Il suo esperimento sulla "leggerezza" non fu propriamente scientifico, ma...
di Antonio Vona*
SIENA. Aldobrandino da Siena è un personaggio poco noto: visse nel XXIII secolo, in Francia, nella città di Troyes. Fu un bravo medico, apprezzato anche da Beatrice di Savoia, madre della regina di Francia. Il suo testo più conosciuto fu terminato nel 1256; ebbe discreta fortuna anche perché fu il primo libro di argomento medico scritto direttamente in francese (all’epoca la quasi totalità dei libri veniva tradotta dall’italiano o dal latino o dal greco, qualcuno dall’arabo), tanto che fu stampato, uno dei primi in Francia (se si pensa che Gutenberg aveva inventato il processo di stampa solo trenta anni prima), nel 1481, a Lione. Il suo titolo era, come allora si usava, lunghissimo e dettagliato, e perciò venne, quasi per disperazione, abbreviato in Régime du corps; trattava, come egli più volte volle specificare, non della malattia, ma di come mantenere la salute ed evitare le malattie. Il libro comprendeva molte spiegazioni sul funzionamento dei vari organi, consigli sulle relazioni coniugali, avvertimenti alle donne in attesa e alle balie, l’educazione dei fanciulli (nota è l’indicazione di come aiutare gli infanti a dire le prime semplici parole, mamà e papà: si tratta della prima comparsa di questi termini in tutta la letteratura francese); e persino un capitoletto di fisiognomica, scienza di là da venire.
Spiegava anche cosa mangiare, suggeriva di non esagerare col cibo, come se ci fosse stato bisogno, a quei tempi, di questo tipo di consiglio, e scriveva anche del vino: secondo lui il vino aiuta a parlare più eloquentemente e a vedere meglio le situazioni, tanto che il giudice dovrebbe berlo moderatamente prima di emettere una sentenza.
Ma quello di cui qui vorrei parlare è il buffo esperimento che Aldobrandino suggeriva per la scelta della migliore acqua da bere: se vuoi sapere da quale fonte sgorga l’acqua più leggera prendi due tessuti uguali di cotone che abbiano lo stesso peso; immergili ciascuno in una delle due differenti acque, lasciali imbeversi bene, poi pesali di nuovo per verificare che abbiano assorbito la stessa quantità di acqua. Lasciali dunque al sole fino a quando l’acqua sarà completamente evaporata da entrambi i tessuti. Pesali ancora e ti accorgerai che uno dei due tessuti pesa meno dell’altro: è quello che è stato immerso nell’acqua più ‘sottile’, usa proprio questo termine.
Secondo la mentalità dell’epoca (erano secoli di ricerca della “trasmutazione” del piombo in oro) la proprietà di ‘sottigliezza’ dell’acqua si propagava ad altri corpi, implicandone dunque, anche dopo completa evaporazione, una diminuzione del peso.
Ora, se questo esperimento non ha proprio nulla di scientifico, d’altronde mancavano centinaia di anni alla nascita di Galileo, contiene però un profonda verità: l’acqua può realmente aiutare a dimagrire e lo può fare in vari modi. Attraverso la sua leggerezza, caricandosi di tossine e di altri soluti e allontanandoli dall’organismo, il quale non necessiterà più di troppi grassi per disperdere quelle tossine; e anche attraverso la sua freschezza, in quanto il corpo che la riceve deve obbligatoriamente ‘accendere la caldaia’ per scaldarla, e ciò implica un certo consumo di calorie.
Perciò, partendo da considerazioni un po’ più scientifiche di quelle di Aldobrandino, il consiglio è, come d’altronde i medici non si stancano di ripetere, di bere abbondante acqua leggera e fresca: è realmente importante!