SIENA. Alle Scotte è operativa un’area di emergenza neurologica, chiamata Stroke Unit, dedicata alla cura dell’ictus. Si tratta del più grande reparto della Toscana per il trattamento di una patologia che colpisce ogni anno in Italia 200mila persone. Dopo un periodo di sperimentazione la struttura, attiva all’interno del Dipartimento di Neuroscienze, diretto da Alessandro Rossi, lavora a pieno regime e i primi risultati sono ottimi: a dieci mesi dall’apertura, su 350 pazienti trattati per ictus, la mortalità è scesa dal 15% degli anni precedenti al 4,9%.
“L’Area Stroke – spiega il professor Rossi – è dotata di 18 posti letto interamente dedicati alla cura dell’ictus cerebrale . Di questi, 8 posti letto sono ad alta intensità di cura, dotati cioè di strumenti tecnologici in grado di tenere sotto controllo i parametri vitali del paziente. Da un punto di visto organizzativo – prosegue Rossi – abbiamo adottato un modello assistenziale integrato con un team di medici dedicati, per metà neurologi di cui è responsabile la dottoressa Rossana Tassi, e per metà internisti e cardiologi, il cui responsabile è il professor Giuseppe Martini. Il team infermieristico coordinato da Marcella Pistolesi, è stato specificatamente formato, così come il gruppo di fisioterapisti e logopedisti che vi operano”.
L’Area Stroke è abilitata dalla Regione Toscana e dal Coordinamento Nazionale all’esecuzione della fibrinolisi sistemica, un trattamento che, se somministrato entro le 3 ore dall’insorgenza dei sintomi di un ictus ischemico, può ridurre o far regredire completamente il danno neurologico. Per velocizzare l’iter diagnostico e terapeutico è stato attivato uno specifico “percorso ictus” con la collaborazione di 118, Dipartimento di Emergenza e Laboratorio Analisi delle Scotte e l’Azienda Usl7 con gli ospedali di Nottola e Campostaggia.
“Poiché potenzialmente tutti pazienti che arrivano al Pronto Soccorso delle Scotte entro le tre ore – conclude Rossi – possono essere sottoposti a tale trattamento, sarà importante educare la popolazione a riconoscere i primi sintomi dell’ictus”.
“L’Area Stroke – spiega il professor Rossi – è dotata di 18 posti letto interamente dedicati alla cura dell’ictus cerebrale . Di questi, 8 posti letto sono ad alta intensità di cura, dotati cioè di strumenti tecnologici in grado di tenere sotto controllo i parametri vitali del paziente. Da un punto di visto organizzativo – prosegue Rossi – abbiamo adottato un modello assistenziale integrato con un team di medici dedicati, per metà neurologi di cui è responsabile la dottoressa Rossana Tassi, e per metà internisti e cardiologi, il cui responsabile è il professor Giuseppe Martini. Il team infermieristico coordinato da Marcella Pistolesi, è stato specificatamente formato, così come il gruppo di fisioterapisti e logopedisti che vi operano”.
L’Area Stroke è abilitata dalla Regione Toscana e dal Coordinamento Nazionale all’esecuzione della fibrinolisi sistemica, un trattamento che, se somministrato entro le 3 ore dall’insorgenza dei sintomi di un ictus ischemico, può ridurre o far regredire completamente il danno neurologico. Per velocizzare l’iter diagnostico e terapeutico è stato attivato uno specifico “percorso ictus” con la collaborazione di 118, Dipartimento di Emergenza e Laboratorio Analisi delle Scotte e l’Azienda Usl7 con gli ospedali di Nottola e Campostaggia.
“Poiché potenzialmente tutti pazienti che arrivano al Pronto Soccorso delle Scotte entro le tre ore – conclude Rossi – possono essere sottoposti a tale trattamento, sarà importante educare la popolazione a riconoscere i primi sintomi dell’ictus”.