di Jolanta Burzynska*
SIENA. L’estate, che nel nostro immaginario dovrebbe portare un po’ di relax, tranquillità e spensieratezza, per alcuni può diventare un vero incubo. Le persone che soffrono di fobie specifiche legate a fenomeni atmosferici o al mondo animale, hanno maggiori probabilità di incontrare l’oggetto della propria fobia e di trovarsi in una situazione che scatena l’ansia. Un brontofobico, che ha paura di tuoni e fulmini, può ritrovarsi, suo malgrado, nel mezzo di un temporale estivo; un ofidiofobico terrorizzato da serpenti e altre creature striscianti rischia di incontrare qualche lucertola anche solo passeggiando per >la città. Lo stesso vale per chi ha fobia di insetti: ragni, vespe, calabroni. La fobia è una paura irrazionale e persistente di un oggetto o di una situazione che scatena una reazione fortemente ansiosa, fino agli attacchi di panico. L’ansia che scaturisce alla vista o al contatto con lo stimolo fobico >puo' manifestarsi con aumento del battito cardiaco o della frequenza >respiratoria, con sensazione di soffocamento, tremori, sudorazione, nausea, rossore o pallore del viso. La persona è consapevole che la sua paura è >irragionevole o eccessiva, ma non riesce a controllarla e sentendosi impotente cerca in tutti i modi di evitare il contatto con lo stimolo fobico. I tentativi di evitamento possono in varia misura condizionare la vita del fobico e di chi gli sta intorno. D’estate diventa fondamentale la scelta del luogo di vacanze: chi ha paura delle altezze non andrà in montagna, chi ha paura dell’acqua non porterà la famiglia al mare. Anche il percorso che occorre fare per raggiungere la località scelta è molto importante per chi teme di prendere un mezzo di trasporto come l’aereo, il treno, o di attraversare un ponte o una galleria. L’estate mette a dura prova anche gli agorafobici e quelli che soffrono di fobia sociale: i primi fanno più fatica ad evitare gli spazi aperti quando amici o parenti vogliono stare in piazza nelle calde serate estive, i secondi devono ricorrere a tutta la loro fantasia per declinare inviti a cene, feste di paese, gite e scampagnate, tipiche di questa stagione. Il fobico tende a minimizzare o nascondere il problema e, quando si tratta di una fobia specifica circoscritta a un oggetto, spesso ci riesce. La situazione si complica quando le strategie di evitamento portano ad una notevole riduzione della libertà di scelta di un individuo limitando le sue azioni in un ambito per lui importante. Mentre è oggettivamente facile per chi sta in città e teme i serpenti, evitare di andare in campagna d’estate, lo stesso problema per chi ha genitori anziani che abitano in una cascina assume un significato diverso. Una persona può prendere i mezzi pubblici, se ha paura di guidare, e non sentirsi particolarmente limitata. Per qualcun altro questo potrebbe significare la rinuncia ad un lavoro, alla propria autonomia, dovendo ricorrere ad aiuto di qualcuno ogni volta che vuole fare la spesa. Molte persone si vedono costrette a fare rinunce, a cambiare la loro vita sempre in peggio, si sentono in trappola. >Le fobie fanno parte dei disturbi d’ansia che comprendono anche gli attacchi >di panico e il Disturbo Ossessivo Compulsivo in cui la sintomatologia fobica si >associa a rituali (azioni ripetute compulsivamente) che servono a tenere l’ansia sotto controllo. Per esempio, la fobia della contaminazione porta a eseguire il rituale di lavaggio delle mani o delle pulizie di casa.
Oltre a quelle “stagionali” esistono altre forme di fobia che riguardano oggetti particolari, animali, situazioni sociali come parlare, mangiare, >arrossire o scrivere in pubblico, le malattie, la vista del sangue, ecc. Colpiscono all’incirca 5% della popolazione mondiale, prevalentemente femminile, dall’infanzia all’età adulta. La fobia sociale è particolarmente diffusa fra gli adolescenti di entrambi i sessi. Senza un trattamento adeguato sono proprio loro a essere più esposti alle complicanze quali l’abuso di alcool, l’assunzione di sostanze stupefacenti o la depressione.
Nonostante siano state avanzate varie teorie (psicoanalitica, comportamentista, evoluzionista, genetica ecc..), dell’insorgenza delle fobie gli scienziati non hanno ancora trovato una spiegazione esauriente e univoca di come uno stimolo fobico si forma e si mantiene nel tempo. >Alcune fobie sembrano associate ad eventi traumatici, altre (insetti, >serpenti) alla particolare sensibilità al disgusto o ai meccanismi di apprendimento e condizionamento sociale; per altre ancora viene ipotizzato il ruolo dello stress subito durante vari eventi della vita. Uno studio sull’aerofobia condotto dall’equipe di psichiatria dell’Università “Tor Vergata” di Roma ha riscontrato che il 40% dei soggetti fobici esaminati non conosceva l’origine della propria paura, un 20% ha vissuto esperienze traumatiche di volo (turbolenze, atterraggio di fortuna, malessere fisico durante il viaggio, ecc.), mentre nel 39% dei casi si evidenziava una correlazione tra eventi di vita stressanti ed insorgenza del disturbo. La psicoterapia, da sola o associata alla terapia farmacologica, si è rivelata un trattamento efficace nella maggior parte dei casi. Vengono prevalentemente utilizzate le tecniche comportamentali e cognitive. Fra i più recenti approcci cognitivo- comportamentali basati su mindfulness, ACT (Acceptance and Commitment Therapy) è quello che affronta la lotta contro l’ansia, l’evitamento dell’esperienza e la disconnessione dal momento presente come i principali responsabili del mantenimento della sintomatologia fobica e si pone, come punto d’arrivo, il raggiungimento di una flessibilità psicologica necessaria a condurre una vita piena, senza paura di emozioni, in linea con i propri valori. Ogni trattamento, indipendentemente dall’approccio, prevede una graduale esposizione prima immaginaria e poi reale alla situazione temuta, perciò l’arrivo dell’estate potrebbe essere il momento più opportuno per affrontare la propria fobia di "stagione".
*medico psicoterapeuta http://www.psicosomatica-psicoterapia-siena.it.
SIENA. L’estate, che nel nostro immaginario dovrebbe portare un po’ di relax, tranquillità e spensieratezza, per alcuni può diventare un vero incubo. Le persone che soffrono di fobie specifiche legate a fenomeni atmosferici o al mondo animale, hanno maggiori probabilità di incontrare l’oggetto della propria fobia e di trovarsi in una situazione che scatena l’ansia. Un brontofobico, che ha paura di tuoni e fulmini, può ritrovarsi, suo malgrado, nel mezzo di un temporale estivo; un ofidiofobico terrorizzato da serpenti e altre creature striscianti rischia di incontrare qualche lucertola anche solo passeggiando per >la città. Lo stesso vale per chi ha fobia di insetti: ragni, vespe, calabroni. La fobia è una paura irrazionale e persistente di un oggetto o di una situazione che scatena una reazione fortemente ansiosa, fino agli attacchi di panico. L’ansia che scaturisce alla vista o al contatto con lo stimolo fobico >puo' manifestarsi con aumento del battito cardiaco o della frequenza >respiratoria, con sensazione di soffocamento, tremori, sudorazione, nausea, rossore o pallore del viso. La persona è consapevole che la sua paura è >irragionevole o eccessiva, ma non riesce a controllarla e sentendosi impotente cerca in tutti i modi di evitare il contatto con lo stimolo fobico. I tentativi di evitamento possono in varia misura condizionare la vita del fobico e di chi gli sta intorno. D’estate diventa fondamentale la scelta del luogo di vacanze: chi ha paura delle altezze non andrà in montagna, chi ha paura dell’acqua non porterà la famiglia al mare. Anche il percorso che occorre fare per raggiungere la località scelta è molto importante per chi teme di prendere un mezzo di trasporto come l’aereo, il treno, o di attraversare un ponte o una galleria. L’estate mette a dura prova anche gli agorafobici e quelli che soffrono di fobia sociale: i primi fanno più fatica ad evitare gli spazi aperti quando amici o parenti vogliono stare in piazza nelle calde serate estive, i secondi devono ricorrere a tutta la loro fantasia per declinare inviti a cene, feste di paese, gite e scampagnate, tipiche di questa stagione. Il fobico tende a minimizzare o nascondere il problema e, quando si tratta di una fobia specifica circoscritta a un oggetto, spesso ci riesce. La situazione si complica quando le strategie di evitamento portano ad una notevole riduzione della libertà di scelta di un individuo limitando le sue azioni in un ambito per lui importante. Mentre è oggettivamente facile per chi sta in città e teme i serpenti, evitare di andare in campagna d’estate, lo stesso problema per chi ha genitori anziani che abitano in una cascina assume un significato diverso. Una persona può prendere i mezzi pubblici, se ha paura di guidare, e non sentirsi particolarmente limitata. Per qualcun altro questo potrebbe significare la rinuncia ad un lavoro, alla propria autonomia, dovendo ricorrere ad aiuto di qualcuno ogni volta che vuole fare la spesa. Molte persone si vedono costrette a fare rinunce, a cambiare la loro vita sempre in peggio, si sentono in trappola. >Le fobie fanno parte dei disturbi d’ansia che comprendono anche gli attacchi >di panico e il Disturbo Ossessivo Compulsivo in cui la sintomatologia fobica si >associa a rituali (azioni ripetute compulsivamente) che servono a tenere l’ansia sotto controllo. Per esempio, la fobia della contaminazione porta a eseguire il rituale di lavaggio delle mani o delle pulizie di casa.
Oltre a quelle “stagionali” esistono altre forme di fobia che riguardano oggetti particolari, animali, situazioni sociali come parlare, mangiare, >arrossire o scrivere in pubblico, le malattie, la vista del sangue, ecc. Colpiscono all’incirca 5% della popolazione mondiale, prevalentemente femminile, dall’infanzia all’età adulta. La fobia sociale è particolarmente diffusa fra gli adolescenti di entrambi i sessi. Senza un trattamento adeguato sono proprio loro a essere più esposti alle complicanze quali l’abuso di alcool, l’assunzione di sostanze stupefacenti o la depressione.
Nonostante siano state avanzate varie teorie (psicoanalitica, comportamentista, evoluzionista, genetica ecc..), dell’insorgenza delle fobie gli scienziati non hanno ancora trovato una spiegazione esauriente e univoca di come uno stimolo fobico si forma e si mantiene nel tempo. >Alcune fobie sembrano associate ad eventi traumatici, altre (insetti, >serpenti) alla particolare sensibilità al disgusto o ai meccanismi di apprendimento e condizionamento sociale; per altre ancora viene ipotizzato il ruolo dello stress subito durante vari eventi della vita. Uno studio sull’aerofobia condotto dall’equipe di psichiatria dell’Università “Tor Vergata” di Roma ha riscontrato che il 40% dei soggetti fobici esaminati non conosceva l’origine della propria paura, un 20% ha vissuto esperienze traumatiche di volo (turbolenze, atterraggio di fortuna, malessere fisico durante il viaggio, ecc.), mentre nel 39% dei casi si evidenziava una correlazione tra eventi di vita stressanti ed insorgenza del disturbo. La psicoterapia, da sola o associata alla terapia farmacologica, si è rivelata un trattamento efficace nella maggior parte dei casi. Vengono prevalentemente utilizzate le tecniche comportamentali e cognitive. Fra i più recenti approcci cognitivo- comportamentali basati su mindfulness, ACT (Acceptance and Commitment Therapy) è quello che affronta la lotta contro l’ansia, l’evitamento dell’esperienza e la disconnessione dal momento presente come i principali responsabili del mantenimento della sintomatologia fobica e si pone, come punto d’arrivo, il raggiungimento di una flessibilità psicologica necessaria a condurre una vita piena, senza paura di emozioni, in linea con i propri valori. Ogni trattamento, indipendentemente dall’approccio, prevede una graduale esposizione prima immaginaria e poi reale alla situazione temuta, perciò l’arrivo dell’estate potrebbe essere il momento più opportuno per affrontare la propria fobia di "stagione".
*medico psicoterapeuta http://www.psicosomatica-psicoterapia-siena.it.