“La pandemia Covid è precipitata su tutte le attività mediche e quindi anche sull’oncologia" ha detto il direttore del Dipartimento di Immunoterapia oncologica Aous
SIENA. L’emergenza Covid19 ha letteralmente stravolto la regolarità delle nostre vite, oltre a catalizzare le attenzioni del sistema sanitario nazionale più volte a rischio collasso a causa del virus. Ma non bisogna dimenticarsi che il Covid non ha certo arrestato la marcia di tutte le altre patologie molto gravi che non possono essere trascurate.
“La pandemia Covid è precipitata su tutte le attività mediche e quindi anche sull’oncologia – ammette il Professor Maio, Professore Ordinario Oncologia medica Università Siena e Direttore Dipartimento immunoterapia oncologica AOS Scotte Siena, intervenuto al Festival della Salute per parlare de “L’immunoterapia oncologica” – che è stata ancor di più coinvolta per la tipologia dei pazienti, che essendo soggetti più fragili necessitano di attenzioni maggiori. Va ribadito però che l’oncologia non deve ridurre la propria attività, ma proseguirla, cercando di comprendere quanto l’infezione da Covid possa determinare un percorso diverso per un paziente oncologico soggetto a terapie di vario genere. Oggi per fortuna iniziamo ad avere le idee un po’ più chiare anche se la situazione non è facilissima”.
Esistono infatti varie connessioni tra ciò che i malati oncologici fanno in termini di terapia ed alcuni effetti collaterali che certamente devono essere monitorati dallo staff sanitario.
“A febbraio – ammette il Direttore del Dipartimento di Immunoterapia di Siena – all’inizio della prima fase, ci siamo trovati a discutere con colleghi a livello internazionale su quanto le polmoniti Covid potessero intervenire con i trattamenti oncologici e gli effetti collaterali che danno, tra cui c’è anche la polmonite. Quindi la difficoltà era capire quando una polmonite era legata al Covid e quando invece era determinata da effetti collaterali diciamo normali. Noi, oltre alla chirurgia ed alla radioterapia, usiamo la chemioterapia e l’immunoterapia. Abbiamo dovuto indagare per capire se i pazienti in corso di trattamento chemio potevano avere dei problemi se contagiati dal virus. Quello che si è visto e dimostrato su grandi numeri è che non c’è una reale interferenza tra il Covid ed i trattamenti del cancro. E quindi dobbiamo continuare a trattare i pazienti, pur prestando attenzione ad eventuali evoluzioni dovute a positività durante il percorso terapeutico.”
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