Nutrizione e handicap vanno a braccetto
di Antonio Vona*
SIENA. L’antico adagio che recitava “Tu sei ciò che mangi” contiene nelle sue poche parole una grandissima verità, le cui implicazioni cominciano ad essere puntualmente verificate dagli studi scientifici che in tutto il mondo si stanno svolgendo con lo scopo di meglio comprendere gli effetti del cibo sull’organismo umano e animale.
C’è una nuova tendenza, laddove sino a pochi anni fa si mettevano in luce solo i difetti e i problemi di un’alimentazione di massa, a recuperare una visione più completa e più obbiettiva, forse anche alla luce della considerazione che, dopo tutto, lo stato di salute del cittadino medio è migliorato e che la vita media si è notevolmente allungata. “Il cibo sia il tuo farmaco”: questo sembra essere il nuovo corso.
Si apprende oggi l’importanza di nutrire bene il cervello per ridurre il rischio di essere colpiti da demenza senile, o morbo di Alzheimer, oppure nel morbo di Parkinson: vitamine B, magnesio, acido folico, antiossidanti, eccetera, sono nutrienti preziosi per la salvaguardia di quell’elaboratissimo organo che è il nostro cervello, sensibile com’è alle aggressioni di tossine di ogni genere.
Anche nelle persone Down, sebbene la sindrome dalla quale sono colpite sia molto complessa e multifattoriale, l’alimentazione assume una notevole importanza quando riesce ad impedire un’ulteriore ossidazione di tessuti, organi e apparati il cui sistema difensivo antiossidante è già notevolmente compromesso.
Simile, dal punto di vista alimentare, è il caso del bambino autistico; il suo problema sta nei disturbi della percezione della realtà che lo circonda. Spesso mostra intolleranze verso uno o più alimenti, i cui effetti congiunti scatenano dei comportamenti alterati: è l’effetto sul cervello di una tossicità eccessiva, dalla quale esso non sa difendersi. E’ molto importante quindi individuare gli alimenti non tollerati, onde poterli escludere dall’alimentazione. E’ altrettanto importante nutrire bene il cervello con alimenti naturali, biologici, integrali, privi di additivi. E’ noto che sia nel soggetto Down, sia nell’autistico i progressi faticosamente raggiunti con tanto esercizio e soprattutto con tanto amore possono venire vanificati quando il bambino subisce uno stress: a volte è sufficiente la nascita di un fratellino; se però l’alimentazione è stata ben controllata il bambino riesce spesso a superare la difficoltà del momento senza regredire e anzi prendendo atto, come può, della nuova realtà. In queste, come in molte altre patologie, l’essere nutriti in maniera non adatta, o addirittura sbagliata, ha spesso conseguenze molto più drammatiche. E viceversa.
Per molte altre situazioni che si discostano dalla salute, e delle quali ho parlato in precedenti articoli, gli effetti di un’alimentazione adatta sono notevoli, tanto che sempre più la Medicina e la Dietologia dovranno, nel prossimo futuro, lavorare insieme: la prima come intervento principe nella fase acuta del male, la seconda nella prevenzione da un lato, e nel mantenimento della ritrovata salute dall’altro lato.