Una soluzione di benessere ed equilibrio di vita da conoscere meglio
SIENA. Mauro Auzzi, storica cintura nera del judo senese, è un profondo conoscitore della filosofia e della dieta macrobiotica. Tra i pionieri nel nostro territorio dei metodi di cura naturali, come lo Shiatsu, la Moxa e la Riflessologia, fondatore del primo nucleo macrobiotico di Siena, Mauro ci introduce con l’aiuto di Biovita (strada massetana romana, 54 Siena) nel nostro viaggio esplorativo sulla Macrobiotica.
Mauro, che cos’è la macrobiotica?
La parola “Macrobiotica” deriva dal greco e si può tradurre come Grande Vita. Di fatto si tratta di una teoria semplice e naturale che si basa sulla ricerca dell’equilibrio nell’alimentazione e nelle manifestazioni quotidiane. Ci sono infinite possibilità interpretative della filosofia che ispira la Macrobiotica, e una delle più immediate è paragonarla all’acqua che si adatta e assume sempre la forma dei contenitori dove si trova, e che si trasforma da vapore in pioggia, poi in neve e in ghiaccio mantenendo la propria personalità mutevole, in armonia con l’universo che la circonda, senza opporre resistenze. La Macrobiotica è quindi una pratica flessibile, fluttuante, forse sfuggente, libera e filosofica. Purtroppo a volte viene interpretata e vissuta con un’eccessiva fermezza che sfocia in intransigenza o addirittura rigidezza. Agli occhi di chi osserva questi sbagli, alla fine appare l’esatto opposto di quello che è in realtà: consapevolezza e libertà. La Macrobiotica è una ricerca costante dell’uomo che plasma e modella la propria vita alle leggi dell’universo.
A quale filosofia si ispira?
La filosofia è nella pratica stessa, derivante dal perenne mutamento del Tutto, e nel coglierne le infinite opportunità. E’ l’immagine del Tao, è lo Yin e lo Yang, le due facce compenetranti della stessa medaglia, una più nascosta, l’altra più evidente.
Cos’è il Tao? E lo Yin e lo Yang?
Il Tao, simboleggiato dal famoso cerchio formato da due metà, una tutta bianca tranne un piccolo punto nero e l’altra perfettamente speculare, è una rappresentazione orientale dell’Universo e delle due forze primordiali, complementari e contrapposte che lo hanno formato e che lo governano. Lo Yin e lo Yang, appunto. Lo Yin è un’energia espansiva, ascensionale, che tende ad occupare volume, che dà movimento e leggerezza, e che creando il vuoto al proprio centro tende ad assorbire anche la luce. Nel Tao è la metà nera. Lo Yang, al contrario è centripeto, contrattivo. Dà pesantezza e stabilità, al centro è forte ed impenetrabile anche alla luce, è bianco. Il punto bianco nella metà nera, ed il suo corrispettivo nero nella parte bianca, vogliono indicare che non esistono i due estremi totalmente puri, ma che ogni elemento sarà solo prevalentemente Yin (e conterrà comunque al suo interno una piccola caratteristica Yang) e mai totalmente. Per spiegare e comprendere il Tao dobbiamo abbandonare l’annoso dualismo del bene e del male, del giorno e della notte, del maschio e della femmina, del freddo e del caldo, dobbiamo accettare che queste manifestazioni naturali sono imprescindibili ed inseparabili l’una dall’altra, che si presentano alternandosi, così come la luce ed il buio formano il giorno nella sua interezza.
Lo Yin e lo Yang, si ritrovano in ogni manifestazione naturale, quindi anche le persone possono avere una costituzione Yin oppure Yang. Da cosa deriva? E cosa significa invece essere in una condizione Yin o Yang?
Lo Yin e lo Yang sono sempre presenti, in percentuali mutevoli, in tutti i fenomeni naturali, e quindi anche nelle persone, a seconda dell’energia generazionale portata dai genitori al momento del concepimento. Quest’energia, derivante a sua volta dalla loro costituzione e dalla loro alimentazione (che hanno formato il sangue dal quale hanno preso vita l’ovulo e lo spermatozoo), unitamente ai cibi assunti dalla madre durante la gravidanza e dal piccolo durante l’infanzia, andrà ineluttabilmente a caratterizzare l’individuo per tutta la vita, determinandone la costituzione. Una persona a costituzione Yang apparirà prevalentemente brevilinea, forte, asciutta, dalla struttura ossea larga e pesante, avrà una tendenza ad essere più perseverante. Un individuo più Yin, viceversa, sarà tendenzialmente più longilineo e leggero, poco massiccio, oppure in alcuni casi espanso in largo, con accumulo di grasso corporeo. Lo Yin dà maggior fantasia, capacità di cambiare, caratterizza forti slanci umorali. La condizione della persona, è invece un fattore più mutevole e temporaneo, che deriva dalla cultura, dai pensieri e dalle azioni che la portano a scegliere un cibi anziché un altro.
Anche le malattie si possono classificare e curare tenendo conto di questo “dualismo”?
Le malattie sono sempre causate da uno squilibrio delle due forze primordiali, derivante principalmente da un equivalente disordine alimentare. Per spiegarsi: una persona di costituzione Yin, se consuma troppo cibo sbilanciato verso lo Yin (per esempio troppo zucchero o frutta o latte) avrà una maggiore predisposizione verso malattie dello stesso tipo (diabete, carie, tubercolosi, etc); tutto questo è specularmene ribaltabile, e se un individuo prevalentemente Yang consuma troppa carne, sale e formaggi stagionati, rischierà di più di sviluppare piorrea, pressione alta, colesterolo, infarti etc. Correggere gli squilibri alimentari è il primo passo verso una possibilità di guarigione.
Ci parli di qualche situazione critica che ha trovato giovamento con l’alimentazione macrobiotica?
Ci sono molte persone anche nella zona di Siena che hanno corretto il proprio rapporto con il cibo e ne hanno tratto grande giovamento. In diversi sono dimagriti e hanno migliorato problemi di salute; giovani donne sono riuscite a portare avanti una gravidanza dopo che molti tentativi erano falliti; in tante persone, dei disturbi tipo allergie o disordini gastrointestinali, oppure infezioni batteriche o virali hanno praticamente cessato di manifestarsi; nelle nostre zone, i casi più eclatanti sono stati un medico inglese residente a Greve che ha testimoniato la sua storia di guarigione da tumore al pancreas in una conferenza alla Pubblica Assistenza di Siena nel 1992, ed una signora di Montevarchi alla quale una decina di anni fa avevano pronosticato un’aspettativa di vita non superiore ai 2 mesi (ancora per un tumore al pancreas), ma che invece è tuttora assidua praticante di macrobiotica e divulgatrice nel suo paese, e che ha esposto la propria guarigione all’Istituto Campansi di Siena. Ognuno di loro ha scritto un libro che narra la propria vicenda e testimonia che la gratitudine e la costanza nel tempo sicuramente pagano. Negli USA il maestro Kushi ha presentato 6 casi risolti di tumore (quasi tutti con metastasi) regrediti spontaneamente solo cambiando dieta al paziente, ed ha per questo ricevuto dei finanziamenti dal loro dipartimento della salute per portare avanti lo studio e la sperimentazione. Ci sono documenti che lo testimoniano.
Quali sono i fondamenti della dieta macrobiotica?
I fondamenti della Macrobiotica stanno nel principio unico dello Yin e dello Yang. Si può teorizzare una sorta di scala degli alimenti che va dai più Yang (salati, contrattivi, che costruiscono i tessuti), ai più Yin (acidi, espansivi, con tendenza a liberare energia), quindi si può dire che si va dal sale fino all’alcool e alle droghe. Quelli che stanno più vicini al centro sono i più equilibrati, e si tratta dei cereali, dei legumi, e delle verdure. Quindi compresa questa classificazione, diventa facile orientarsi ed evitare o perlomeno ridurre l’uso dei cibi che si trovano alle estremità della scala, e mirare la scelta tra quelli che contengono entrambe le energie primordiali in percentuali il più possibile equivalenti per ricercare questo stesso equilibrio in ogni pasto. Perciò possiamo dire che per ogni problema di salute ci sono dei cibi maggiormente adatti, che, se cucinati e associati con in giusto modo, e consumati con perseveranza e pazienza hanno la forza di modificare situazioni molecolari difficili, in quanto il corpo umano vive in una continua trasformazione, fatta da cellule che decadono e muoiono ed altre che vanno a nascere dall’energia del cibo. Questo è il miracolo vero.
Analizziamo ad uno ad uno questi cibi di cui è bene non abusare: lo zucchero…
Se da un a parte è vero che il nostro combustibile principale è lo zucchero, dall’altra è bene precisare che questo ci dovrebbe arrivare dalla trasformazione di carboidrati complessi (così come in natura ogni atto di nutrizione avviene per scomposizione, digestione e adattamento), e risulta quindi evidente come lo zucchero semplice, così diretto ed immediato nell’assimilazione, sia inadatto all’uomo. E’ ottenuto con una lunga serie di procedure di lavorazione, molte delle quali chimiche, che ne fanno un prodotto devitalizzato, morto, senza alcun minerale, estremamente energetico, addirittura troppo per l’uomo. Lo zucchero, infatti, non solo causa “l’effetto yo-yo” della glicemia nel sangue e quindi, di conseguenza dell’insulina, ma è un vero consumatore di minerali, indebolisce sistemi, ormoni, enzimi, ossa, denti, e ghiandole. Molte problematiche di salute sono riconducibili ad un eccessivo consumo di zucchero. A questo proposito, va ricordato che prima dell’ultima guerra mondiale, il consumo di zucchero medio negli USA era di 9 Kg pro capite all’anno, mentre già nel 1970 si era passati ad oltre 27 kg! Sugli effetti dello zucchero raffinato sul corpo umano, consiglio la lettura di “Puro, bianco, ma nocivo” del professor John Yudkin, dietologo di fama internazionale e anche di “Sugarblues, il mal di zucchero” di William Dufty.
Il latte e i formaggi…
Il latte ed i suoi derivati, sono divenuti degli alimenti di largo uso e di quotidiana assunzione solo dopo la seconda guerra, con lo svilupparsi delle tecniche di pastorizzazione e di conservazione, ed ormai sono presenti nelle abitudini alimentari occidentali in una quantità di consumo simile a quella dello zucchero. Ma c’è da fare una considerazione. Il latte è l’alimento principe per tutti i cuccioli dei mammiferi, ma ogni specie ha il suo, e soprattutto, appena il cucciolo ha la dentizione cessa di assumerlo e si stacca da questa fase neonatale, anche per motivi enzimatici ed ormonali. Nell’uomo questa abitudine non passa (nonostante con l’età vada a scomparire l’enzima lattosi capace di fargli digerire il latte), ed egli persiste in questa fase “cucciolesca”, (per di più con un latte che non appartiene alla sua specie) diventandone intollerante ed allergico. Il latte vaccino, molto diverso da quello umano, ha delle caratteristiche nutrizionali altamente squilibranti per il nostro organismo. E’ per esempio, rispetto a quello umano, molto ricco di calcio, ma questo non è facilmente assimilabile per una diversa e più alta percentuale di fosforo. Inoltre non contiene sufficiente magnesio, è scarso in acido linoleico ed in ferro e contiene in eccesso galattosio e caseina, una proteina collosa che tende ad intasare ghiandole ed organi. Confrontando l’estratto secco del latte umano con quello vaccino, si può notare che la percentuale di grassi è simile, ma quelli insaturi sono molto più presenti nel nostro, e che altri dati, come la percentuale di proteine ci fanno capire come sia un alimento molto più idoneo ai vitelli che agli uomini. I formaggi, sono latte condensato, e a seconda dell’animale di provenienza possono risultare più o meno tollerati e digeribili, ma vanno comunque consumati con moderazione, dipendentemente dalla costituzione, dall’attività svolta, e dallo stile di vita. Su questo argomento possiamo leggere, per esempio, “Latte e formaggio” di Claudio Corvino, e forse è comunque meglio non farsi illusioni e comprendere che l’essere umano dovrebbe passare dal latte materno a quello prodotto dalla masticazione e trasformazione di carboidrati e cereali, per un completo sviluppo psico-fisico spirituale, in armonia con l’universo.
Le farine e le semole bianche…
Le farine raffinate sono alimenti derivati da semi di cereali che subiscono lavorazioni industriali che ne distruggono l’integralità e l’integrità naturale. Ne risultano dei prodotti manipolati, che non contengono più la vitalità del cereale in chicco, che sono di conseguenza fortemente ossidati e che favoriscono la produzione di radicali liberi nel nostro organismo. Possiamo facilmente capire la differenza tra il seme del cereale e la farina da esso ricavata osservando cosa succede se li riportiamo a contatto con l’elemento a loro più familiare: la terra. La farina, priva di vita, rapidamente si infradicia e marcisce; il seme invece, più vitale ha la possibilità di esprimere tutta la propria energia facendo nascere e sviluppare una nuova pianta. Inoltre, le farine sbiancate, private della crusca e quindi delle fibre che ne rallentano l’assimilazione da parte dell’intestino, risultano essere alimenti dall’indice glicemico (cioè proprio l’indice di rapidità di assimilazione) troppo elevato, risultando particolarmente poco indicate per il diabete.
I grassi saturi…
I grassi saturi, vengono ricavati perlopiù dal mondo animale, e spesso da specie la cui alta temperatura corporea (che si aggira o supera i 38,5 gradi), ne permette il regolare fluire energetico. Quando questi grassi sono introdotti nell’uomo, che ha una temperatura di appena 36 gradi e mezzo, questi grassi cessano di essere biodisponibili e tendono a sedimentare e a depositarsi. Spesso il corpo per riattivarli ricorre al più semplice dei metodi: crea la febbre.
La soia…
E’ una leguminosa molto usata e apprezzata in oriente. Ne esistono molte varietà: nera, rossa, gialla e verde. Quella gialla risulta molto indigesta e nella tradizione si consuma nei vari sottoprodotti (derivati salati ed alcalinizzanti) come il miso, il tamari e lo shoyu. Così come nella stessa tradizione si consiglia quella nera (ricca di isoflavoni) come particolarmente indicata per le donne, e quella rossa (che riscalda e rinforza reni e surrenali) per il testosterone degli uomini.
Il kuzu…
è un addensante ricavato da una radice. E’ molto indicato per gastriti, coliti, diarrea, acidosi ed eccessi di muco.
Le alghe…
sono alimenti vegetali, particolarmente ricchi di sali minerali. Le più comuni sono le Kombu, le Hiziki, le Dulse e le Nori. Hanno molteplici applicazioni in cucina, si va dalla preparazione di suchi alle zuppe, ad ogni situazione che richieda remineralizzazione di organismi debilitati. Nella tradizione, anche italiana, i pescatori hanno sempre cucinato pesce, ma anche alghe. Ne esiste una speciale, la microalga azzurra del lago Klamath. Una sorta di vero e proprio supercibo: contiene praticamente tutti gli aminoacidi essenziali, è ricca di vitamina b12 (più assimilabile di quella della carne), è un concentrato di vitamine e di minerali, è tra gli alimenti vegetali che contengono la più alta percentuale di acidi grassi omega3. Risulta essere un rivitalizzante estremamente valido.
