Oltre 350 partecipanti e 60 relatori alla Certosa di Pontignano

SIENA. “Investimenti sugli ospedali di comunità e nessun ritorno alle restrizioni per le visite dei parenti che vogliono stare vicini ai pazienti in cura negli ospedali della nostra regione. La dimensione umana è fondamentale e deve essere al centro della cura”. Lo dice nel primo appuntamento della mattinata senese di oggi il presidente Eugenio Giani, partecipando a “HumanCare-L’ecosistema per l’umanizzazione delle cure”, evento alla Certosa di Pontignano a Siena, che vede come partner Aou Senese, Asl 4 Liguria, Azienda ospedaliera universitaria di Modena.
“Per quanto riguarda la sanità territoriale la Regione Toscana vuole investire su realtà e strutture come gli ospedali di comunità – dice Giani – in cui viene sviluppata la lunga degenza e in cui non si mandano via i pazienti dopo pochi giorni, col rischio che si sentano soli. In Toscana vogliamo essere all’avanguardia del processo di umanizzazione della cura che vede come priorità lo sviluppo del rapporto umano tra medico e paziente, fondamentale anche per aumentare la motivazione a guarire e la voglia di rimettersi in sesto, che sono elementi importanti quanto i farmaci e le cure. Ringrazio gli organizzatori per aver portato in un luogo evocativo come Pontignano dirigenti, operatori medici e primari che vengono da tutta Italia per discutere della centralità della dimensione umana della cura”.
All’evento interviene anche l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, che torna a denunciare il sottofinanziamento della sanità pubblica. “Servirebbe a monte – osserva – un grande investimento nella sanità pubblica perché stiamo scivolando verso il 6% di rapporto tra finanziamento al fondo sanitario e Pil: la media europea è 7,5%, Paesi come Germania e Francia stanno sopra all’8-9%. In Italia gli operatori sanitari fanno i salti mortali per garantire il diritto alla salute ai cittadini questo è un fatto che ci preoccupa molto: tutte regioni, di ogni colore politico, stanno segnalando al governo la necessità di avere più risorse per curare le persone ridurre le liste di attesa, fare assunzioni”.
“Ovviamente – aggiunge l’assessore – non dobbiamo limitarci a richiedere più risorse ma compatibilmente con quelle disponibili dobbiamo cercare di organizzare al meglio i percorsi di cura. La Regione Toscana ha raggiunto anche quest’anno, nonostante le difficoltà, una valutazione degli indicatori del nuovo sistema di garanzia che la porta, assieme al Veneto, ai livelli più alti alti in Italia e sul piano nazionale abbiamo avuto performance tra le più significative del Paese. Da questo punto di vista non ci limitiamo a essere soddisfatti di questi risultati perché sappiamo che esiste un’insoddisfazione in alcuni ambiti anche da parte delle persone che hanno a che fare con sistema sanitario di cui dobbiamo tener contro”.
Riguardo all’umanizzazione delle cure, Bezzini afferma che “sicuramente la questione esiste. Molto spesso le recriminazioni delle persone non riguardano la qualità della cura ma i problemi che hanno per esempio nel passare da un servizio all’altro o nelle procedure di natura burocratica. Quindi l’umanizzazione delle cure significa sviluppare sempre più i processi clinici di cura delle persone ma grande attenzione e dimensione umana e a processi di semplificazione dei percorsi burocratici nel sistema sanitario”.
“La Toscana ha tante buone esperienze di umanizzazione delle cure, ci sono molte aziende che stanno sperimentando queste pratiche fondamentali, che hanno l’obiettivo di accorciare la distanza tra medico e paziente. Ora è arrivato il momento di fare sistema per far sì che queste pratiche non restino slegate tra loro”. A dirlo è Antonio Barretta, direttore generale dell’Aou Senese.
L’evento, che ha visto la partecipazione di oltre 350 persone e il coinvolgimento di circa 60 relatori da tutta Italia, si è confermato un’occasione di confronto ampia e interdisciplinare. Professionisti della sanità, esperti di architettura, tecnologia, arte e rappresentanti del Terzo Settore si sono alternati sul palco per condividere esperienze, progetti e visioni su come rendere il sistema sanitario sempre più vicino alle persone.
“I professionisti hanno tanta sensibilità, ciò che a volte manca è il tempo – dice Barretta – infatti i volumi delle prestazioni continuano ad aumentare ma il personale non cambia. Ma gli aspetti relazionali della cura non bastano, oggi ci confrontiamo anche su come immaginare gli ambienti ospedalieri per essere più accoglienti, come utilizzare la tecnologia per essere a supporto di una relazione più positiva, come impiegare l’arte per rendere gli ambienti più accoglienti, e come coinvolgere il volontariato per migliorare il percorso di cura. Con l’Aou di Modena e la Asl 4 Liguria abbiamo sottoscritto un protocollo per condividere le buone pratiche e aprire un confronto sull’umanizzazione delle cure, e questa è la prima di tante tappe”.