Solidarietà del vicepresidente della Commissione sanità alle sigle sindacali
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/2017/03/sanità-salute-e1558093685631.jpg)
FIRENZE. «Processo di accorpamento a freddo, senza il coinvolgimento dei medici interessati, quello tra i Sistemi di Emergenza Urgenza delle ex USL di Siena e Grosseto», questa l’osservazione del Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio Regionale Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia) alla notizia dello stato di agitazione delle sigle sindacali Anaoo Assomed, CGIL FP, Cimo e SMI – «Condivisibile lo stato di agitazione dei sindacati che ormai da oltre un anno si trovano davanti ad una riorganizzazione dell’Emergenza Urgenza decisa unilateralmente, ma dove permangono criticità importanti»
«Occorre che l’Azienda sanitaria ascolti e coinvolga in maniera più compiuta – prosegue Mugnai– medici, infermieri ed operatori del volontariato, che mettono quotidianamente a rischio la loro sicurezza medico legale, con la qualità del servizio ai pazienti mantenuta alta grazie al senso di responsabilità e alla professionalità di ciascuno degli operatori». Mugnai è già ritornato sull’argomento con numerose interrogazioni, l’ultima poco meno di due mesi fa dove si chiedeva di mettere nero su bianco organigramma, dotazione di mezzi, procedure e piani di emergenza provinciali, piano per le maxi emergenze e prospettive del personale medico ed infermieristico; ma ancora nessuna risposta è stata fornita a riprova che la direzione DEU e aziendale, come affermato dalle sindacali, non avrebbero ancora evaso i punti fondamentali del processo di organizzazione del sistema di emergenza –urgenza.
«Un grande bacino territoriale la Asl sud Est, con zone morfologicamente complesse come le province di Siena e Grosseto, che funziona di fatto a due velocità: una centrale operativa impreparata a gestire procedure operative di emergenza e che fornisce risposte disomogenee a causa del depotenziamento di personale in atto in Maremma. Ci auguriamo – conclude Mugnai – che la Asl ascolti le istanze dei medici e le prenda seriamente in carico»