Ecco come funziona la rete dei professionisti e il servizio
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SIENA. Il percorso delle cure palliative nella nostra provincia, dopo una fase di assestamento, è finalmente a regime.
Il servizio prevede due livelli clinico assistenziali, fermo restando che al centro del percorso è il paziente e la sua famiglia, e il medico di medicina generale ne è parte integrante.
Nel primo livello le cure vengono somministrate al domicilio del paziente e il responsabile clinico è il medico di famiglia che può avvalersi della consulenza dei palliativisti usl. Nel secondo livello, con l’aggravarsi della malattia , il responsabile clinico-assistenziale diventa il medico palliativista ed è il paziente con la famiglia, in accordo con il proprio medico, a decidere se continuare ad avere assistenza al proprio domicilio oppure il ricovero in hospice.
“Abbiamo inteso realizzare un coordinamento multiprofessionale per le cure palliative” – spiega Antonia Lo Iacono, che svolge, appunto, il ruolo di coordinatore della rete. Rete che si avvale di due palliativisti per zona, e di moduli hospice che sono dotati di sei posti letto al Campansi di Siena, quattro posti letto sia a Campostaggia che a Nottola e due ad Abbadia San Salvatore.
Il primo livello di assistenza, generalmente abbiamo detto gestito a domicilio dal medico di famiglia, trova supporto nei palliativisti che sono contattabili presso gli hospice o tramite telefono aziendale H12 dalle 8 alle 20. Se insorge un’ emergenza nelle ore notturne, l’integrazione della rete è con la continuità assistenziale che i familiari del paziente possono attivare attraverso il 118. Il modello organizzativo, infatti, ha previsto una formazione più ampia delle professionalità coinvolte, in modo da avere copertura continuativa delle cure palliative a domicilio.
“Il servizio di cure palliative – spiega la dott.ssa Lo Iacono – è bene precisare che è rivolto non solo ai malati oncologici, ma anche a pazienti con malattie gravi respiratorie, cardiache o neurologiche”.
Nel nostro Paese le cure palliative, hanno una storia ventennale, ma non sono ancora abbastanza conosciute. Si tratta di un approccio che è in grado di assicurare al paziente sollievo e protezione dalla sofferenza fisica, psicologica e anche spirituale. La legge 38/2010 definisce le cure palliative come “l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici”. È una cura che non combatte direttamente le cause della malattia ma ne attenua i sintomi, aiutando la persona a convivere dignitosamente con questa. Il modello attuato sicuramente permette un’adeguata assistenza sanitaria al paziente e, soprattutto, implicitamente, aiuta la famiglia nella gestione dello stesso con competenza e fiducia.