Lo studio multicentrico europeo coordinato da Felice Petraglia
SIENA. Dopo circa vent’anni di attesa, le pazienti con l’endometriosi, malattia invalidante che colpisce con maggior frequenza tra i 25 e i 34 anni, dispongono di un nuovo farmaco, sperimentato a Siena con uno studio multicentrico europeo coordinato dal professor Felice Petraglia, direttore Ostetricia e Ginecologia dell’AOU Senese. I risultati sono stati presentati a Milano durante il XX convegno della Società della Riproduzione. “Si tratta di un progestinico orale – spiega Petraglia – specificatamente studiato e messo in commercio con l’indicazione per il trattamento della malattia, dopo un completo e valido programma di ricerche, con profili di tollerabilità e sicurezza che ne permettono l’impiego a lungo termine”. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Archives of Gynecology and Obstetrics”, ha coinvolto 168 pazienti che avevano già completato un trattamento di 12 settimane con il farmaco, arrivando a ben 65 settimane in totale, senza registrare particolari problematiche.
“L’efficacia clinica – aggiunge Petraglia – è stata valutata attraverso i seguenti parametri: sollievo dal dolore e riduzione delle lesioni. Il farmaco attenua sintomi come dismenorrea, dispareunia, problematiche premestruali e dolore pelvico diffuso. Il nuovo schema non presenta inoltre significativi eventi avversi da ipoestrogenismo, come la riduzione della densità minerale ossea e vampate di calore, associati invece ad altri farmaci. Gli effetti collaterali sono rari e di intensità lieve o moderata”. Malgrado la molecola induca uno stato di completa inibizione dell’ovulazione, una volta sospesa la sua assunzione la fisiologica attività ovarica e mestruale riprende regolarmente.
“Abbiamo sperimentato il farmaco – prosegue Petraglia – in molti Paesi europei e in Canada, Brasile e Giappone, con ottimi risultati descritti dai colleghi che trattano questa malattia. Il sintomo del dolore è certamente quello più comune ed è quello che porta con maggior frequenza alla consulenza ginecologica; l’altro campanello d’allarme è una condizione d’infertilità. La combinazione di questi disturbi porta spesso a soluzioni chirurgiche della patologia. È importante ricordare come l’endometriosi sia una condizione cronica e che la donna vada seguita nel tempo, anche per ridurre la ripresa dei sintomi”. Le donne colpite da endoemtriosi, circa 3 milioni di italiane, otto volte su dieci hanno difficoltà a continuare la vita lavorativa. Nel 73% dei casi si scontrano con problemi di relazione con amici e familiari. E ancora: notti insonni e rapporti sessuali quasi impossibili. “Il disturbo – conclude Petraglia – ha una diagnosi difficile e molto lunga. In media, prima di riconoscerlo passano anche diversi anni perché i sintomi, a volte, non allarmano subito le donne. Intervenire in tempo è quindi fondamentale perché l’endometriosi è anche una delle prime cause di infertilità”.
“L’efficacia clinica – aggiunge Petraglia – è stata valutata attraverso i seguenti parametri: sollievo dal dolore e riduzione delle lesioni. Il farmaco attenua sintomi come dismenorrea, dispareunia, problematiche premestruali e dolore pelvico diffuso. Il nuovo schema non presenta inoltre significativi eventi avversi da ipoestrogenismo, come la riduzione della densità minerale ossea e vampate di calore, associati invece ad altri farmaci. Gli effetti collaterali sono rari e di intensità lieve o moderata”. Malgrado la molecola induca uno stato di completa inibizione dell’ovulazione, una volta sospesa la sua assunzione la fisiologica attività ovarica e mestruale riprende regolarmente.
“Abbiamo sperimentato il farmaco – prosegue Petraglia – in molti Paesi europei e in Canada, Brasile e Giappone, con ottimi risultati descritti dai colleghi che trattano questa malattia. Il sintomo del dolore è certamente quello più comune ed è quello che porta con maggior frequenza alla consulenza ginecologica; l’altro campanello d’allarme è una condizione d’infertilità. La combinazione di questi disturbi porta spesso a soluzioni chirurgiche della patologia. È importante ricordare come l’endometriosi sia una condizione cronica e che la donna vada seguita nel tempo, anche per ridurre la ripresa dei sintomi”. Le donne colpite da endoemtriosi, circa 3 milioni di italiane, otto volte su dieci hanno difficoltà a continuare la vita lavorativa. Nel 73% dei casi si scontrano con problemi di relazione con amici e familiari. E ancora: notti insonni e rapporti sessuali quasi impossibili. “Il disturbo – conclude Petraglia – ha una diagnosi difficile e molto lunga. In media, prima di riconoscerlo passano anche diversi anni perché i sintomi, a volte, non allarmano subito le donne. Intervenire in tempo è quindi fondamentale perché l’endometriosi è anche una delle prime cause di infertilità”.