E nella dieta ben calibrata di alimenti ricchi di vitamina D
SIENA. Per le donne che già da tempo sono entrate negli ‘anta’, e che corrono qualche rischio di sviluppare in futuro un’osteoporosi, malattia molto diffusa, nella quale si verifica una perdita eccessiva di calcio dalle ossa, l’estate è sicuramente la stagione migliore per fare un pieno naturale di vitamina D. Anche chi ne è già stata colpita, le donne in età fertile e i giovani in crescita ricevono da questa stagione un sicuro beneficio. Vediamo in che modo: i
l sole sulla pelle funge da acceleratore di un processo che si conclude con la formazione di vitamina D, tra l’altro a spese di una piccola quota di colesterolo. Dopo opportune modificazioni biochimiche questa vitamina induce l’intestino ad assorbire meglio il calcio, aiuta i reni a non disperderlo con le urine e collabora con altre sostanze ad incorporarlo nelle ossa. La vitamina D si raccoglie nei tessuti adiposi, e da lì viene prelevata durante l’inverno per soddisfare le esigenze dell’organismo. Le persone troppo magre dispongono perciò di scarsi depositi di vitamina D, e sono perciò più a rischio di sviluppare osteoporosi in età avanzata; dovrebbero perciò approfittare dell’estate, ma anche delle giornate serene dell’inverno, per prendere il sole. Possono bastare anche venti-trenta minuti di luce al giorno, persino quando il sole è coperto, per tenere attivo questo processo. E’ proprio quel che accade durante una tranquilla passeggiata all’aria aperta; nello stesso tempo si verificano almeno altri due fenomeni che danno un concreto aiuto nella prevenzione dell’osteoporosi: camminando si rimette in moto anche la circolazione, e si evitano quelle pericolose stasi venose (zone di rallentamento della circolazione sanguigna) tipiche della sedentarietà, e che costituiscono spesso l’innesco per il processo osteoporotico; inoltre la deambulazione stessa costituisce una sollecitazione dinamica importante, specialmente ad una certa età, per le ossa: tenute sotto sforzo esse riescono non soltanto ad attivare il meccanismo di rinnovamento continuo, ma anche a limitare le perdite di calcio. Si è addirittura notato che l’osteoporosi colpisce più facilmente le persone sottopeso in quanto il loro sistema scheletrico non viene adeguatamente sollecitato.Infine l’alimentazione, il cui ruolo è davvero importante: gli estrogeni, ormoni sessuali femminili, ma presenti in minime quantità anche nel maschio, rivestono anch’essi un ruolo essenziale nella conservazione del calcio nelle ossa; il loro livello però crolla con la menopausa, predisponendo la donna verso l’osteoporosi.
Dati sperimentali abbastanza recenti suggeriscono che alcuni prodotti dell’orto (principalmente i broccoli, i cavoli, i cavolfiori, la rucola, e anche la soia) contengono sostanze simili agli estrogeni umani, e che di questi mimano, in una certa misura, il comportamento biochimico; l’assunzione di questi vegetali dà alla donna un livello minimo di mantenimento, sufficiente a diminuire o addirittura ad evitare le manifestazioni più fastidiose della menopausa e a rallentare il processo osteoporotico.
Per di più la giusta alimentazione può costituire una fonte di vitamina D: può essere molto utile, infatti, mangiare fegato, funghi, tuorlo d’uovo, germogli, pesce -in particolare sgombro, aringhe, salmone, sardine.
*Biologo nutrizionista