"La sanità pubblica è un bene primario di tutti che deve essere difeso"
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SIENA. L’Anaao Assomed, il più rappresentativo tra i sindacati della dirigenza medica sanitaria, prende distanza con decisione dai contenuti dell’interrogazione del consigliere Maurizio Marchetti in relazione all’ospedale di Nottola. In buona parte appaiono qualunquisti percepiti anche come offensivi nei confronti dei professionisti dell’ospedale: professionisti che mettono tutti se stessi ogni giorno e ogni notte dell’anno nella cura dei pazienti.
La politica quando interviene su un tema delicato e sensibile come la sanità, dovrebbe porre la massima attenzione su modi e contenuti per evitare ricadute negative su un bene prezioso come il Ssn, che proprio in questi giorni è stato riconosciuto come uno dei migliori nel mondo. I problemi non mancano, certo, ma le accuse generiche hanno un sapore qualunquista e autolesionista inaccettabile.
Quello di Nottola è un presidio che sicuramente ha bisogno dell’impegno di tutti per mantenere la qualità assistenziale che lo distingue e che, universalmente, salvo rare eccezioni, è riconosciuta all’ospedale e a chi ci lavora.
Non è accettabile strumentalizzare
Ci aspettiamo una puntuale rettifica e un serio approfondimento che parta dal confronto con gli operatori del settore e chi li rappresenta.
Parlare in modo approssimativo di tassi di mortalità partendo da dati tanto generici quanto datati, che non tengono conto dei modelli organizzativi sui percorsi di fine vita e degli indici di anzianità della popolazione, tra i più alti della Toscana e di tutto il territorio dell’area vasta sudest, mina la fiducia dei pazienti e il morale dei professionisti e mette in discussione un bene primario e prezioso quale il sistema sanitario pubblico che, per noi, è e resta l’unico modello che può garantire cure eque per tutti.
Che la struttura abbia bisogno di essere aggiornata in alcune sue parti è noto e crea disagio nei momenti di punta (vedi progetto nuovo pronto soccorso), ma non incide in alcun modo sulla qualità degli atti clinici
Che le lungaggini burocratico/amministrative e i tagli economici complichino la vita ai professionisti con tempi troppo lunghi per sostituire medici o primari andati in pensione è un dato ugualmente noto:
Maggiori investimenti in sanità sono necessari, a partire dallo sblocco del limite alla spesa per il personale imposto nel 2004 dal ministro Tremonti e mai rimosso. A tale proposito è condivisibile la proposta toscana del consigliere regionale Stefano Scaramelli di superare il blocco per le Regioni con bilanci in pareggio, limitatamente alle professionalità più carenti e tenendo conto dei territori più vasti e meno popolati.
Da anni il nostro sindacato avanza la proposta di investire su incentivi di professionalizzazione che incentivino i medici disposti a lavorare in sedi meno attraenti rispetto al policlinico universitario di una grande città e su questo ci aspettiamo risposte serie dal governo regionale e da quello nazionale