L’aggiornamento in commissione Sanità. Saranno potenziati i sistemi di tracciamento e l’offerta dei tamponi
FIRENZE. Anche la Toscana è investita dall’ondata pandemica. Oggi i contagi registrati sono 15.830. È un dato in parte condizionato dall’ordinanza del presidente Eugenio Giani, perché sono stati contabilizzati immediatamente i positivi da test antigenico, oltre ai positivi da test molecolare. A dirlo, l’assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini, intervenuto oggi pomeriggio in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd) e convocata per fare il punto sulla situazione. Bezzini, rispondendo anche alle numerose domande dei consiglieri, ha sottolineato cha la nuova variante ha una diffusione rapida e significativa ma che, al momento, gli effetti sanitari vedono un incremento delle ospedalizzazioni però non dei ricoveri in terapia intensiva. Si registrano infatti 49 nuovi ricoveri ordinari (per un totale di 676 persone ricoverate) ma in terapia intensiva i ricoverati sono 2 in meno (76 in tutto). “Assistiamo a una situazione diversa rispetto a un anno fa – ha commentato l’assessore – quando i ricoveri in terapia intensiva erano 300. È certo però che se il contagio cresce esponenzialmente nell’ottica dei grandi numeri anche i ricoveri cresceranno, dunque è scattato lo stato di allerta del sistema sanitario regionale”.
In sofferenza risultano essere i sistemi del “testing” e del tracciamento: con numeri quintuplicati in poco tempo si registrano difficoltà ad accedere ai tamponi e a tracciare i contatti. Ieri in Toscana, ha aggiunto Bezzini, sono stati effettuati circa 25mila tamponi molecolari e 45mila antigenici, ma è sempre più difficile tenere il passo. “Ecco perché abbiamo deciso che i testi antigenici positivi sono sufficienti per stabilire da subito l’isolamento – ha spiegato –. Il nostro obiettivo è mettere in campo tutta la potenza di fuoco possibile, semplificando ed evitando doppioni”.
L’assessore ha definito coerente con i provvedimenti regionali la decisione di ridurre la quarantena del governo centrale. “I provvedimenti governativi sono giusti, ma tutti, tranne quello che riguarda la quarantena – ha detto – prevedono un maggiore ricorso ai tamponi. Per questo auspico che il Consiglio dei Ministri in accordo con le Regioni rifletta su modelli organizzativi di testing e di tracciamento, prevedendo un maggiore ricorso all’autocertificazione e alla digitalizzazione delle pratiche”.
Il direttore regionale della Sanità Federico Gelli ha sottolineato che la variante Omicron rappresenta in Toscana almeno il 75 per cento dei casi, e che su 10 ricoverati in terapia intensiva 1 è un vaccinato anziano e/o fragile, 9 sono non vaccinati. Il direttore ha ricordato che sono tre le filiere su cui la Regione è impegnata: la vaccinazione, il tracciamento, i tamponi. La vaccinazione prosegue a pieno ritmo, ponendo la Toscana tra le migliori regioni in Italia per numero di dosi somministrate. “Puntiamo a fornire le dosi in maniera interattiva rispetto alla domanda – ha detto Gelli – considerando che dal 10 gennaio sarà possibile fare il booster dopo 4 mesi e questo farà aumentare le richieste”.
Il tracciamento è in difficoltà. “Per questo – ha spiegato il direttore – stiamo potenziando, secondo un modello industriale, le tre centrali di Firenze, Arezzo e Carrara. Quella di Firenze, che era stata smantellata, è in fase di installazione al Mandela Forum. Abbiamo dato inoltre indicazioni di stabilire delle priorità nel tracciamento: prima i casi positivi non vaccinati, poi i casi positivi vaccinati, infine i contatti stretti”.
Per quanto riguarda i tamponi “stiamo approntando un sistema flessibile con l’obiettivo di raggiungere la possibilità di effettuare fino a 100mila tamponi al giorno”. Al potenziamento della produzione di tamponi molecolari e antigenici da laboratorio (circa 25mila) si affiancheranno gli antigenici rapidi eseguiti nelle farmacie, nelle strutture private accreditate, dalle associazioni di volontariato e anche dai medici di famiglia, con cui è stato stretto un accordo in questo senso, nei loro ambulatori. La nuova circolare inviata alle aziende sanitarie, infine, vieta l’accesso a visitatori e parenti salvo situazioni di particolare fragilità (debitamente vagliate e autorizzate) nelle strutture sanitarie e Rsa.