SIENA. Molti organi di informazione riportano in questi giorni con grande risalto le notizie relative alla eventuale pericolosità delle lampade abbronzanti come causa di alcuni problemi anche seri della pelle, spingendosi in alcuni casi a considerarle nocive al pari dell’arsenico, l’amianto, le sigarette.
A questo riguardo Cna Benessere e Sanità, pur riconoscendo alle agenzie e ai ricercatori rigore scientifico, ritiene che questo argomento, che peraltro si presenta ciclicamente ogni estate, debba essere affrontato con meno clamore e maggior approfondimento.
Da anni Cna Benessere e Sanità sostiene ad esempio la necessità di proibire l’apertura e il funzionamento dei cosiddetti “centri a gettone” locali in cui di fatto l’utente gestisce autonomamente il rapporto con l’apparecchio, senza la presenza di personale specializzato. Analogamente si è richiesto di non consentire la vendita di tali apparecchiature per uso domestico proprio per evitare un uso incontrollato e quindi pericoloso.
E’ risaputo che “l’abbronzatura artificiale in sicurezza” necessità della presenza di personale specializzato in grado di valutare vari fattori tra i quali l’età, il fototipo, il tempo di esposizione, la eventuale presenza di problematiche cutanee, l’utilizzo di cosmetici, la presenza di lenti a contatto e altri fattori o elementi atti a determinare una corretta esposizione artificiale.
Questa figura esiste e si chiama estetista! Detiene, in quanto in possesso di una qualifica professionale specifica, le conoscenze utili ad una abbronzatura sicura svolta nei tempi giusti con modalità corrette allo scopo di ottenere un risultato esteticamente gradevole e al contempo sicuro per la salute.
Appare utile sottolineare, anche in considerazione del periodo feriale, che analoghe problematiche sollevate dall’Oms nei confronti delle apparecchiature abbronzanti, si riscontrano nei confronti dell’esposizione ai raggi solari. Appare chiaro che anche in questo caso una esposizione prolungata o sconsiderata può portare a gravissimi problemi come appunto il melanoma. Ma il problema in questo caso non si affronta vietando l’esposizione bensì attraverso consigli, indicazioni, suggerimenti che limitino al massimo gli effetti nocivi dei raggi solari. Analoga strategia è opportuna nei confronti dell’abbronzatura artificiale.
Non servono i proclami o i divieti, specialmente nei confronti dei giovani. Occorre fare in modo che solo nei centri con personale in possesso della qualifica di estetista sia possibile usufruire di questo servizio e promuovere semmai campagne informative che chiariscano ai consumatori dove è possibile e a quali condizioni effettuare una “abbronzatura sicura”.