i medici, dalle13 alle 14. Questo progetto è stato realizzato in base a una direttiva della Regione Toscana che ha fortemente sostenuto, insieme al Comitato etico, la realizzazione del servizio.
“La presenza di un parente o di un amico – afferma il professor Rosi – può essere fondamentale per ridurre il senso di estraneità all’ambiente ospedaliero, in un momento così delicato e per sostenere con l’affetto dei cari la degenza del malato. Rianimazione Aperta però non significa senza regole: la Terapia Intensiva è un ambiente complesso e delicato, sia per il quadro clinico dei degenti, sia per le apparecchiature presenti, ma rispettando alcuni semplici comportamenti, dettati sostanzialmente dal buon senso, si può ottenere un miglior funzionamento di tutta la struttura assistenziale e soprattutto un miglior trattamento del paziente”.
Alcune di queste comuni regole sono indossare dei soprascarpe e lavarsi accuratamente le mani ogni volta che si accede al reparto, in casi particolari invece, le indicazioni da seguire verranno comunicate direttamente dal personale, al momento della visita.
“Il contatto con i familiari – conclude Rosi – è ovviamente fondamentale per il paziente ricoverato, ma altrettanto per i suoi cari, i quali in alcune occasioni particolarmente complesse, possono sentire il bisogno di un sostegno psicologico. Per questo abbiamo previsto un servizio di consulenza a disposizione dei familiari, garantito dagli psicologi del policlinico”.