Il Vicepresidente della Commissione sanità interroga la giunta. "Situazione simile un po’ in tutta la Toscana. E intanto cresce l’allarme"
FIRENZE. Vaccino contro la meningite? Ad Arezzo i sanitari sono così saturi di richieste che non ci si può neppure prenotare: bisogna procedere per tentativi telefonici successivi di settimana in settimana incrociando le dita. A parte le scaramanzie, è stato questo il timing comunicato questa mattina dall’incolpevole operatrice di call center a Francesco Conti, coordinatore comunale di Forza Italia a Arezzo, il quale ha subito rivolto la sua segnalazione con tanto di orari e codici identificativi al Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia). E ci è scappata l’interrogazione subito, anche perché la situazione è più che simile in tutta la Toscana. Cronaca locale che vai, odissea vaccinale che trovi.
Nel suo documento dunque Mugnai parte dal caso aretino per estendere il suo raggio di indagine: «Da altre segnalazioni ricevute – scrive infatti nel suo atto – le liste di attesa nelle Asl sarebbero molto lunghe e molti medici di medicina generale avrebbero finito le scorte di vaccini». Il Vicepresidente della Commissione sanità richiama «anche il recente comunicato dell’assessore alla salute con il quale si dice che “a metà febbraio partiranno le indagini epidemiologiche che quella per la ricerca dei portatori”» per arrivare a domandare chiarezza su tempi e modalità con cui la Regione intende ripristinare l’accesso tempestivo ai vaccini.
Perché, domanda Mugnai, «i ritardi della consegna dei vaccini, vista la situazione di comprensibile allarme dovuto al diffondersi della meningite tra la popolazione toscana»? E quali «i motivi dei ritardi nell’indagare e isolare i portatori della sepsi»? Ancora, l’esponente di Forza Italia chiede di sapere «quando dovrebbero essere consegnati i vaccini mancanti ai medici di medicina generale di Arezzo e quando si riapriranno le agende per la programmazione delle vaccinazioni», nonché «quale sia la situazione della consegna dei vaccini nelle altre aziende sanitarie (suddivise per le ex dodici Usl ante riforma)». Il tutto in forma scritta.