SIENA. Identificata una nuova alterazione genetica nei pazienti con cancro alla tiroide di tipo familiare. L’importante scoperta è stata effettuata dal gruppo di ricerca guidato dal professor Furio Pacini, direttore dell’Endocrinologia del policlinico Santa Maria alle Scotte.
Di cosa si tratta? “Le cellule del sangue di questi pazienti – spiega Pacini – hanno un anormale accorciamento dei telomeri, strutture che si trovano alla fine di ogni cromosoma e che sono implicate nei processi di invecchiamento cellulare. Abbiamo dimostrato che questa alterazione dei telomeri è presente solo nelle forme di cancro familiare della tiroide, permettendo di identificare quali parenti di un paziente con carcinoma tiroideo con telomeri corti, sono a rischio di avere o di sviluppare lo stesso tumore”.
I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, una delle più prestigiose riviste scientifiche di endocrinologia. Non solo, il professor Pacini proprio per questa ricerca è stato recentemente insignito di due prestigiosi riconoscimenti internazionali. A Settembre ha infatti ricevuto il Premio ETA-Merck della European Thyroid Association nel corso dell’annuale congresso di questa società tenutosi a Tessalinica (Grecia) e ad Ottobre ha ricevuto il Paul Starr Award dalla American Thyroid Association, in occasione del congresso annuale che si è svolto a Chicago.
“Riconoscimenti importanti per il nostro lavoro – commenta Pacini – perchè entrambe queste associazioni raccolgono gli studiosi Europei e Americani che svolgono ricerca nel campo delle malattie della tiroide”.
Pacini è il secondo italiano ad aver ricevuto entrambi i riconoscimenti per le sue ricerche nel campo del cancro della tiroide, una patologia in forte aumento.
“L’incremento della malattia – conclude Pacini – è legato all’aumento dei controlli ma non si può escludere il coinvolgimento di cancerogeni ambientali quali le radiazioni, come l’incidente di Chernobyl ha dimostrato. Recenti studi hanno inoltre messo in evidenza che anche in aree vulcaniche, come le pendici dell’Etna o l’Islanda, si registrano più casi di cancro alla tiroide”.
Di cosa si tratta? “Le cellule del sangue di questi pazienti – spiega Pacini – hanno un anormale accorciamento dei telomeri, strutture che si trovano alla fine di ogni cromosoma e che sono implicate nei processi di invecchiamento cellulare. Abbiamo dimostrato che questa alterazione dei telomeri è presente solo nelle forme di cancro familiare della tiroide, permettendo di identificare quali parenti di un paziente con carcinoma tiroideo con telomeri corti, sono a rischio di avere o di sviluppare lo stesso tumore”.
I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, una delle più prestigiose riviste scientifiche di endocrinologia. Non solo, il professor Pacini proprio per questa ricerca è stato recentemente insignito di due prestigiosi riconoscimenti internazionali. A Settembre ha infatti ricevuto il Premio ETA-Merck della European Thyroid Association nel corso dell’annuale congresso di questa società tenutosi a Tessalinica (Grecia) e ad Ottobre ha ricevuto il Paul Starr Award dalla American Thyroid Association, in occasione del congresso annuale che si è svolto a Chicago.
“Riconoscimenti importanti per il nostro lavoro – commenta Pacini – perchè entrambe queste associazioni raccolgono gli studiosi Europei e Americani che svolgono ricerca nel campo delle malattie della tiroide”.
Pacini è il secondo italiano ad aver ricevuto entrambi i riconoscimenti per le sue ricerche nel campo del cancro della tiroide, una patologia in forte aumento.
“L’incremento della malattia – conclude Pacini – è legato all’aumento dei controlli ma non si può escludere il coinvolgimento di cancerogeni ambientali quali le radiazioni, come l’incidente di Chernobyl ha dimostrato. Recenti studi hanno inoltre messo in evidenza che anche in aree vulcaniche, come le pendici dell’Etna o l’Islanda, si registrano più casi di cancro alla tiroide”.