L'intervento del coordinatore della rete oncologica toscana al Forum Sistema Salute
FIRENZE. “Oggi siamo a una nuova frontiera dell’oncologia, passa sotto il termine dell’oncologia di precisione ed è legata a una grande acquisizione: quella mutazionale. Ovvero poter individuare, con piattaforme di analisi genetica, piccole trasformazioni della cellula tumorale sulle quali costruire una terapia per la specifica mutazione. Si apre un nuovo mondo che supera la vecchia oncologia in cui si classificava un tumore su aspetti morfologici, sull’istologia e la sede. Oggi si parla invece del tumore come una malattia caratterizzata da modificazioni genetiche che possono essere aggredite da farmaci specifici. Un tema, come tutte le nuove acquisizioni scientifiche, che rischia di vedere delle attese eccessive rispetto a quello che si può fare, di doversi scontrarsi con temi di sostenibilità perché le piattaforme hanno un costo. Ma è un tema che va affrontato, razionalizzato e declinato in maniera organizzativa”.
Lo ha affermato il dottor Gianni Amunni, coordinatore della rete oncologica toscana in occasione del Forum Sistema Salute. L’evento, giunto alla sua VII edizione, dedicato interamente al mondo della sanità. L’appuntamento, ieri e oggi, è stato promosso da Koncept, azienda specializzata nell’organizzazione di eventi in ambito della salute, e si svolge alla Stazione Leopolda di Firenze. Laboratori, approfondimenti scientifici e confronti con ospiti da tutta Italia.
Presente al Forum anche Sara Funaro, assessore al Welfare e Sanità del Comune di Firenze, che ha parlato del valore della casa come luogo di cura. “Abbiamo lavorato con la Società della salute, con l’Azienda sanitaria e la Regione Toscana per la presentazione del piano delle case di comunità legate ai fondi del Pnrr. Un progetto esteso sul territorio: circa 15 case che dovranno essere sviluppate, considerando anche quelle già presenti. L’altro punto forte a cui stiamo lavorando sono i servizi a domicilio. Il primo luogo di cura per i cittadini deve essere la casa e su questo stiamo lavorando – dice Funaro -. Questo Forum è ormai un appuntamento fisso nella nostra città, un laboratorio da cui possono nascere proposte, idee e riflessioni per tenere al centro i bisogni dei cittadini”.
E’ intervenuta invece sulla medicina di genere Tiziana Bellini, professoressa ordinaria di Biochimica e presidente del corso di laurea in medicina e chirurgia di Ferrara, oltre che co-fondatrice del centro universitario di studi sulla medicina di genere. “Il centro che abbiamo aperto si sta occupando di ricerca, formazione e assistenza con una metodologia nuova: disaggrega i dati per sesso e travasa le differenze che si trovano, a livello di prevenzione, diagnosi e terapie, nella formazione. Abbiamo inserito nel curriculum degli studi proprio un aggiornamento degli insegnamenti sotto l’approccio di genere. Tutto questo – spiega Bellini – va poi riversato nell’assistenza e stiamo iniziando a sviluppare indicatori che comprendono sia la parte biologica che quello psicosociale per far sì che nella cura del malato si consideri la persona. La medicina di genere quindi coma primo passo verso la personalizzazione della cura. Questa struttura dei corsi di laurea e di specializzazione è molto importante e cambierà completamente la visione del paziente e della cura”.
Del rapporto tra pubblico e privato in ambito socio sanitario ha discusso invece Fabrizio Fiore, regional market access & partnerships lead di Novartis Italia. “Veniamo da due anni dove il sistema sanitario è stato stressato. Ancora mancano risorse, persone e modelli organizzativi. Ma ci sono fondi europei e nazionali da poter utilizzare e il Covid ha fatto capire l’importanza di lavorare assieme. Una partnership pubblico e privato su temi comuni per portare valore al sistema salute è una strada da percorrere. Serve sinergia anche tra ospedali e medicina del territorio. C’è molto da fare ancora nel rapporto tra pubblico e privato, altre nazioni sono un po’ più avanti, ritengo che servano dei cambiamenti strutturali e legislativi. Sono rapporti complessi da gestire ma che si possono attuare: l’azienda farmaceutica, Regioni e tecnici si devono sedere allo stesso tavolo per obiettivi comuni”.