Sindrome cardio-renale e sindrome coronarica acuta al centro della due giorni
SIENA. Qual è il ruolo di specifici marcatori biochimici nella diagnosi e terapia della sindrome cardio-renale e della sindrome coronarica acuta? Sarà questo il tema centrale del convegno organizzato a Siena, presso l’Hotel degli Ulivi, il 2 e 3 settembre, dal professor Ranuccio Nuti, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Specialistica dell’AOU Senese, con la collaborazione del cardiologo Alberto Palazzuoli e la partecipazione di studiosi nazionali e internazionali, provenienti da Stati Uniti e Inghilterra. “La sindrome cardio-renale – spiega Nuti – rappresenta una delle più temibili complicanze dello scompenso cardiaco. Grazie alla messa a punto di specifici marcatori biochimici, quali NGAL e cistatina C, si potrà stabilire se l’insufficienza renale sia semplicemente un marker di gravità dello scompenso cardiaco o un fattore precipitante e predisponente per eventi avversi futuri”.
Per quanto riguarda le sindromi coronariche acute, la diagnosi e la prognosi sono ancora basate su criteri tradizionali quali la storia clinica, l’elettrocardiogramma e la presenza di segni di necrosi miocardica. “L’aspetto rilevante e nuovo su cui ci confronteremo durante il meeting – prosegue Nuti – riguarda il ruolo che possono avere, anche in questo caso, nuovi biomarcatori quali BNP, interleukine, OPG e metallo proteinasi, che possano permettere da una parte l’identificazione del danno anatomico, dall’altra il riconoscimento precoce del profilo di rischio per ciascun paziente, con importanti vantaggi sul piano diagnostico e terapeutico”.