SIENA. Ogni anno in Italia circa 35 mila pazienti vengono sottoposti a intervento chirurgico per il trattamento delle emorroidi e il problema maggiore correlato riguarda il dolore post operatorio che allunga i tempi di ritorno alle normali attività quotidiane. Quali sono le ultime tecniche chirurgiche per ridurre tale sofferenza?
Da qualche tempo presso l’U.O.C. Chirurgia Generale 2, diretta dal professore Anton Ferdinando Carli, il professor Luigi Verre, insieme al dottor Giuseppe Vuolo e con la collaborazione dell’équipe anestesiologica coordinata dal dottor Pasquale D’Onofrio, hanno applicato nuove procedure chirurgiche dette “pain-free”, ovvero “senza dolore”. Tra queste, la più efficace risulta essere il metodo THD, Dearterializzazione emorroidaria Trans-anale Doppler-guidata, che consiste nella legatura dei rami terminali dell’arteria emorroidaria superiore, causa dell’iperafflusso arterioso e quindi della congestione e del sanguinamento dei cuscinetti emorroidari, che vengono rilevati con estrema precisione grazie alla sonda doppler.
L’intervento è minimamente invasivo in quanto non taglia né rimuove tessuti e non sovverte minimamente la normale anatomia della zona interessata.
“Tale tecnica – spiega il professor Verre – ha dato ottimi risultati, testimoniati anche dagli stessi pazienti che hanno confermato la totale assenza di dolore postoperatorio e un rapido ritorno alla vita quotidiana, senza presentare alcuna complicanza”.
Il metodo è ripetibile e non ostacola l’esecuzione di eventuali altri interventi sul canale anorettale, in quanto a tre mesi dall’intervento lo stesso riprende la sua normale anatomia. “In questi giorni – conclude Verre – è stata formalizzata all’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese la richiesta per l’acquisto del dispositivo THD evolution e dei suoi accessori esclusivi.
Da qualche tempo presso l’U.O.C. Chirurgia Generale 2, diretta dal professore Anton Ferdinando Carli, il professor Luigi Verre, insieme al dottor Giuseppe Vuolo e con la collaborazione dell’équipe anestesiologica coordinata dal dottor Pasquale D’Onofrio, hanno applicato nuove procedure chirurgiche dette “pain-free”, ovvero “senza dolore”. Tra queste, la più efficace risulta essere il metodo THD, Dearterializzazione emorroidaria Trans-anale Doppler-guidata, che consiste nella legatura dei rami terminali dell’arteria emorroidaria superiore, causa dell’iperafflusso arterioso e quindi della congestione e del sanguinamento dei cuscinetti emorroidari, che vengono rilevati con estrema precisione grazie alla sonda doppler.
L’intervento è minimamente invasivo in quanto non taglia né rimuove tessuti e non sovverte minimamente la normale anatomia della zona interessata.
“Tale tecnica – spiega il professor Verre – ha dato ottimi risultati, testimoniati anche dagli stessi pazienti che hanno confermato la totale assenza di dolore postoperatorio e un rapido ritorno alla vita quotidiana, senza presentare alcuna complicanza”.
Il metodo è ripetibile e non ostacola l’esecuzione di eventuali altri interventi sul canale anorettale, in quanto a tre mesi dall’intervento lo stesso riprende la sua normale anatomia. “In questi giorni – conclude Verre – è stata formalizzata all’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese la richiesta per l’acquisto del dispositivo THD evolution e dei suoi accessori esclusivi.