Il Programma ha ottenuto in questi giorni l'accreditamento volontario JACIE
SIENA. Riconoscimento d’eccellenza per il Programma di trapianto midollo osseo e cellule staminali emopoietiche dell’AOU Senese, coordinato dal dottor Giuseppe Marotta, direttore UOSA Centro Trapianti e terapia cellulare, con la collaborazione dell’UOC Immunoematologia e medicina trasfusionale, diretta dal dottor Vittorio Fossombroni. Il Programma ha ottenuto in questi giorni l’accreditamento volontario JACIE – Joint Accreditation Committee ISCT-EBMT, che punta al miglioramento della qualità delle attività dei Centri di trapianto a livello europeo e dei servizi che collaborano con questi.
“Il riconoscimento ottenuto – spiega Marotta – rappresenta una garanzia di qualità e sicurezza per il paziente che deve sottoporsi a terapie cellulari complesse. L’accreditamento riguarda tutti i tipi di trapianto di cellule staminali emopoietiche, dal più semplice, il trapianto autologo in cui il paziente riceve, dopo una chemioterapia ad alte dosi, le proprie cellule staminali emopoietiche, a quello più complesso, il trapianto allogenico, in cui il paziente riceve, dopo una chemio-immunoterapia, le cellule staminali emopoietiche da un donatore. In questo ultimo caso il donatore può essere un familiare con HLA identico, cioè con espressione di molecole responsabili della compatibilità tissutale simili al paziente, un donatore non familiare con HLA compatibile, oppure il paziente può ricevere le cellule ricavate dal sangue di cordone ombelicale o da donatore familiare aploidentico, ossia parzialmente compatibile”. In allegato una foto del dottor Giuseppe Marotta
“Il riconoscimento ottenuto – spiega Marotta – rappresenta una garanzia di qualità e sicurezza per il paziente che deve sottoporsi a terapie cellulari complesse. L’accreditamento riguarda tutti i tipi di trapianto di cellule staminali emopoietiche, dal più semplice, il trapianto autologo in cui il paziente riceve, dopo una chemioterapia ad alte dosi, le proprie cellule staminali emopoietiche, a quello più complesso, il trapianto allogenico, in cui il paziente riceve, dopo una chemio-immunoterapia, le cellule staminali emopoietiche da un donatore. In questo ultimo caso il donatore può essere un familiare con HLA identico, cioè con espressione di molecole responsabili della compatibilità tissutale simili al paziente, un donatore non familiare con HLA compatibile, oppure il paziente può ricevere le cellule ricavate dal sangue di cordone ombelicale o da donatore familiare aploidentico, ossia parzialmente compatibile”. In allegato una foto del dottor Giuseppe Marotta