Gli ammalati di insufficienza cronica nella nostra regione sono il 10% della popolazione
Durante l’audizione i dottori Alberto Rosati, Guido Garosi, Piero Dattolo e Francesco Pizzanelli, in rappresentanza di tutte le strutture regionali, hanno esposto i risultati di un’indagine condotta insieme all’istituto Sant’Anna di Pisa sui costi sociali della malattia. Alcuni dati: ogni paziente affetto da insufficienza renale cronica agli stadi avanzati ma non peggiori della malattia, quindi non ancora in dialisi, costa alla comunità 10 mila euro l’anno: il 44% di questa cifra è rappresentato da costi diretti (visite, medicinali ecc.), il 30% da costi diretti non sanitari, il 26% da costi indiretti (ad esempio giornate di lavoro perse). Questo significa una spesa, in Toscana, di 135 milioni e 880 mila euro l’anno; a livello nazionale una spesa di oltre due miliardi di euro.
Quando i pazienti arrivano ad aver bisogno della dialisi, hanno spiegato ancora gli addetti ai lavori, i costi si attestano sui 71 mila euro se viene praticata emodialisi tradizionale, sui 23 mila euro se viene praticata dialisi peritoneale, una cura equivalente che però può essere praticata a domicilio. I costi scendono ancora in caso di trapianto: il primo anno i costi sono alti per l’intervento e le cure (84 mila euro), ma poi le spese calano a 14 mila euro l’anno.
Tracciato il quadro, i nefrologi hanno avanzato alcune richieste concrete. Prima fra tutte, l’istituzionalizzazione del day service nefrologico con presa in carico dei pazienti non in maniera episodica, come avviene oggi, ma in modo strutturato e continuativo. Seconda, incentivare il più possibile la dialisi peritoneale. Alcune leggi di altre Regioni, hanno detto i medici, prevedono ad esempio un supporto economico alla famiglia del paziente che fa dialisi a domicilio. In questo modo si possono ridurre le spese e i ricoveri per malattia acuta. Infine, la questione dei trapianti: se nel 2012, a fronte di un arretramento del numero dei trapianti effettuati in Italia, la Toscana ha retto non registrando alcuna diminuzione, i primi dati parziali del 2013 evidenziano che c’è un ulteriore peggioramento dei numeri a livello nazionale, ma che anche in Toscana si assiste a un calo. E questo perché, sostengono i nefrologi, “non c’è più l’attenzione che c’era prima alla filiera che porta al trapianto”. È invece necessario non abbassare la guardia, perché il trapianto, oltre a garantire le migliori condizioni di vita possibili al paziente, è anche la soluzione più economica alla malattia.
Il presidente Remaschi ha garantito che la commissione si farà portatrice delle proposte espresse dai nefrologi anche in Giunta, e ha giudicato “una richiesta molto interessante, su cui aprire un confronto serio”, quella riguardante il day service nefrologico in tutte le strutture della Toscana.