Il sindacato Medici Italiani vuole la libertà nella professione
Il documento, secondo il coordinatore SMI-UNP, rischia anche di creare le basi per profonde sperequazioni regionali. “Chiaramente – spiega – in questo caso il modello organizzativo verrebbe demandato alle Regioni, per cui avremmo 21 modelli organizzativi diversi, e questa senz”altro non sarebbe una cosa positiva. Ci sarebbero infatti delle forti sperequazioni tra le Regioni economicamente piu” avanzate, che potranno fare dei contratti diversi, e quelle piu” svantaggiate, che avranno a loro disposizione meno risorse offrendo di conseguenza meno servizi”. Ma come avete intenzione di muovervi? “Aspetteremo intanto la versione definitiva- risponde De Novellis- poi andremo all”apertura delle trattative. A ogni modo non siamo disposti a rinunciare a prerogative che abbiamo ottenuto in tanti anni. Tra l”altro, il rapporto costruito con le famiglie e” merito nostro e non un dono che ci ha fatto lo Stato. Insomma, come liberi professionisti siamo stati noi ad adattarci di volta in volta alle varie esigenze, crecando di offrire un”assistenza sempre migliore. Basti pensare all”ondata di immigrazione che c”e” adesso: nei nostri studi siamo stati costretti ad imparare le lingue, a farci comprendere, a dare delle indicazioni… e in questo, ripeto, lo Stato non e” che ci ha aiutato”. (DIRE)