Il disturbo dell’attenzione, abbreviato con la sigla inglese ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) oppure con la sigla italiana DDAI, è un disturbo psichico piuttosto criptico e difficile da riconoscere, in quanto la sintomatologia è simile ad altre patologie oppure, in alcuni casi, i genitori del bambino affetto potrebbero sottovalutare le manifestazioni ed i sintomi. Infatti, vi è una gran differenza tra un bambino vivace e particolarmente attivo durante il processo evolutivo ed un altro, appunto, affetto da tale disturbo.
L’ADHD non deve essere confusa, pertanto, con la normale fase di crescita del bambino, né tantomeno può essere superficialmente collegabile ad una scarsa educazione.
Il disturbo dell’attenzione deriva dall’incapacità da parte del bambino di regolare il proprio comportamento a seconda delle situazioni in cui si trova.
Quali sono i sintomi del disturbo dell’attenzione?
Il disturbo dell’attenzione è una condizione cronica che colpisce milioni di bambini e li accompagna, in alcuni casi, sino all’età adulta ed è caratterizzata dalla presenza di problemi quali la difficoltà a sostenere l’attenzione, l’iperattività e l’impulsività.
Scendendo nello specifico, si può sostenere che la disattenzione si manifesta con una certa facilità di distrazione, la dimenticanza delle cose ed il passaggio frequente da un’attività ad un’altra. Ed ancora, la difficoltà di concentrazione e di attenzione relativamente ad una specifica attività e da ultimo, non certo per importanza, la facilità di annoiarsi in un breve arco temporale. Inoltre, il bambino rifiuta di impegnarsi in attività che richiedono sforzi mentali e si lascia, anche, facilmente distrarre da agenti e stimoli esterni.
L’iperattività è caratterizzata da un’attività motoria eccessiva, si pensi ad esempio al movimento delle mani e dei piedi. Il bambino ha difficoltà ad impegnarsi in attività tranquille e rilassate e vive serie difficoltà nello stare seduto sia a scuola che in altri contesti. Inoltre, eccessiva irrequietezza e loquacità, il continuo ed incessante toccare gli oggetti e le cose sono altri sintomi che dovrebbero fungere da campanelli d’allarme.
Per quanto riguarda l’impulsività, invece, i bambini affetti dal disturbo dell’attenzione sono eccessivamente impazienti ed inclini a mostrare le proprie emozioni senza alcun freno e nello stesso modo, quindi senza preoccuparsi per le conseguenze, agiscono.
Come gestire un bambino affetto dal disturbo dell’attenzione?
I bambini affetti da ADHD traggono beneficio dall’unione e dalla scelta di adottare e seguire terapie che si muovono e coinvolgono più fronti. Per favorire i miglioramenti del soggetto è bene, oltre alle cure farmacologiche prescritte dai medici tenere in considerazione anche la terapia comportamentale e interventi anche in ambito scolastico e formativo.
I genitori del bambino che se ne prendono cura non dovrebbero trascurare sé stessi. Infatti, sarebbe opportuno ritagliarsi dei momenti nella quotidianità per recuperare le energie e per rilassarsi. Infatti, il disturbo dell’attenzione impatta notevolmente anche sull’intero nucleo familiare e non soltanto sul soggetto coinvolto.
Per aiutare il bambino ad affrontare la situazione, sarebbe auspicabile stabilire abitudini e routine da rispettare nel corso della giornata. Sarebbe, altresì, opportuno stabilire regole chiare ed obiettivi piccoli e continui. Ed ancora, per favorire l’esercizio della memoria si potrebbero scegliere giochi adatti come, ad esempio, quelli che richiedono l’impegno del bambino nel riconoscere e ricordare le coppie di carte o simili. Sarebbe indicato, inoltre, preferire giochi ed attività che possano sviluppare la concentrazione ed il controllo degli impulsi.