A Siena si sono riuniti i massimi esperti di Cardiologia dello Sport
SIENA. Approfondire le problematiche per individuare il confine tra il cuore dell’atleta e le patologie che possono preludere ai rischi per la salute connessi all’attività sportiva. Questo l’obiettivo del congresso di Cardiologia dello Sport, che si è appena concluso a Siena, dal titolo “Cuore e sport: tra competizione e prevenzione”, presieduto dal professor Sergio Mondillo, direttore UOC Cardiologia Universitaria dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, con il dottor Flavio D’Ascenzi, responsabile scientifico: «In questa due giorni – afferma D’Ascenzi – abbiamo condiviso con i partecipanti l’importanza del praticare sport in sicurezza, grazie allo screening medico-sportivo e ai controlli cardiologici eseguiti nei soggetti che fanno sport a livello agonistico e non agonistico. La nostra attività clinica e di ricerca vuole contribuire ad identificare i parametri che permettano di distinguere l’adattamento fisiologico del cuore dell’atleta e le patologie che possono avere conseguenze anche gravi per gli atleti».
Il congresso, inaugurato dal direttore generale dell’Aou Senese Valtere Giovannini, da Roberto Monaco, segretario nazionale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri e presidente dell’Ordine senese, e da Luisa Bracci, direttore del Dipartimento di Biotecnologie Mediche, ha contribuito ad aumentare la consapevolezza dell’importanza dello screening medico-sportivo e cardiologico negli atleti. In particolare, una corretta identificazione delle alterazioni precoci dell’ECG e l’integrazione con esami di imaging avanzato, possono contribuire a svelare la presenza di eventuali anomalie cardiache che mettono a repentaglio il sano e corretto svolgimento dell’attività sportiva. Nei due giorni di Congresso si è parlato anche di prescrizione personalizzata dell’esercizio fisico, utile affinché anche i soggetti con patologie possano trarre beneficio dalla pratica dello sport.
«La presenza ai lavori congressuali di oltre 200 fra cardiologi, medici dello sport, internisti e giovani medici –afferma Mondillo- ha testimoniato l’esigenza di avere riferimenti specifici per l’interpretazione accurata dei protocolli di idoneità allo sport attualmente presenti. La presenza di numerosi esperti internazionali, fra i quali il professor Brugada e il professor Corrado, ha contribuito a rafforzare questo impegno comune nel combattere il fenomeno, tanto importante quanto tragico, della morte cardiaca improvvisa».
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