Tra macchinari d'avanguardia, tecnologia 3D e nuovi materiali
ROMA. La ricerca, l’innovazione tecnologica e i materiali di ultima generazione fanno dell’odontoiatria moderna una disciplina in continua evoluzione. Sono molte le branche che fanno parte dell’odontoiatria, ognuna dedicata a un aspetto specifico: la conservativa per l’igiene orale e la ricostruzione dentale; l’endodonzia per la cura dei denti danneggiati o delle patologie; l’implantologia per avere protesi fisse su impianti e la chirurgia orale, che comprende l’insieme di terapie chirurgiche da eseguire sul cavo orale. E oggi, grazie a macchinari all’avanguardia, che in sole poche ore sono in grado di offrire ai pazienti risultati ottimali, tornare a sorridere in modo naturale è molto più facile. Ma per scoprire quali sono le ultime novità e tendenze riguardanti la salute dei denti, abbiamo intervistato il dottor Francesco Ferrini, odontoiatra del Gruppo Marilab.
Niente più impronte fastidiose, adesso ci pensa il computer. Lei è stato tra i primi in Italia ad usare l’impronta digitale: come funziona e in cosa si differenzia da quella classica?
“Ebbene sì… la tecnologia in questi ultimi tempi ha fatto passi da gigante anche nel settore odontoiatrico, e l’obiettivo è sempre lo stesso: migliorare la qualità del lavoro e il comfort per il paziente. Per quanto riguarda l’impronta digitale, come tutti sanno, fino a ieri era presa con materiali derivati dai siliconi e con l’ausilio di fastidiosi cucchiai porta impronte, che spesso provocavano il riflesso incondizionato del conato. Ora, invece, esistono delle speciali macchine in grado di registrare impronte in modo digitale, raccogliendo una serie d’immagini di precisione che vengono prima convertite in file, poi elaborate e, infine, trasformate in immagini virtuali 3D adatte per la lavorazione e la produzione di manufatti dentali (capsule, intarsi, ponti, ecc.). I vantaggi di questa tecnologia non riguardano solo il comfort, ma anche un notevole abbattimento di costi per il professionista e una riduzione dell’inquinamento ambientale. Per non parlare dell’incremento qualitativo del prodotto finale che, grazie all’ausilio di speciali software gestionali, raggiunge livelli di eccellenza”.
Impronta digitale, ma anche tecnologia 3D per realizzare materialmente un dente…in che modo è possibile raggiungere questo risultato?
“La tecnologia 3D nasce dalla possibilità di trasformare un file virtuale in qualcosa di materiale. Questa tecnologia, che si chiama ‘cad-cam’ – e sta per ‘progettazione assistita da computer’ (Computer-Aided Design, CAD) e ‘fabbricazione assistita dal computer’ (Computer-Aided Manufacturing, CAM) – è diffusa in tanti settori, da quello automobilistico all’aereonautico, per esempio, laddove serve una produzione rapida e veloce di pezzi molto precisi. Nell’ambito odontoiatrico il 3D integra il lavoro dell’odontotecnico, il quale ha abbandonato vecchie procedure a vantaggio della progettazione al computer. Infatti, grazie a particolari macchine chiamate ‘fresatori’, è possibile produrre denti da un blocco, utilizzando materiali – come la zirconia – che in passato mai avremmo pensato di poter usare”.
Parliamo delle nuove tecniche riguardanti l’implantologia: grazie a dei ‘robot-dentisti’, che operano con delle sonde, è possibile avere una bocca nuova in poche ore. Lo conferma?
“In realtà non è proprio così: il robot che sostituisce la mano del dentista ancora non esiste. Però, grazie a particolari strumentazioni radiografiche, oggi siamo in grado di riprodurre la struttura scheletrica del paziente e costruire delle guide chirurgiche capaci di indicarci esattamente il posto ideale dove poter inserire l’impianto e di indirizzarci nell’eseguire l’alloggio per la vite in titanio, con un margine di errore praticamente inesistente. In pratica, è come se ci fosse un binario da seguire con il quale è impossibile uscire di strada. I vantaggi sono tanti: in primis c’è una riduzione della traumaticità dell’intervento del paziente, al quale non vengono messi neppure i punti di sutura; inoltre, e questo non è un particolare di poco conto, queste macchine radiografiche sono in grado di fornire immagini di alta qualità a bassissima emissione di raggi”.
Ci sono novità anche per quanto riguarda l’estetica. L’ossido di zirconio è risultato essere il materiale più avanzato per la moderna odontoiatria: quali sono i suoi punti di forza?
“Primo fra tutti il fatto che è bianco e va a sostituire il vecchio metallo che faceva da telaio alla ceramica estetica. Quindi, niente più bordi neri sulle gengive dei nostri pazienti. Un altro aspetto è la biocompatibilità di questo materiale, che sembra essere ottima per le gengive e per i denti stessi. La zirconia, sperimentata per la prima volta nel 1998 all’università di Zurigo, visto il suo elevato grado di biocompatibilità e leggerezza, sta diventando il materiale d’eccellenza nella realizzazione di restauri dentali. Si realizza in due fasi: fresatura di blocchi di ossido di zirconio pre-sinterizzato (più morbidi e lavorabili) denominato Y-TZP; sinterizzazione a 1400-1500 °C per circa 8 ore, capace di trasformare il manufatto, che così diventa durissimo, stabile e con caratteristiche meccaniche eccellenti. La zirconia in questo modo può essere utilizzata come supporto per la ceramica dentale”.
Tra le ultime tendenze anche Invisalign©, l’apparecchio ortodontico invisibile: che vantaggi ha? Qual è il suo prezzo?
“Avere denti allineati e belli è uno dei sogni più ricorrenti dei nostri pazienti, ma spesso la natura – condizionata da abitudini viziate o da ereditarietà – non sempre ci dona un sorriso perfetto. Per questo esiste l’ortodonzia, ossia la branca dell’odontoiatria che si occupa del corretto allineamento dei denti. Per ottenere risultati in tal senso, si possono usare i famosi ‘brackets’, degli attacchi guida, di metallo o ceramica, che vengono fissati ai denti. La presenza di questi attacchi, però, è spesso un limite alla terapia e molti pazienti rinunciano al trattamento per il disagio estetico e funzionale che possono portare. Per risolvere il problema, allora, è nato Invisalign©, un marchio registrato americano che produce mascherine completamente trasparenti in grado di spostare i denti. La procedura è questa: noi prendiamo le informazioni di base – calchi (meglio se digitali), registrazioni varie, foto e radiografie – e inviamo il tutto, correlato dalla nostra diagnosi e piano di cura, negli Stati Uniti dove, attraverso dei software speciali, gli operatori sono in grado di passare da una situazione iniziale ad una finale ottimale attraverso una serie di step. Ad ognuno di questi step corrisponde quindi una mascherina, che sposterà in modo progressivo la bocca. Le mascherine, il cui numero dipende dalla condizione della bocca del paziente, si cambiano ogni due settimane circa”.
Sottili come una lente a contatto, le ‘faccette in ceramica’ sono abbastanza trasparenti da somigliare a denti veri. Ma si tratta di adattamenti dolorosi?
“Qui entriamo ancora di più nello specifico dell’estetica, perché le faccette fanno parte di quelle ricostruzioni definite ‘mini invasive’ capaci di cambiare in poco tempo il sorriso del paziente. Esistono faccette incollate che non necessitano di preparazione, oppure faccette per le quali bisogna limare, di qualche decimo di millimetro, il dente davanti. Entrambe, in ogni caso, sono perfette per ottenere un sorriso bianco e bello. Vengono applicate sulla sola faccia anteriore, quella visibile, lasciando integre le restanti parti del dente. Possono essere di ceramica o di silicato di litio, e sono veramente il massimo dell’espressione dell’estetica dentale. Una cosa infatti è certa: il paziente entra nel nostro studio e può uscire il giorno dopo con un sorriso perfetto”.
Per concludere: cosa si può immaginare per l’odontoiatria del futuro?
“In realtà, il futuro dell’odontoiatria non è così roseo… mi spiego: la qualità è la base del successo, ma spesso per questo c’è bisogno di grossi investimenti, periodi di aggiornamento continuo, personale qualificato e strutture sempre più moderne e organizzate. E tutto ciò comporta una realizzazione molto complessa e un costo non irrilevante. Certamente esiste anche un’odontoiatria ‘low cost’, come quella esistente in alcuni mercati stranieri, ma questa può portare, il più delle volte, a risultati non eccellenti o, addirittura, insoddisfacenti. Allora, la raccomandazione che faccio ai pazienti, è quella di pensare sempre in modo intelligente, perché con la propria salute non si scherza. Ad esempio, il Gruppo Marilab ha istituito il Reparto di Odontoiatria composto da personale altamente qualificato che lavora con macchinari di ultima generazione e che mette a disposizione dei pazienti la propria professionalità per garantire risultati eccellenti.”
Niente più impronte fastidiose, adesso ci pensa il computer. Lei è stato tra i primi in Italia ad usare l’impronta digitale: come funziona e in cosa si differenzia da quella classica?
“Ebbene sì… la tecnologia in questi ultimi tempi ha fatto passi da gigante anche nel settore odontoiatrico, e l’obiettivo è sempre lo stesso: migliorare la qualità del lavoro e il comfort per il paziente. Per quanto riguarda l’impronta digitale, come tutti sanno, fino a ieri era presa con materiali derivati dai siliconi e con l’ausilio di fastidiosi cucchiai porta impronte, che spesso provocavano il riflesso incondizionato del conato. Ora, invece, esistono delle speciali macchine in grado di registrare impronte in modo digitale, raccogliendo una serie d’immagini di precisione che vengono prima convertite in file, poi elaborate e, infine, trasformate in immagini virtuali 3D adatte per la lavorazione e la produzione di manufatti dentali (capsule, intarsi, ponti, ecc.). I vantaggi di questa tecnologia non riguardano solo il comfort, ma anche un notevole abbattimento di costi per il professionista e una riduzione dell’inquinamento ambientale. Per non parlare dell’incremento qualitativo del prodotto finale che, grazie all’ausilio di speciali software gestionali, raggiunge livelli di eccellenza”.
Impronta digitale, ma anche tecnologia 3D per realizzare materialmente un dente…in che modo è possibile raggiungere questo risultato?
“La tecnologia 3D nasce dalla possibilità di trasformare un file virtuale in qualcosa di materiale. Questa tecnologia, che si chiama ‘cad-cam’ – e sta per ‘progettazione assistita da computer’ (Computer-Aided Design, CAD) e ‘fabbricazione assistita dal computer’ (Computer-Aided Manufacturing, CAM) – è diffusa in tanti settori, da quello automobilistico all’aereonautico, per esempio, laddove serve una produzione rapida e veloce di pezzi molto precisi. Nell’ambito odontoiatrico il 3D integra il lavoro dell’odontotecnico, il quale ha abbandonato vecchie procedure a vantaggio della progettazione al computer. Infatti, grazie a particolari macchine chiamate ‘fresatori’, è possibile produrre denti da un blocco, utilizzando materiali – come la zirconia – che in passato mai avremmo pensato di poter usare”.
Parliamo delle nuove tecniche riguardanti l’implantologia: grazie a dei ‘robot-dentisti’, che operano con delle sonde, è possibile avere una bocca nuova in poche ore. Lo conferma?
“In realtà non è proprio così: il robot che sostituisce la mano del dentista ancora non esiste. Però, grazie a particolari strumentazioni radiografiche, oggi siamo in grado di riprodurre la struttura scheletrica del paziente e costruire delle guide chirurgiche capaci di indicarci esattamente il posto ideale dove poter inserire l’impianto e di indirizzarci nell’eseguire l’alloggio per la vite in titanio, con un margine di errore praticamente inesistente. In pratica, è come se ci fosse un binario da seguire con il quale è impossibile uscire di strada. I vantaggi sono tanti: in primis c’è una riduzione della traumaticità dell’intervento del paziente, al quale non vengono messi neppure i punti di sutura; inoltre, e questo non è un particolare di poco conto, queste macchine radiografiche sono in grado di fornire immagini di alta qualità a bassissima emissione di raggi”.
Ci sono novità anche per quanto riguarda l’estetica. L’ossido di zirconio è risultato essere il materiale più avanzato per la moderna odontoiatria: quali sono i suoi punti di forza?
“Primo fra tutti il fatto che è bianco e va a sostituire il vecchio metallo che faceva da telaio alla ceramica estetica. Quindi, niente più bordi neri sulle gengive dei nostri pazienti. Un altro aspetto è la biocompatibilità di questo materiale, che sembra essere ottima per le gengive e per i denti stessi. La zirconia, sperimentata per la prima volta nel 1998 all’università di Zurigo, visto il suo elevato grado di biocompatibilità e leggerezza, sta diventando il materiale d’eccellenza nella realizzazione di restauri dentali. Si realizza in due fasi: fresatura di blocchi di ossido di zirconio pre-sinterizzato (più morbidi e lavorabili) denominato Y-TZP; sinterizzazione a 1400-1500 °C per circa 8 ore, capace di trasformare il manufatto, che così diventa durissimo, stabile e con caratteristiche meccaniche eccellenti. La zirconia in questo modo può essere utilizzata come supporto per la ceramica dentale”.
Tra le ultime tendenze anche Invisalign©, l’apparecchio ortodontico invisibile: che vantaggi ha? Qual è il suo prezzo?
“Avere denti allineati e belli è uno dei sogni più ricorrenti dei nostri pazienti, ma spesso la natura – condizionata da abitudini viziate o da ereditarietà – non sempre ci dona un sorriso perfetto. Per questo esiste l’ortodonzia, ossia la branca dell’odontoiatria che si occupa del corretto allineamento dei denti. Per ottenere risultati in tal senso, si possono usare i famosi ‘brackets’, degli attacchi guida, di metallo o ceramica, che vengono fissati ai denti. La presenza di questi attacchi, però, è spesso un limite alla terapia e molti pazienti rinunciano al trattamento per il disagio estetico e funzionale che possono portare. Per risolvere il problema, allora, è nato Invisalign©, un marchio registrato americano che produce mascherine completamente trasparenti in grado di spostare i denti. La procedura è questa: noi prendiamo le informazioni di base – calchi (meglio se digitali), registrazioni varie, foto e radiografie – e inviamo il tutto, correlato dalla nostra diagnosi e piano di cura, negli Stati Uniti dove, attraverso dei software speciali, gli operatori sono in grado di passare da una situazione iniziale ad una finale ottimale attraverso una serie di step. Ad ognuno di questi step corrisponde quindi una mascherina, che sposterà in modo progressivo la bocca. Le mascherine, il cui numero dipende dalla condizione della bocca del paziente, si cambiano ogni due settimane circa”.
Sottili come una lente a contatto, le ‘faccette in ceramica’ sono abbastanza trasparenti da somigliare a denti veri. Ma si tratta di adattamenti dolorosi?
“Qui entriamo ancora di più nello specifico dell’estetica, perché le faccette fanno parte di quelle ricostruzioni definite ‘mini invasive’ capaci di cambiare in poco tempo il sorriso del paziente. Esistono faccette incollate che non necessitano di preparazione, oppure faccette per le quali bisogna limare, di qualche decimo di millimetro, il dente davanti. Entrambe, in ogni caso, sono perfette per ottenere un sorriso bianco e bello. Vengono applicate sulla sola faccia anteriore, quella visibile, lasciando integre le restanti parti del dente. Possono essere di ceramica o di silicato di litio, e sono veramente il massimo dell’espressione dell’estetica dentale. Una cosa infatti è certa: il paziente entra nel nostro studio e può uscire il giorno dopo con un sorriso perfetto”.
Per concludere: cosa si può immaginare per l’odontoiatria del futuro?
“In realtà, il futuro dell’odontoiatria non è così roseo… mi spiego: la qualità è la base del successo, ma spesso per questo c’è bisogno di grossi investimenti, periodi di aggiornamento continuo, personale qualificato e strutture sempre più moderne e organizzate. E tutto ciò comporta una realizzazione molto complessa e un costo non irrilevante. Certamente esiste anche un’odontoiatria ‘low cost’, come quella esistente in alcuni mercati stranieri, ma questa può portare, il più delle volte, a risultati non eccellenti o, addirittura, insoddisfacenti. Allora, la raccomandazione che faccio ai pazienti, è quella di pensare sempre in modo intelligente, perché con la propria salute non si scherza. Ad esempio, il Gruppo Marilab ha istituito il Reparto di Odontoiatria composto da personale altamente qualificato che lavora con macchinari di ultima generazione e che mette a disposizione dei pazienti la propria professionalità per garantire risultati eccellenti.”
(Fonte Agenzia Dire – www.dire.it)