I ragazzi delle superiori al confronto con se stessi
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di Antonio Vona*
SIENA. Quando si parla dei ragazzi delle scuole superiori, non sempre pronti per scelte mature, il discorso alimentare si fa piuttosto complesso. Sono questi gli anni della seconda crescita, durante i quali allo spettacolare sviluppo fisico si accompagna una maturazione sessuale e una affermazione della personalità, fino a produrre un individuo adulto.
Le ragazze, in modo particolare, assistono, giorno dopo giorno, alla trasformazione del proprio corpo, e ognuna affronta a suo modo la nuova situazione che sta maturando. Ne scaturiscono processi che evolvono in una maggiore o minore accettazione della nuova situazione e del nuovo ruolo di donna davanti alla famiglia, al gruppo e alla società. Molto spesso questi piccoli o grandi problemi si ripercuotono sull’alimentazione, vista perlopiù come una seria minaccia alla fiorente bellezza; succede allora che raccolgano dalla compagna di banco informazioni di massima, spesso fasulle, e sulla base di queste operino delle scelte alimentari inopportune ed a volte del tutto catastrofiche. Qualche esempio: bisogna abolire l’olio d’oliva, serve solo a fare ingrassare; i dolci, però, guarda caso, vanno solo diminuiti, e comunque non sono davvero pericolosi; le verdure faranno anche bene, ma via! non saranno poi così essenziali, no? e via di questo passo, per poi lamentarsi della pelle secca! Persino i gusti possono risentire di tali preconcetti, e molto spesso il ragionamento sembrerebbe essere “se nulla mi piace mangerò sempre meno”. Fioriscono in tale contesto le varie diete sacrificali e assurdamente sbilanciate, come quella del pompelmo, delle patate, del minestrone, eccetera. Fra le incomprensioni familiari che ne derivano, le insistenze, il disagio, si sviluppano a volte pericolose alterazioni del comportamento alimentare in grado di modificare pesantemente i connotati di un sano sviluppo.Vale la pena, invece, osservare piuttosto lo stile alimentare di quelle compagne e amiche che ammirano per la loro sicurezza, oltre che per il loro fisico: potrebbero rimanere stupite dalla serenità e la semplicità con cui loro risolvono questo spinoso argomento.
Per i maschi, invece, lo stile alimentare rimane più a lungo simile a quello infantile, in quanto gli interessi e i modelli ai quali si ispirano non passano attraverso l’alimentazione. Per loro, di solito, mangiare è solo una necessaria e inopportuna perdita di tempo, serve solo per essere sazi. Le abitudini verranno facilmente influenzate, più avanti, proprio dalle ragazze.
In generale, l’alimentazione dei giovani dovrebbe essere completa, equilibrata e varia, nel senso che nulla andrebbe escluso a priori, tantomeno i grassi; ho visto molti che si riducono ad una alimentazione tipica dell’anziano, cioé apparentemente disinteressata e quindi monotona, fatta sempre degli stessi cibi e priva di slanci di sperimentazione verso nuove soluzioni. Un raro consiglio che potrebbe rivelarsi prezioso per molti: non lasciarsi condizionare dai gusti attuali, ma verificarli spesso negli anni, tenendo presente che ciò che non piace oggi potrebbe piacere molto domani.
* Biologo nutrizionista