I medici di famiglia espongono all’assessore Bezzini i problemi della sanità territoriale
SIENA. Una delegazione delle dodici cooperative mediche della Toscana riunite in un contratto di rete, che da vent’anni offrono senza aggravio per i conti pubblici servizi aggiuntivi a 780.000 pazienti toscani, ha chiesto e ottenuto un incontro con l’Assessore regionale alla Salute Simone Bezzini per segnalare i molti problemi della professione medica odierna e come le cooperative possono svolgere un ruolo chiave per le Aggregazioni Funzionali Territoriali dei medici di famiglia, rafforzando la medicina territoriale e garantendo standard omogenei sul territorio per massimizzare l’efficienza del Servizio Sanitario Regionale. “Il nostro punto di vista è stato ben accolto dall’Assessore”, ha commentato Maurizio Pozzi, Presidente della senese Cooperativa Medici 2000, “così come la proposta di affidare ai medici di famiglia servizi prima esternalizzati dalla Regione (come screening per patologie tumorali, vaccinazioni e test diagnostici), in modo che possano eseguirli direttamente medici di famiglia e pediatri col supporto dei fattori produttivi forniti dalle cooperative. In altre parole – ha concluso Pozzi – facendo di più e meglio con la sfida dell’ottimizzazione delle risorse”.
Più di vent’anni fa i medici di famiglia toscani hanno cominciato a creare delle cooperative per ampliare le loro forme associative, organizzare servizi, migliorare la loro professione e soprattutto rispondere al meglio alla domanda di salute dei loro pazienti. Da allora ad oggi sono state migliorate sedi – o ne sono state costruite da zero – con la presenza di più medici e orari di accesso più ampi, sono state istituite segreterie e servizi infermieristici ed è stata sperimentata la diagnostica di primo livello negli studi. Un’innovazione allargatasi a gran parte della regione e valutata con interesse a livello nazionale.
Purtroppo, però, la crisi del Sistema Sanitario Nazionale non ha risparmiato la Toscana: l’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento verticale delle malattie croniche, la carenza di professionisti e un sottofinanziamento ormai cronico, peggiorato dall’inflazione, sono solo alcuni dei problemi da risolvere e non ci si può aspettare che i medici possano farlo da soli. Nel corso degli anni i soci delle cooperative mediche toscane hanno ad esempio messo a disposizione dei loro pazienti circa 400 operatori tra infermieri e personale di supporto, e quasi 300 sono assunti come dipendenti. Un servizio pubblico che beneficia del contributo previsto dall’accordo collettivo dei medici di famiglia, ma che è rimasto invariato dalla sua istituzione mentre i costi degli operatori sono progressivamente cresciuti. Il resto è sempre stato pagato dalle cooperative (e quindi dai medici), ed in seguito al recente rinnovo contrattuale dei dipendenti la spesa aumenterà di quasi il 10% nei prossimi due anni, raggiungendo la somma di €. 2.850.000 per i medici delle cooperative (circa il 50% del costo totale), rendendola di fatto insostenibile se la si aggiunge all’aumento dei costi dovuto all’inflazione.
La sanità toscana ha una lunga storia di eccellenza a livello nazionale, e non è un caso che proprio qui siano nati alcuni dei casi studio più rilevanti per le cooperative mediche di servizi: una collaborazione proficua tra amministrazione regionale e associazioni di medici di famiglia può quindi massimizzare la resa di ogni Euro stanziato per la salute pubblica, perché il risultato ultimo sarà una risposta migliore alla sempre crescente domanda di cura e di assistenza dei cittadini.