Endocrinologia spiega ipertiroidismo e ipotiroidismo
SIENA. Promuovere una conoscenza approfondita e mirata sulla prevenzione e la cura delle malattie della tiroide è l’obiettivo della Giornata Mondiale della Tiroide, che si svolge mercoledì 25 maggio e a cui aderisce anche il policlinico Santa Maria alle Scotte.
“Spesso queste malattie – spiega il professor Furio Pacini direttore U.O.C. Endocrinologia, del policlinico Santa Maria alle Scotte – compaiono senza nessun sintomo precedente e per questo è fondamentale la prevenzione. Le malattie della tiroide più diffuse sono il gozzo nodulare e i noduli tiroidei, che possono dipendere da fattori ereditari, l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo”. In particolare, il gozzo nodulare dipende in larga parte da un’alimentazione carente di iodio fin dall’età infantile. Per questo motivo particolare attenzione è riservata alla iodoprofilassi: l’integrazione dell’alimentazione con sale iodato, che rappresenta il principale strumento di correzione dei disordini da carenza iodica.
“Nell’ipotiroidismo, la terapia medica più comune – conclude Pacini – è basata sulla somministrazione dell’ormone tiroideo che corregge i sintomi dell’ipotiroidismo e riduce la crescita ghiandolare. Nei casi invece di ipertiroidismo, viene sempre più utilizzato il radioiodio, una pillola di iodio radioattivo che agisce, senza alcun rischio, sulle cellule tiroidee. Con queste terapie il ricorso alla chirurgia è molto diminuito e quando assolutamente necessario si può avvalere di innovative tecniche mini-invasive ”.
“Spesso queste malattie – spiega il professor Furio Pacini direttore U.O.C. Endocrinologia, del policlinico Santa Maria alle Scotte – compaiono senza nessun sintomo precedente e per questo è fondamentale la prevenzione. Le malattie della tiroide più diffuse sono il gozzo nodulare e i noduli tiroidei, che possono dipendere da fattori ereditari, l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo”. In particolare, il gozzo nodulare dipende in larga parte da un’alimentazione carente di iodio fin dall’età infantile. Per questo motivo particolare attenzione è riservata alla iodoprofilassi: l’integrazione dell’alimentazione con sale iodato, che rappresenta il principale strumento di correzione dei disordini da carenza iodica.
“Nell’ipotiroidismo, la terapia medica più comune – conclude Pacini – è basata sulla somministrazione dell’ormone tiroideo che corregge i sintomi dell’ipotiroidismo e riduce la crescita ghiandolare. Nei casi invece di ipertiroidismo, viene sempre più utilizzato il radioiodio, una pillola di iodio radioattivo che agisce, senza alcun rischio, sulle cellule tiroidee. Con queste terapie il ricorso alla chirurgia è molto diminuito e quando assolutamente necessario si può avvalere di innovative tecniche mini-invasive ”.