Aperto a Firenze il forum: no alla "tribù del cancro", si ad una condivisione sociale della malattia
FIRENZE. “La Comunità dei sani tende a rimuovere il tema del cancro. Per paura, per fastidio, per timore, generando gruppi segregati, formati di volta in volta da medici, pazienti, esperti, come se l’argomento riguardasse solo delle tribù speciali di uomini nascosti”: con queste parole Gianni Amunni (Direttore Generale ISPRO ha aperto a Firenze il Cracking Cancer Forum, evento di cultura della salute a cui stanno partecipando oltre 500 iscritti. Obiettivo del Forum – ha sottolineato Amunni – è quello di avviare “un dialogo ampio sulle tematiche della cura in oncologia in cui siano coinvolti oncologi e ricercatori, giornalisti e sociologi, esperti di comunicazione e istituzioni, rappresentanti di associazioni professionali e di cittadini, farmacoeconomisti ed esperti di innovazione, con l’obiettivo di generare una nuova prospettiva sociale e culturale di affronto delle neoplasie”.
Il Forum – ideato e promosso da quattro esperti che hanno lavorato per un anno sul progetto complessivo (Gianni Amunni, Oncologo; Gianfranco Gensini, Presidente Società Medicina Digitale; Walter Gatti, Giornalista ed esperto di politiche sanitarie; Giuseppe Orzati, Organizzatore di eventi scientifici) si è aperto con la relazione di Lucia Mangoni, presidente dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM), che ha ricordato che nonostante i 373mila nuovi casi all’anno, “il cancro non è più un male incurabile: in Italia abbiamo complessivamente una sopravvivenza del 60% a cinque anni dalla diagnosi”. Come riportato da AIRTUM, i dati più confortanti si registrano per il tumore alla tiroide, con un tasso di sopravvivenza a 5 anni dell’88%, alla mammella (87%) e alla prostata (82%), percentuali che salgono anche al 99% in caso di diagnosi precoce. “I dati meno confortanti arrivano invece dal tumore al polmone – ha sottolineato Mangone -, secondo per incidenza tra gli uomini e terzo tra le donne, che registra un tasso di sopravvivenza a 5 anni del 18%, ed è correlato nel 90% dei casi al fumo di sigaretta”. I dati sono molto diversi da regione e regione, visto che al Nord ci si ammala molto più che al Sud, ma al Sud si sopravvive di meno. Questo – ha spiegato Lucia Mangone – non è legato alla fortuna o alla sfortuna, ma alla capacità dei sistemi sanitari regionali di generare programmi di screening effettivamente seguiti dalla popolazione, di effettuare diagnosi precoci e di attuare adeguati corretti percorsi diagnostico terapeutici”.
Relazioni multidisciplinari a cura di Antonio Rosato (sulle Car-T Cell), Stefano Magrini (sulle innovazioni in radioterapia radiogenomica), Domenico Palli (sui fattori di rischio e sugli stili di vita) e approfondimenti sulle terapie avanzate, presentati da Paolo Pronzato, hanno animato le sessioni della mattinata. Durante il Forum viene anche presentato il Manifesto-Patto contro il cancro, un documento in dieci punti che viene firmato dai presenti ai lavori e che verrà diffuso presso istituzioni, esperti e realtà associative: il Manifesto è già stato positivamente commentato da Maria Domenica Castellone, senatrice componente della XII Commissione Sanità, che ha sottolineato la sua disponibilità a condividere i punti del documento presso i membri del Parlamento all’interno di un’azione politica e istituzionale “oggi più che mai necessaria che sia in grado di rafforzare la ricerca scientifica, l’accessibilità alle cure su tutto il territorio nazionale, il potenziamento delle reti oncologiche e la corretta ed esauriente comunicazione verso i cittadini”.
Nelle foto: Il Forum, il Comitato Promotore, la senatrice Castellone con Prof. Amunni