FIRENZE. Persone con disabilità e associazioni che le rappresentano che si confrontano con esperti, amministratori pubblici, istituti di ricerca, per definire come migliorare le condizioni di accessibilità a tutti gli spazi, i servizi e le infrastrutture. E’ così che la Toscana ha celebrato il “World Accessibility Day” , la ricorrenza mondiale il cui principio fondante è che le persone con disabilità devono essere incluse nella società e avere gli stessi diritti degli altri cittadini.
In 9 diversi tavoli, ognuno composto da dodici persone, allestiti al Palazzo dei congressi di Firenze, sono state affrontate le tematiche centrali in materia di accessibilità: dall’autonomia personale al turismo, dall’urbanistica alla mobilità, dalla salute al lavoro, dalla cultura allo sport.
Ogni gruppo di lavoro ha elaborato proposte e richieste per rendere il più possibile inclusivi tutti gli ambienti fisici, digitali e sociali in modo che gli individui, indipendentemente dal loro background, identità o abilità, si sentano apprezzati, rispettati e supportati. Le proposte e gli indirizzi emersi nel corso della giornata andranno a comporre un documento finale che contribuirà a definire l’orientamento delle strategie regionali sull’accessibilità per il prossimo triennio.
Secondo l’assessora regionale alle politiche sociali, che ha introdotto i lavori, questa formula innovativa è risultata valida e funzionale allo scopo perché ha permesso un confronto molto partecipato e concreto tra persone con punti di vista e ruoli diversi.
La volontà, espressa oggi, ha evidenziato, è stata quella di superare gradualmente un approccio basato su soluzioni ‘speciali’ per costruire a una visione più larga, in cui tutti gli ambiti delle nostre comunità siano pensati come luoghi dove le differenze possano coesistere alla pari e avere le stesse opportunità. L’accessibilità, ha evidenziato, non deve essere un accessorio di altre politiche ma deve diventare strutturale perché è un elemento che porta democrazia, uguaglianza, inclusione. Vogliamo, ha concluso, farci così anche promotori di un cambiamento, nel quale non sono le persone con disabilità a doversi adattare al mondo che le circonda, ma viceversa è il mondo a diventare il più possibile davvero accessibile a tutti e tutte.
Per Alberto Zanobini, responsabile settore inclusione e accessibilità: “L’iniziativa di oggi è servita a rimettere al centro della discussione una parola universale come accessibilità”. Rispetto a questa parola e a come viene utilizzata è necessario un cambiamento culturale: accessibile non indica la pedana che aggiungiamo dopo aver realizzato un’opera, è invece il modo in cui bisogna disegnare fin dall’inizio gli spazi urbani, gli strumenti, i servizi, rendendoli inclusivi e accessibili a tutti. In questo percorso la Regione è pronta a fare la sua parte, insieme ai Comuni, perché le politiche per l’accessibilità devono coinvolgere i territori”.
Ma come rendere i nostri spazi pubblici più accessibili? Antonio Lauria, professore di tecnologia dell’architettura dell’Università di Firenze nel suo intervento ha ricordato che si tratta di processi complessi: “Inizialmente – ha detto – bisogna agire sulla formazione, poi occorre operare concretamente cercando di avere una visione molto ampia, che tenga conto del fatto che le persone possono avere disabilità e limitazioni funzionali molto diverse. Quando si progetta bisognerebbe acquisire tutte queste esigenze e fare in modo che il progetto possa il più possibile riuscire a soddisfarle”.
Sull’iniziativa di oggi ha poi aggiunto: “Normalmente in convegni e seminari c’è una persona che parla mentre gli altri ascoltano, qui c’è un approccio molto più operativo e concreto: ogni uditore è anche partecipante e può dare il suo contributo alla discussione”.
Piera Nobili, presidente del Cerpa Italia onlus (Cerpa sta per Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità) ha invece sottolineato il valore di questa formula ‘a tavoli’: “Le modalità di confronto partecipato sono sempre molto efficaci. Il sistema della partecipazione su temi definiti, a partire da parole chiave, con la presenza di persone molto qualificate tecnicamente, e con i contributi di cittadini e di associazioni, permette di raggiunger l’obiettivo che ci si è prefissati: in questo caso ad arrivare a una sintesi di idee e di proposte da portare nel piano strategico regionale”.